Equilibrio in campo e fuori, ma guai a giocare ancora con sufficienza
"Sufficienza è un termine che non mi piace, mentalmente non siamo stati così lucidi nelle scelte e quando non si è lucidi è più facile sbagliare”. Nel post partita di Milan-Sassuolo mister Pioli prova a difendere i suoi ragazzi, come ha sempre fatto, allontanando il sospetto che la squadra sia scesa in campo con sufficienza, spostando il discorso sulla lucidità. Giusto che l'allenatore protegga la squadra davanti alle telecamere, ma la verità è che ieri i rossoneri hanno affrontato la sfida con il Sassuolo davvero con superficialità.
SUFFICIENZA - Sempre mister Pioli evidentemente aveva fiutato qualcosa, tant'è che nella conferenza stampa alla vigilia del match aveva dichiarato: "Le medie squadre dopo una grande partita si accontentano, affrontano l'impegno successivo con superficialità. Le grandi squadre invece approfittano del momento positivo per andare ancora più forte". Ovviamente nessun giudizio netto o definitivo, è sempre giusto ricordare, visto che gli ottimi risultati ottenuti fino a ieri possono farlo passare di mente, che il Milan è una squadra in continua evoluzione e crescita, ben lungi dall'essere un progetto finito. Le basi ci sono e sono solide, ora inizia la fase più lunga e difficile, ovvero il dare continuità al proprio lavoro e riuscire ad assimilare situazioni e vari scenari. Pioli comunque ha provato ad avvisare la squadra, che però contro il Sassuolo è scaduta davvero in un atteggiamento sbagliato. Eppure l'inizio era stato incoraggiante: dominio del campo e del gioco offensivo, diverse occasioni create e il gol di Romagnoli sul calcio piazzato. Tutto gettato via per aver allentato la presa: superficiale l'uscita di Bakayoko dalla difesa che porta al gol di Scamacca, superficiale la gestione delle marcature in area sul corner che segna il sorpasso neroverde, superficiale e presuntuosa la scelta di Kessie di voler andare in dribbling appena fuori l'area di rigore, scelta che propizia il gol di Berardi che chiude la partita. Superficiali le scelte in attacco, soprattutto nel primo tempo, quando la squadra riusciva ad entrare in area avversaria con facilità però senza mai mostrare la giusta cattiveria al momento della giocata decisiva, che fosse un tiro o un passaggio.
SBAGLI ED EQUILIBRIO - Ma comunque anche dopo un brutto ko come quello di ieri sarebbe sbagliato iniziare una caccia al colpevole, concentrandosi sui singoli piuttosto che sul collettivo, ma è anche giusto analizzare onestamente le prestazioni che hanno offerto i ragazzi sul prato verde di San Siro. Gli errori dei singoli ci sono stati così come ci sono stati a Firenze, ma questa volta, rispetto alla trasferta toscana, la squadra non ha mai dato l'impressione di essere dentro la partita, di essere convinta di poter far male, di avere l'atteggiamento mentale giusto. Non c'entra la condizione fisica, la squadra è in gran forma e al Wanda Metropolitano l'ha dimostrato, mostrando soprattutto che senza superficialità ha le qualità tecniche e tattiche per giocare a livelli molto alti. La sconfitta di ieri probabilmente servirà per far tornare in molti con i piedi per terra: scendere in campo pensando di poter vincere facilmente è solo deleterio. D'altronde il gruppo ha palesato ampiamente, anche nelle difficoltà date dalle assenze e dagli infortuni, che quando scende in campo con la testa giusta e la capacità nell'interpretare la partita in modo appropriato in Italia non è secondo a nessuno. Perdere fa parte del gioco e sarebbe sciocco pretendere che non possa accadere mai, ma è invece sacrosanto augurarsi che i giocatori non commettano più l'errore di giocare con superficialità: ieri tra prime e seconde linee lo spartito è stato lo stesso, banale e deludente. Fortunatamente c'è subito la trasferta di Genova per dimostrare di aver capito lo sbaglio, per ritrovare equilibrio in campo e fuori.
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