Milan, serve ancora uno step per un ciclo vincente: per Ibra manca esperienza. E la rosa va completata
Se il 2022 è stato un anno di sogni realizzati, il 2023 rischia di essere, per il Milan, un anno di sogni infranti. La qualificazione ai quarti di finale di Champions League è solo un contentino, al momento, per i rossoneri che affrontano la competizione con la filosofia di chi non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare. Sul territorio nazionale, invece, il Milan sta incassando soprattutto delusioni e dopo la pausa avrà ancora undici giornate per provare a ribaltare tutto quello che si può ribaltare.
Stella spenta
Comunque andranno questi ultimi due mesi e poco più di campionato, la maggior parte dei grandi obiettivi stagionali del Milan è già sfuggita dalle mani della squadra di Pioli. Il primo desiderio della lista era raggiungere quella seconda stella tanto agognata grazie alla vittoria di uno scudetto che invece non arriverà e verrà scucito dalle maglie rossonere per finire su quelle del Napoli dopo oltre trent'anni. Non è andata meglio in Coppa Italia, eliminati agli ottavi, e in Supercoppa, persa malamente contro l'Inter. Modulo? Motivazioni? Mercato? Sono state tante le domande a cui Pioli ha provato a rispondere: a febbraio sembrava che il peggio fosse passato e invece ecco ripresentarsi l'incubo dei risultati con l'inizio di marzo. A tentare una diagnosi ci ha pensato Zlatan Ibrahimovic che con la calma che solo un giocatore della sua esperienza può avere ha dichiarato ai microfoni di Sky dopo la sconfitta di Udine: "Questa squadra non ha esperienza per giocare da Campioni d’Italia. Per questo arrivano questi up and down. Non siamo riusciti a tenere il livello alto per tutte le partite, non siamo riusciti a stare al massimo sempre".
Rosa corta e inesperta
Parole che hanno un peso specifico molto importante non solo perché pronunciate da Ibra ma anche perché mettono sotto i riflettori un problema che nel corso di questa stagione, e in particolare dopo il Mondiale, è emerso con forza. Dopo la famosa partita con la Roma in cui i giallorossi hanno rimontato in pochissimo tempo due gol di svantaggio, con il Milan tornato a -7 dal Napoli, è come se i rossoneri avessero perso la forza di credere nello scudetto. Questo non ha fatto che alimentare ulteriori problemi che si sono acuiti dal momento che molti dei giocatori più esperti in quel preciso momento erano indisponibili: dallo stesso Ibra a Maignan, da Kjaer a Florenzi. La rosa del Milan si è riscoperta debole e si è riscoperta anche debole come alternative, in particolar modo per chi come Giroud, Theo o Leao era tornato discretamente spompato dal Mondiale in Qatar. Questo non ha fatto che ingigantire il tutto e la metaforica palla di neve, rotolando giù dalla montagna, si è ingigantita sempre di più fino ad arrivare fino a oggi. Un Milan che in Champions sembra avere motivazioni e gioca al massimo delle sue possibilità, in campionato invece non riesce a superare i suoi limiti e a divertire come un tempo. Ora bisogna chiudere questa stagione con l'unico obiettivo della Champions, in tutti i sensi: in estate bisognerà rafforzare, questa volta davvero, la rosa.
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