Cerci parla del Milan: "Per strada mi rompevano un po' le scatole e allo stadio mi fischiavano. Una serie di cose con cui poi non riesci ad andare in campo"

Alessio Cerci non ha certamente lasciato il segno nel corso della sua esperienza al Milan: arrivato con tante aspettive, se ne è andato dopo soli sei mesi senza alcun rimpianto. L'ex esterno offensivo ha provato a rilanciare la sua carriera in rossonero nella stagione 2015/2016, segnando 1 gol in 29 partite. Nel corso del podcast Calcio Selvaggio, ospite del giornalista Sandro Sabatini, Alessio Cerci è intervenuto e ha ricordato la sua parentesi a Milanello.
Le parole di Alessio Cerci: "Non è facile giocare in un ambiente che ti rema contro: giochi con quel pizzico di ansia in più e non riesci a performare, a stare sereno. Il giocatore in campo deve assumersi le proprie responsabilità ma poi con l'ansia non riesce a fare le sue prestazioni. Io l'ho vissuta nel Milan questa cosa: non riuscivo a esprimermi. Dopo un inizio non facile, in cui ho fatto prestazioni non belle, il pubblico ha iniziato a fischiarmi. San Siro è uno stadio pesante e non riuscivo a essere il Cerci che ero stato, quindi avevo perso totalmente la serenità. Per strada mi rompevano un po' le scatole. Una serie di cose con cui poi non riesci ad andare in campo. Ho fatto anche ottime partite però non è bastato: appena fai l'errore il pubblico te lo ricorda"

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