Serie C, Marani sulle seconde squadre: "Per valutare l'incidenza ci vorranno almeno altri cinque anni"
Giornata di grandi visite, quella di ieri presso gli studi di Firenze di TMW Radio. A meno di 24 ore dalla sua rielezione all'unanimità alla presidenza della Lega Pro, Matteo Marani è stato ospite degli studi di Firenze di TMW Radio all'interno della trasmissione 'A Tutta C'. Ecco le sue dichiarazioni:
Tema seconde squadre: il direttore sportivo della Roma ha aperto ad una possibile adesione al progetto. Con l'Inter altra spettatrice interessata. In vista del prossimo futuro è necessario ritoccare la normativa sulle seconde squadre?
“Il tema è molto ampio, furono inserite dal sub-commissario Costacurta nel 2018 perché l’Italia non si qualificava al Mondiale. Sembrava qualcosa di impossibile, mentre si è ripetuto nel 2022 e quella decisione fu presa il giorno dopo l’eliminazione dal Mondiale. Il modello è quello spagnolo ed è un’idea che va avanti da molto tempo. Per il momento, però, è prematuro parlare di quale sia l'incidenza che ha questo progetto sull'intero sistema calcistico italiano. Per riuscirci ci vorranno almeno altri cinque anni. Ricordo sempre che la scelta è della Federazione: la Serie C ha dato grande disponibilità e forse era più facile dichiararsi contrari ma si sarebbe tolta una possibilità importante. Bisogna vedere, poi, se in futuro ci sarà posto per altre seconde squadre: la scorsa estate c’è stata solo una società che non ha avuto i requisiti per iscriversi dando spazio al Milan. Se ci sarà spazio che si libererà e ci sarà una seconda squadra pronta si ragionerà di questo ingresso. I ripescaggi si verificheranno con le squadre di Serie C, la priorità andrà alle squadre di Serie C. Noi diamo disponibilità alla formazione, ma nei playoff non si potranno far scendere in alcun modo giocatori della squadra A perché si altererebbe il livello della competizione. Abbiamo dovuto dividere le seconde squadre nei tre gironi, non potevamo permettere un campionato sbilanciato con tre seconde squadre nello stesso girone. Dietro le quinte poi bisogna sempre combattere”.
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