Morata sta dando l'anima per mettere in condizione la squadra di fare bene. Ma cosa fa la squadra per far rendere Morata?

Morata sta dando l'anima per mettere in condizione la squadra di fare bene. Ma cosa fa la squadra per far rendere Morata?MilanNews.it
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Ieri alle 20:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

"Sono felice di essere al Milan, difficile trovare una società con questa organizzazione e questo supporto. Non posso promettere titoli, ma correrò come un cane per pressare e aiutare la squadra. Un leader è quello che spinge i compagni a fare il loro massimo, cercherò di fare questo”, diceva Alvaro Morata il 9 agosto, giorno della sua presentazione come nuovo acquisto del Milan. Lo spagnolo è stato assolutamente di parola, non venendo meno di un millimetro, per ora, dalle sue promesse.

L'ex Atletico Madrid ha giocato 10 partite in rossonero, 7 in Serie A e 3 in Champions League, mettendo a segno 2 gol ed un 1 assist, a cui si aggiunge una rete annullata. È un bottino soddisfacente per l'attaccante titolare del Milan? Verrebbe da dire di no, ma non esiste partita in cui Morata ha lasciato il campo con una prestazione insufficiente.

Alvaro sta dando l'anima per la squadra e per soddisfare le richieste dell'allenatore, giocando addirittura da trequartista/seconda punta che ha un raggio d'azione più netto a centrocampo che in area di rigore: il capitano della nazionale campione d'Europa totalmente a servizio del gruppo, con una disponibilità che va addirittura a danneggiare il suo rendimento da "bomber". Il Milan ha tante armi offensive, tra cui gli esterni, che possono sopperire alla mancanza di gol delle punte; anche Abraham, che lavora molto meno in modo sporco, non è comunque un cecchino.

Ma in tutto questo, la squadra come lavora per far rendere al meglio Morata? Cosa fanno i compagni per mettere lo spagnolo nelle migliori condizioni possibili e arrivare quindi al tiro e al gol? Da quanto visto finora, poco. Da qui "l'estremismo" nell'utilizzo del numero 7 da rifinitore invece che finalizzatore: o l'uno o l'altro, per quanto possa impegnarsi l'ex Juve non ha la capacità di sdoppiarsi.

Con Morata che spesso viene incontro per snellire e fluidificare la manovra l'area avversaria rimane spesso svuotata: i giocatori offensivi del Milan preferiscono tutti ricevere palla tra i piedi invece che chiamare la profondità o farsi trovare tra le linee avversarie. C'è chi proprio non è portato, come Leao, e chi invece riesce, ma non con la frequenza necessaria, a offrire anche questa soluzione come Okafor e Pulisic. Tra le tante tematiche su cui Fonseca è chiamato a lavorare c'è anche questa di far rendere ancora meglio Morata, che potrà avere anche una voglia immensa di pressare come un cane, ma ha bisogno e merita di vivere anche momenti da centravanti.