Basile (DAZN): "In Portogallo accostano Conceiçao a Simeone. Con lui tanti cresciuti esponenzialmente"
Sergio Conceiçao è arrivato al Milan dopo aver vinto 12 trofei alla guida del Porto, nessuno ha fatto quanto lui sulla panchina dei Dragões. Ne abbiamo parlato con chi commenta con regolarità la Liga Portugal, come il collega Giorgio Basile di DAZN. In esclusiva per MilanNews.it.
Giorgio Basile, con un po' di ritardo ma Sergio Conceiçao è finalmente arrivato al Milan
"Si parlava del suo approdo in Italia già da un po'. Ero da subito convinto subito della sua scelta, perché conosce il campionato e ha doti importanti come la leadership e l'abilità nella gestione di giocatori, anche quelli più problematici. In Portogallo lo chiamano, non a caso, il Simeone portoghese".
Concordi sull'accostamento a Simeone?
"Per l'atteggiamento aggressivo e la capacità di cambiare in corsa direi di sì. Il Porto iniziava col 4-2-4 o 4-4-2 con Pepê e il figlio Francisco come esterni alti. Ma a partita in corso cambiava tantissimo. Ama il 4-2-3-1 e glielo permetteva Taremi davanti che apriva tantissimo lo spazio agli esterni che si accentravano. Arrivavano reti da fuori area o in azioni come quella che ha portato il Milan al 3-2 contro l'Inter. Tatticamente davvero preparato, sa leggere benissimo le partite e già nel derby abbiamo visto come abbia deciso di non togliere Pulisic, per tenere uno che può farti la giocata decisiva. E infatti..."
Un tecnico che sembra avere un'aura vincente
"Col Porto ha interrotto la striscia positiva del Benfica che aveva vinto 4 campionati consecutivi. E quello che abbiamo visto in Supercoppa si è visto diverse volte proprio al Porto. L'anno scorso iniziò vincendo tutte le partite o quasi nei minuti di recupero. Una squadra che non mollava mai, dall'atteggiamento positivo anche nei momenti complicati".
8 giorni di panchina, già un trofeo. Difficile immaginarsi una partenza simile
"Nemmeno i migliori tifosi di Conceiçao potevano sognare un avvio del genere. È stato diciamo favorito da due partite così importanti contro dirette rivali hanno agevolato il discorso stimolo".
Seguendo le vicende del Porto, ci racconti perché il suo rapporto col club lusitano è terminato?
"Le scaramucce erano con Villas-Boas, peraltro continue. Conceiçao appoggiava il vecchio presidente Pinto da Costa e con l'arrivo di Villas-Boas alla presidenza del Porto si è capito che non sarebbe rimasto, anche se non è stato mai chiarito il motivo del litigio".
Qual è stato il suo rapporto con i giocatori?
"Con i giocatori il rapporto è sempre stato positivo, in tanti hanno parlato di lui come un secondo padre. Un rapporto splendido con tanti giocatori che sono cresciuti esponenzialmente, basti pensare a Militao, Sérgio Oliveira, Jesus Corona. E Pepe, che ha conosciuto una seconda giovinezza con Conceiçao. L'esempio più lampante è Otavio, che si è portato dietro dal Vitoria Guimaraes. Devo dire che Conceiçao sa come ottenere il 100% dai suoi giocatori".
Da Fonseca a Conceiçao, due filosofie di calcio diverse. Stiamo tornando al pragmatismo?
"Il 2024/25 sembra dire di sì. Simeone è primo ne LaLiga e sta riportando quella filosofia. In Italia è ancora presto per dirlo, anche se Conte al Napoli sta facendo molto bene. Diciamo però che Conceiçao è sì pragmatico ma è capace di essere spettacolare e offensivo, diciamo che è una via di mezzo. Del resto nel finale contro l'Inter ha giocato con 4 punte".
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