In Europa c'è solo il Milan. Sì, si vende Kakà
Le continue debacle dell'Inter, e la storia degli utlimi 20 anni della massima competizione europea (se si eccettua la Juve di Lippi), non sono altro che la dimostrazione tangibile di come sia il Milan l'unica squadra in grado di portare lustro e gloria allo stivale calcistico al di là dei confini nazionali.
Ennesima prova, ovemai fosse necessaria, si è avuta nell'enorme prestazione di mercoledì sera al Santiago Bernabeu. Una partita eccezionale, che ha messo in luce un grande carattere, un grande orgoglio e soprattutto una squadra veramente competitiva anche ai massimi livelli. Non a caso, i rossoneri hanno ritrovato la quadratura solo dopo essere ritornati al modulo dell'esordio stagionale contro il Siena che tanto avevo invocato nei miei scorsi editoriali. A questo proposito, mi sento in obbligo di rivolgere un plauso particolare a mister Leonardo, che ha dimostrato grande intelligenza e perché no, sapienza tattica, ritornando sulle sue idee iniziali, e riuscendo ad imbrigliare una corazzata assoluta come il "Florenteam".
Il milan ha dato ennesima prova di quanto una grande squadra possa essere assoluta padrona del proprio destino, i rossoneri possono vincere o perdere contro chiunque, e le ultime due antitetiche gare di Champions sono lì a dimostrarlo.
Nel sacco di Madrid, le mie emozioni hanno ripercorso, la grande impresa di Monaco di Baviera del 2007: sono intimamente convinto, infatti, che anche in questo caso, si possa essere giunti alla decisiva svolta di una stagione troppo frettolosamente bollata come disgraziata. La partita del Bernabeu infonde alla squadra grande fiducia per affrontare le prossime gare europee con uno spirito totalmente diverso.
Sarebbe tuttavia sbagliato prendere per oro tutto ciò che luccica, mettendo da parte le lacune strutturali che comunque il Milan continua a presentare. In primis i terzini: nonostante la buona prestazione della coppia Oddo-Zambrotta, è evidente che i due non siano adeguati ad una squadra che punta ai massimi traguardi, un occhio sul mercato di gennaio soprattutto in questo senso mi sembra davvero inevitabile. Dida continua ad essere un'offesa troppo grande per essere taciuta da parte di chi segue le partite del Milan. Quello che ha fatto è ai limiti dell'incredibile, ma con il ritorno congiunto del duo Abbiati-Storari, quello delle papere made in Brasil dovrebbe essere un guaio superato.
Bene come al solito la cerniera centrale di difesa, dove sia Nesta che Thiago Silva si sono dimostrati perfettamente a loro agio in palcoscenici di grande importanza. Da lodare anche la generosità di Inzaghi e di Ronaldinho, che seppure al di sotto degli standard dei tempi belli, ha comunque dimostrato di essere assieme al redivivo Clarence Seedorf, la vera luce di questo Milan.
A proposito di Clarence, mi piace sottolineare le dichiarazioni che aveva rilasciato in mix zone dopo la partita di domenica sera contro la Roma. L'olandese aveva infatti fatto forza ai compagni sostenendo che una squadra dal valore e dalla storia del Milan non doveva temere nessuno. Parole da leader, che unite alle giocate di classe che dispensa quando la posta in palio si alza, non possono che far sopportare più volentieri anche quelle domeniche in cui la voglia di correre è un po' di meno…
Arriva il momento del mea culpa, inevitabile, riguardo Andrea Pirlo. Il bresciano è stato uno dei giocatori che più ho bersagliato negli ultimi anni, invece anche nella gara di mercoledì, ha dimostrato la sua volontà di tornare ai massimi livelli, e soprattutto è tornato a mostrare al mondo le sue qualità di eccelso tiratore da fuori. In un centrocampo come il nostro attuale, è l'unico ad avere una tecnica tale da potersi permettere giocate come quelle del Bernabeu. Chapeau.
Capitolo Kakà. Il brasiliano è senza dubbio il galactico più contestato dalla stampa locale. Sia AS che Marca. Lo hanno identificato come il massimo colpevole della disfatta merengue. Nonostante tutte le critiche piovute addosso alla società in estate ( e mi riferisco più a quelle faziose della stampa che a quelle in buonafede dei tifosi), Silvio Berlusconi ha dimostrato ancora una volta di averci visto più lungo degli altri.
Il Presidente aveva più volte sostenuto come non fosse un solo giocatore a cambiare una squadra, e mai come questa volta è inequivocabile che le sue scelte si siano dimostrate le migliori possibili.
E se ripensiamo allo spirito delle magiche notti rossonere, alle migliaia di tifosi milanisti che l'altra sera sono riusciti a zittire un Bernabeu stracolmo, credo di farmi portavoce della stragrande maggioranza dei supporters milanisti quando sostengo che Kakà non ci manca per niente.
Tanto noi siamo il Milan, tanto noi abbiamo Pato…
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