La storia della difesa che non c'è più: il Milan e un reparto da immaginare più che da migliorare

La storia della difesa che non c'è più: il Milan e un reparto da immaginare più che da migliorareMilanNews.it
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
lunedì 25 dicembre 2023, 19:00Primo Piano
di Claudio Pogliaghi

Se a quest'ora siete a tavola, pieni fino a scoppiare proprio come l'infermeria del Milan nella stagione 2023/24 fino ad adesso, immedesimatevi in quel bottone della vostra camicia che, dopo le tante portate ingurgitate, sta iniziando a faticare nel contenere la vostra pancia (è inevitabile, non c'è palestra che tenga). Ecco, quel bottone è la difesa del Milan: un reparto fragile, tenuto insieme per miracolo, che potrebbe alzare bandiera bianca da un momento all'altro.

C'È NESSUNO? - In estate la dirigenza rossonera ha pensato a tanti colpi, soprattutto per ridisegnare il centrocampo orfano di Tonali e con Bennacer ai box per mesi e per puntellare l'attacco garantendo a Pioli numerose e valide alternative. Con la porta al sicuro, blindata da Mike Maignan e con l'innesto di sicura esperienza Sportiello, la dirigenza rossonera ha tralasciato un reparto, la difesa, che ha visto un solo movimento in estate: la partenza di Gabbia e l'arrivo di Marco Pellegrino come quinto centrale. La penuria di interventi non era certo una dimenticanza di Furlani e Moncada, quanto più un pensiero, quasi una certezza, condivisa con Pioli: numericamente e qualitativamente, siamo a posto così.

E invece no. Neanche per sbaglio. Perché nei primi mesi della stagione è arrivata a sorpresa (ma neanche troppa) l'apocalisse degli infortuni e su Milanello la tempesta è stata fortissima, tanto da spazzare via completamente il reparto difensivo: out per mesi Kalulu (ci rivediamo a marzo), Thiaw (idem), Pellegrino (prossimo al rientro), Kjaer (rientrato, ma apparso in condizioni non ottimali) e adesso anche Tomori, l'unico baluardo rimasto, l'imprescindibile leader della retroguardia, che resterà fuori almeno un paio di mesi. Risultato? Il Milan non ha più difensori centrali, dovrà basarsi sulle forze tentennanti di Kjaer e sulle risorse della Primavera, Simic in primis, oppure su un Theo adattato lì in mezzo. Un disastro.

UNA MAREA DI GOL - Giocare le partite in queste condizioni, è chiaro, diventa complicato. Quando un reparto, più in generale una squadra, è decimata in questo modo non è certo facile performare. Ma la difesa del Milan non ha il solo problema infortuni: da inizio stagione, anche con tutti i titolari a disposizione, la retroguardia del Milan ha concesso tanto, troppo. Ecco qualche dato: in 17 partite di Serie A, i rossoneri hanno subito addirittura 20 gol, mentre in Champions, nelle sei partite del girone, sono 8 le reti a sfavore. Per fare un confronto, nelle stesse partite l'Inter ha concesso solo 7 gol in campionato e 5 (non pochissimi, per la verità, ma comunque meno degli 8 del Milan) in Champions. 

Occorre dunque ricostruire e ripensare un reparto in difficoltà, che si ritrova spesso durante le partite a difendere in inferiorità numerica o in uno contro uno talvolta troppo rischiosi. Occorre migliorare l'organizzazione di tutta la squadra in fase difensiva: troppe le disattenzioni, troppo grandi i buchi e le voragini di spazio lasciati agli avversari. Occorre, purtroppo, più che ricostruire e migliorare, immaginare un reparto difensivo ad oggi inesistente per le defezioni che l'hanno reso orfano anche del suo leader, Tomori. Sotto l'albero, i primi di gennaio, occorre trovare subito dei rinforzi.