Serafini: "L’autoreferenzialità non è un’arma da dirigente, spero che Ibra metabolizzi presto queste nozioni”
Zlatan Ibrahimovic è uno dei bersagli della contestazione del mondo rossonero, sempre più insofferente nei confronti dell'operato della società. Luca Serafini, in diretta su Sky Sport 24, parla così del ruolo da dirigente dello svedese:
“Prima bisogna parlare dell’apparato, ricorda un po’ la sacra famiglia. Non c’è un DS, c’è una persona bravissima a fare conti e contratti, un’altra che è bravissima a fare lo scout, un altro che deve imparare a fare il dirigente. Manca la figura del Direttore Sportivo che guidi alcune scelte e decisioni, che partecipi a questo tipo di attività. Ibra è stato un rappresentate di sé stesso e non del club. Quando Gattuso è diventato allenatore aveva cambiato modo di avere a che fare con i giocatori perché non erano più suoi compagni di squadra ma suoi giocatori.
Maldini è cambiato, come Leonardo e Boban, così come tutti quelli che fanno questo lavoro in altre squadre. Se Totti facesse il dirigente nella Roma avrebbe un atteggiamento nei confronti dei giocatori molto diverso da quello che aveva quando era capitano. Questo percorso è un po’ rallentato da quella che è la sua personalità, che è fatta di slogan e di carica. Un conto è quando un giocatore ti sprona, un conto è se lo fa un dirigente. L’autoreferenzialità non è un’arma da dirigente, spero che Ibra metabolizzi presto queste nozioni”.
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