Ordine: "Il ritorno di Ibra è un segnale del ritorno a occuparsi del Milan in vista di scelte sempre più impegnative"

Ordine: "Il ritorno di Ibra è un segnale del ritorno a occuparsi del Milan in vista di scelte sempre più impegnative"MilanNews.it
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sabato 29 marzo 2025, 12:48News
di Lorenzo De Angelis

Intervenuto sulle colonne dell'odierna edizione del Corriere dello Sport, Franco Ordine ha scritto del ritorno a Milanello di Zlatan Ibrahimovic, rientrato per l'appunto ieri dopo diverse settimane di convalescenza. Questo il suo commento in merito: 

"“Rieccolo!”. In passato fu questo il titolo scelto da Indro Montanelli per segnalare l’ennesimo ritorno, sulla scena politica italiana, di Amintore Fanfani, toscano come lui e per questo disponibile ad accettare la stoccata del suo corregionale. Rieccolo è il titolo dedicato, nel nostro piccolo, a Zlatan Ibrahimovic tornato a Milanello dopo tre settimane di assenza (ultima apparizione in quel di Lecce), in parte giustificata da una feroce influenza che l’ha tenuto a letto e in parte spiegata anche dalla necessità di chiarimenti con il suo riferimento in RedBird, Gerry Cardinale che lo aveva scelto e nominato la “voce” del Milan ma senza alcun incarico nella gerarchia del club rossonero. Di sicuro tutta la narrazione discesa da questa nomina è stata indirizzata su un binario morto per via di qualche espressione infelice di Ibra (“sono io il boss” così rispose indispettito a Boban che lo interrogava a proposito del ruolo esercitato) e in particolare dalla sequenza di risultati deludenti e scelte sbagliate (il primo tecnico Fonseca, alcune pedine del mercato estivo). Poco abituato a recitare il copione da dirigente in compagnia e non più da protagonista solitario come gli accadeva da calciatore, Zlatan ha trascurato tra l’altro l’elementare esigenza di convocare a Londra due-tre candidati all’incarico di ds ma senza coinvolgere Giorgio Furlani che è l’ad del Milan, ha potere di firma (di ogni contratto) ed è quindi il capo azienda riconosciuto. Sono gli incidenti di percorso che capitano a chi non è ancora esperto del nuovo mestiere dove è indispensabile lavorare in team e non in solitario. 

Ieri Ibra si è ripresentato a Milanello, capelli più corti, viso pallido, ancora qualche colpo di tosse, sguardo all’allenamento e poi colloquio serrato con Conceiçao. In qualche modo è un segnale del ritorno a occuparsi del Milan in vista di scelte sempre più impegnative che riguardano il futuro, a cominciare da quella del ds. Il giorno prima è passato da Milanello Furlani per far sapere al tecnico che le indiscrezioni sul prossimo inquilino della panchina sono la conferma che nessuna decisione è stata presa. E anzi: le 11 sfide a disposizione (9 di campionato più le due semifinali di coppa Italia) possono incrementare le possibilità di guadagnarsi una clamorosa conferma, come accadde a Pioli dopo la parentesi del covid scandita dalle voci su Rangnick e la ripresa del campionato concluso con una rincorsa molto apprezzata. L’importante però è che da questo momento in poi non ci siano più né fughe in avanti né sparizioni improvvise perché il Milan ha bisogno di accreditare l’idea di una sola guida e un solo piano industriale. Perché da questa nuova narrazione discenderà tutto il resto, tra cui la credibilità da riscuotere presso lo spogliatoio in materia di rinnovi contrattuali. Ultima raccomandazione: Ibra ha molto patito la valanga di critiche che gli sono piovute in quest’ultimo periodo. Deve abituarsi al nuovo ruolo. Come dimostrano altri esempi molto recenti (il caso di Cristiano Giuntoli accolto con la fanfara nella Torino bianconera e adesso già finito nel mirino di critica e tifosi)".