Maldini: "Mi hanno sempre chiesto cosa facessi io durante le vacanze, perché ti danno dei programmi da seguire, tra una stagione e un’altra, da calciatore"
Nella lunga intervista rilasciata all’AKOS podcast by Luca Gemignani, Paolo Maldini ha parlato di alcuni allenatori che ha avuto in carriera:
Sugli allenamenti con Capello e Ancelotti e le differenze con Sacchi: “Era più o meno simile, ma c’è sempre da considerare le varie stagioni, cioè quando giochi la Champions League fino alla fine non hai praticamente mai tempo per riposare, quindi quello che cambia è forse la gestione del tempo libero. Dare importanza al riposo credo che sia stata una cosa fondamentale soprattutto nell’era di Ancelotti. Secondo me il segreto è richiedere tanto, ma dare anche tanta libertà dopo: giorni liberi, dare la possibilità di recuperare. Mi hanno sempre chiesto cosa facessi io durante le vacanze, perché ti danno dei programmi da seguire, tra una stagione e un’altra. Credo che il calcio sia l’unico sport che si gioca per 11 mesi, a volte anche 11 mesi e mezzo. A dire la verità io non ho mai fatto niente perché il mio corpo necessitava di riposo. L’unica stagione in cui ho fatto qualcosa è stata nel 1996 quando è nato mio figlio e avevo fatto l’Europeo in Inghilterra, ho fatto 15 giorni di lavoro e sono arrivato il primo giorno di ritiro che non stavo in piedi. Alla fine la mia grande forza era quella di riuscire a resettare tutto, a pensare alla vacanza, non pensare alla stagione appena trascorsa e neanche a quella che sarebbe arrivata e avere un recupero fisico e mentale di un certo livello”.
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