In campo questo è il Milan peggiore degli ultimi dieci anni. E fuori?

In campo questo è il Milan peggiore degli ultimi dieci anni. E fuori?MilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO
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di Manuel Del Vecchio

La partenza del Milan di Paulo Fonseca, che al 10 di ottobre non ha vinto il 60% delle partite giocate, è la peggiore degli ultimi dieci anni, riporta Sky Sport in una grafica: tra Serie A e Champions League si contano tre vittorie, due pareggi e quattro sconfitte, con sedici gol fatti e tredici subiti.

In ordine di media punti, dal Milan migliore al Milan peggiore dell’ultimo decennio.

Milan di Pioli, 1.88 media punti dopo 9 partite.
Milan di Mihajlovic, 1.76 media punti dopo 9 partite.
Milan di Gattuso, 1.75 media punti dopo 9 partite.
Milan di Montella, 1.75 media punti dopo 9 partite.
Milan di Inzaghi, 1.38 media punti dopo 9 partite.
Milan di Giampaolo, 1.29 media punti dopo 9 partite.
Milan di Fonseca, 1.22 media punti dopo 9 partite.

Un dato che fa riflettere, ma che sicuramente va contestualizzato. Questa squadra, così come quella di Pioli, gioca in Champions League. Quella di Gattuso e Montella in Europa League, le altre invece erano fuori dalle competizioni europee. Bisogna ammettere che questa formazione, probabilmente al pari di quella a disposizione di Pioli, è la più forte della classifica. Eppure è quella che rende di meno. Colpa degli avversari? Sì e no. Quest’anno il Milan ha vinto contro Inter, Lecce e Venezia, perdendo però contro Parma, Liverpool, Leverkusen e Fiorentina. Si può vincere e si può perdere contro chiunque: quando c’è questo sentore il discorso va spostato dagli avversari a sé stessi.

Non può essere altrimenti, visti i tanti giocatori nel fiore della carriera: (l’elenco non vuole essere accusatorio, ma solo un elenco, ndr) Maignan, Tomori, Theo, Reijnders, Loftus-Cheek, Fofana, Pulisic, Chukwueze, Morata, Leao. Tutti calciatori negli anni migliori della propria carriera, con esperienza internazionale e titolari, più o meno, nelle proprie selezioni. Allenati da Fonseca, che ha esperienza in Italia, Ucraina, Portogallo e Francia. Nessuno pretende risultati clamorosi fin da subito perché bisogna concedere almeno l’alibi del cambiamento radicale dopo anni di un certo tipo di calcio, ma non è neanche possibile ritrovarsi in una situazione del genere al 10 di ottobre. Nel giro di poco tempo si è esaurito tutto l’entusiasmo costruito faticosamente negli ultimi anni.

Come si è arrivati a questo punto? I giocatori danno il massimo? L’allenatore è adatto? Le scelte dei dirigenti sono state adeguate? La priorità della proprietà qual è? I tifosi si interrogano su questo e tanto altro, rifiutandosi di accettare che questo Milan, per giocatori a disposizione ed esperienza maturata negli anni dagli stessi, sia il peggiore degli ultimi anni.

Eppure è la realtà e conta solo quella: conta che si approccino le gare “minori” regalando il solito tempo agli avversari e conta che dopo quattro anni di Champions League si vada in Europa ancora da Cenerentola. Conta che dopo anni di “estremismo tattico” si sia andati a scegliere un altro allenatore, che sicuramente ha bisogno di tempo, molto tranchant nelle sue idee calcistiche. Conta anche un ambiente in continuo subbuglio, tra spifferi e fazioni che non fanno bene a nessuno.

Contano tutte queste cose e ad oggi questo è il peggior Milan degli ultimi 10 anni: quello che accade in campo si riflette fuori e viceversa, innescando un circolo vizioso autodistruttivo. Tutto da buttare? Assolutamente no, anzi. Ma chi va in campo (e chi li schiera) ha decisamente bisogno di cambiare attitudine, idee ed atteggiamento.