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Conceiçao: "Non sono per niente emozionato. Pochi giorni e tante assenze, ma non ci sono scuse"

LIVE MN - Conceiçao: "Non sono per niente emozionato. Pochi giorni e tante assenze, ma non ci sono scuse"
© foto di Antonello Gioia
giovedì 2 gennaio 2025, 11:23Primo Piano
di Antonello Gioia
fonte dall'inviato a Riyad: Antonello Gioia

Sergio Conceicao, allenatore del Milan, è presente in conferenza stampa presso l'Alawwal Stadium di Riyad, alla vigilia della sfida contro la Juventus, valida per la semifinale di Supercoppa Italiana.

Segui in diretta le dichiarazioni di Conceicao con il live testuale su MilanNews.it.

Come sono stati i primi giorni?

"Ho trovato una squadra umile, che vuole imparare, che vuole capire cosa vuole l'allenatore che ha ora. E questa è la base per lavorare con qualità. C'è stato poco tempo per lavorare, ma siamo stati incisivi nel dire dove la squadra deve migliorare in vari momenti del gioco per essere competitivi già domani".

Cosa vuol dire affrontare subito la Juventus?

"Il timing è quello che è. Chiaro che avrei voluto più giorni per lavorare e più giocatori disponibili, ma quando sono arrivato sapevo già di questa situazione. Quindi non ci sono scuse. Testa alta. Mancano ancora due allenamenti, stiamo preparando la partita per essere incisivi, senza avere troppe informazioni nella testa, per cercare di vincere".

Domani affronta suo figlio...

"Non sono per niente emozionato, sono raffreddato e ho un po' di febbre. A casa sono il padre di Francisco, domani sarà un avversario. Lui la pensa allo stesso modo, è stato cresciuto allo stesso modo e lo voglio così. Nessuna emozione, lo voglio battere".

Meglio affrontare la Juve?

"Possiamo solo lavorare: le parole non contano niente, in questi grandi club contano i risultati. E il risultato che cerchiamo è vincere domani".

È cresciuto suo figlio?

"Giocatore di qualità, tecniche, di capire il gioco, della tattica che si prepara. Ha anche qualità fisiche. La Juve ha tanti giocatori di qualità, giovani, che lavorano e capiscono cosa vuole Motta. Io non è che voglio incastrare il talento o la qualità, ma dobbiamo essere compatti, aggressivi e lavorare come squadra. Solo così secondo me il calcio funziona".

Che idea si è fatto di Tomori?

"Non ho avuto tempo di parlare di mercato. Non mi piace individualizzare le cose. Tomori fa parte del gruppo come tutti gli altri che sono a disposizione della rosa del Milan e quella è la cosa più importante per me".

Qual è il timbro che vuoi lasciare?

"Dobbiamo lavorare ogni giorno, non sono un visionario per pensare tra sei mesi. Lavoro ogni giorno per avere i risultati, poi si faranno i conti. C'è la pressione, ma domani lo stadio è pieno: sono felice, facciamo un lavoro fantastico, guadagniamo soldi, siamo conosciuti, siamo fortunati. Dobbiamo sfruttare questo talento che Dio ci ha dato per fare bene".

Che idea si è fatto di Milan-Juve?

"L'idea che ho avuto l'ho passata anche ai giocatori: ho visto due squadre con voglia di perdere. Più la paura di perdere che la voglia di vincere. C'è tanta qualità da una parte e dall'altra. Dobbiamo avere voglia di vincere domani pensando anche alla fase difensiva".

Dopo le parole della presentazione è stato paragonato ad Allegri, Conte e Simeone...

"Ho grande rispetto per tutti ma siamo diversi, il modo di vedere il calcio è diverso per tutti. Conte, Simeone e Allegri hanno già fatto tanti anni di livello. Io devo portare risultati al Milan, se no parlare non serve a niente. Dobbiamo reagire, fare qualcosa domani e portare un ambiente diverso al Milan".

Bollettino medico.

"Io non sono medico. Ci sono alcuni giocatori che non stanno bene, alcuni non hanno 90 minuti, altri inizieranno titolari. È una gestione che devo fare".

Come ti sei trovato qua?

"Siamo stati ricevuti in maniera molto simpatica. Non ci manca niente. Grazie per l'ospitalità".

È un rischio allenare il Milan?

"La vita è così: rischi, sfide. Io ho lavorato tanto per arrivare qua, altrimenti me ne stavo tranquillamente al mio paese. Per me è un onore e un orgoglio allenare una squadra come il Milan".

Come giudica il campionato locale?

"Ci sono anche allenatori portoghesi e calciatori inglesi: si sente che sta crescendo, si vede che c'è voglia".

Responsabilità?

"Le responsabilità di difendere questi colori sono tantissime, ha tifosi in tutto il mondo. Cercheremo di fare una bella figura".

Che ne pensa di Otavio?

"Otavio è stato mio giocatore per tanti anni: è come un figlio per me. E, come i figli, ha preso tante botte in testa e adesso è amico mio".

Che intenzioni ha per il futuro?

"Le mie intenzioni non le dico e il passato è il passato. Prima c'erano altri allenatori, ora sono qua io: cercheremo di fare bene ora per avere un futuro migliore".

Termina qui la conferenza.