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Pellegrino si rilancia all'Huracan: "Voglio tornare al Milan più forte di prima"

ESCLUSIVA MN - Pellegrino si rilancia all'Huracan: "Voglio tornare al Milan più forte di prima"MilanNews.it
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Ieri alle 17:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro

Marco Pellegrino si sta facendo le ossa in patria. Dopo un anno interlocutorio in Italia, dove per varie ragioni non è riuscito a mettersi in mostra, sta ricominciando da casa sua. E all'Huracan, dopo l'esperienza complicata all'Independiente, si sta rilanciando. È il perno della difesa e le prestazioni sono sempre più convincenti. Il suo cartellino è ancora del Milan e il sogno del giocatore è quello di tornare, più forte che mai, e dimostrare di meritare la maglia rossonera. Ecco le sue parole, in esclusiva per MilanNews.it

Marco Pellegrino, all'Huracan hai trovato la continuità di cui avevi bisogno. E prestazioni di buon livello
"Sta andando bene. Sono contento che sto giocando tutte le partite titolare e pure la mia famiglia è contenta. Mi sto togliendo delle soddisfazioni, ho segnato anche un gol contro il Boca Juniors. Sì, sono felice".

Una decisa sterzata dopo i recenti problemi con l'Independiente
"È stato un momento difficile all'Independiente. Ma adesso sto bene, penso ad allenarmi e lavorare bene in questa squadra. Sono mentalmente sempre focalizzato e i risultati stanno arrivando".

Dall'Independiente all'Huracan ci sono meno pressioni
"L'ambiente è più tranquillo, sono vicino alla famiglia. I tifosi ci stanno sostenendo. E domenica avremo la partita più sentita per noi, che è il derby col San Lorenzo. Servirà essere concentrati, sarà bellissimo".

Che obiettivo vi siete posti?
"Migliorarci in classifica, cercare di vincere il campionato. Vogliamo lottare per le primissime posizioni".

Tu che obiettivo di sei prefissato?
"Quello di giocare tutte le partite, migliorare e tornare più forte al Milan. Mi piacerebbe rientrare alla base".

Cosa dice il Milan?
"Che devo giocare, che sono giovane e devo fare esperienza".

Dispiace aver lasciato i rossoneri?
"Sai, nel Milan probabilmente non avrei avuto lo spazio di cui avevo bisogno. Meglio giocare con continuità, fare esperienza e migliorarsi. Devo imparare, anche dagli errori. E se in futuro ci sarà la possibilità di tornare sicuramente sarò un giocatore più esperto".

I sei mesi che hai vissuto in rossonero sono stati sfortunati
"Ho giocato una sola partita, col Napoli e mi sono fatto male. Ma allenarmi con Theo, Giroud, Maignan è stata un'esperienza unica, un sogno. Se ci penso mi cresce la voglia di tornare, voglio farlo da giocatore più forte per giocarmela".

A Napoli andò tutto storto
"Non pensavo di entrare, fu tutto troppo veloce. Si fa male Kalulu e Pioli mi fa: 'Marco, vai'. Serata difficile, mi sono fatto pure male. E mi dispiace che l'immagine che i tifosi hanno di me sia di quella partita, senza che abbia potuto avere un'altra possibilità. Sognavo di giocare a San Siro, magari sapendolo già in anticipo per prepararmi mentalmente".

Il salto dalla Platense al Milan è stato troppo lungo?
"Di certo c'è grande differenza. Ricordo che quando mi hanno chiamato non potevo crederci, mi dicevo: 'Non è vero'. Ovviamente quando ho realizzato non ci ho pensato un attimo a volare in Italia".

Parli un ottimo italiano, complimenti. Considerando che vediamo ancora giocatori che si esprimono in un altro idioma dopo più anni di permanenza nel nostro Paese non è poco
"Ho cercato di non farmi trovare impreparato, ho studiato italiano per due mesi. E giorno dopo giorno anche grazie all'aiuto dei compagni italiani, come Calabria e Pobega, mi sono inserito e ho imparato la lingua".

Da parte tua ci sono anche radici italiane, come si evince dal cognome
"Vero, mio nonno è calabrese".

Rapporto con Pioli?
"Pioli è un grandissimo. Mi parlava tutti i giorni, mi incoraggiava. Mi diceva di stare tranquillo, di aspettare e che prima o poi avrei giocato. Poi è arrivato l'infortunio".

E per trovare spazio sei andato a Salerno
"Al Milan mi avevano detto che se volevo più spazio sarei dovuto andare altrove. Si è prospettata l'opportunità della Salernitana. Mesi complicati, 3-4 allenatori diversi, perdevamo sempre. Certo, ho potuto giocare, fare esperienza. Ma è stata una situazione complicata".

Stai seguendo il Milan?
"Certamente".

Come valuti questa stagione?
"Ci sono stati momenti difficili, ma il mercato ha portato giocatori di grande qualità come Joao Felix e Gimenez".

Con quest'ultimo potrai parlare spagnolo
"Speriamo di farlo presto (ride, ndr)".

Che differenze hai trovato col calcio argentino?
"La differenza è ben visibile. In Serie A sono tutti forti e fisici. Ma la differenza sostanziale la fa la tattica. In Argentina non manca la qualità, la tecnica. E anche la velocità. Ma a livello tattico la differenza con l'Italia è notevole".

Che giocatore suggerisci dal campionato argentino?
"Franco Mastantuono, trequartista del River Plate. Ha 17 anni, grande qualità".

Della Serie A che giocatori ti hanno impressionato?
"De Ketelaere ha una grande tecnica, per me è un grandissimo giocatore. E poi Mateo Retegui, troppo forte".

È vero che potevi diventare tennista?
"Sì, fino ai 13 anni mi dividevo tra tennis e calcio. Me la cavavo anche bene con la racchetta. Ma a un certo punto le cose iniziavano a farsi serie per entrambi gli sport e ho dovuto scegliere".

Il tuo tennista preferito?
"Il mio idolo è Del Potro, per noi argentini una leggenda".

E il nostro Sinner, peraltro cuore rossonero?
"Grandissimo tennista, ho avuto la fortuna di vederlo anche a San Siro".

Fa più paura la Bombonera o San Siro?
"Con tutto il rispetto, San Siro è il top".

Dopo quest'anno in patria ti senti pronto per un ritorno in Serie A?
"Sì, mi sento pronto. Sto guadagnando esperienza ed era quello che volevo. La prima volta in Italia è stato difficile, ero anche acerbo. Certo, sono ancora giovane ma sento di avere più esperienza".

Cosa ti senti di dire ai tifosi del Milan?
"Che per me è un sogno giocare al Milan e tornare sarebbe qualcosa di bellissimo".