Nuovo stadio Milan ed Inter: San Donato e Rozzano favorevoli, la differenza sta nei Club

Nuovo stadio Milan ed Inter: San Donato e Rozzano favorevoli, la differenza sta nei Club
sabato 30 settembre 2023, 10:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Tra tira e molla, burocrazia di vario genere, attese, silenzi, proteste, no a prescindere e tanto altro sono passati ormai più di 4 anni da quando, nel luglio del 2019, Milan ed Inter avevano presentato un progetto condiviso per un nuovo San Siro.

Progetto che ormai è destinato a morire, visto il vincolo storico che la Sovrintendenza ha posto sull’impianto attuale. Tradotto: non si può abbattere il Giuseppe Meazza ed è ormai impossibile, anche per tante colpe della Giunta Comunale, incapace di ragionare con una minoranza negativa sull’argomento a prescindere, pensare di far partire un nuovo progetto a Milano.

E quindi? Milan ed Inter si sono messe al lavoro per trovare un altro sito e iniziare tutti i vari iter in modo rapido. O almeno, così ci viene raccontato.

La verità invece è che da una parte c’è decisione, c’è movimento, c’è velocità e idee chiare, dall’altra molto meno. Ma non lo dicono opinioni o sensazioni, lo dicono i fatti, i comunicati e le azioni formali intraprese.

Lato rossonero la situazione si è sbloccata soprattutto da quando il Milan è diventato di proprietà di RedBird. Poco più di un anno fa in questi lidi vi parlavamo, allora sembrava essere ancora in piedi l’ipotesi Sesto San Giovanni, di come Gerry Cardinale andasse dritto e spedito per uno stadio di proprietà in solitaria, senza l’Inter. Sono state visionate diverse aree ritenute potenzialmente adatte, da quella Falk a Sesto a quella di La Maura vicino San Siro, tutte tramontate per motivi vari (tra cui un ostruzionismo ottuso “a prescindere”).

Nel mese di giugno, quella che in futuro potremmo considerare a svolta: il Milan acquista il 90% di Sportlifecity, società proprietaria dell’area San Francesco, dove dovrebbe sorgere l’impianto. In particolare, il Milan ha acquistato il 90% delle quote, lasciando il restante 10% ai vecchi proprietari, il gruppo Cassinari&Partners. L’area prevedeva inizialmente la realizzazione di una cittadella dello sport, nelle idee del club rossonero è invece quella giusta per costruire il nuovo stadio.

Nella giornata di mercoledì c’è stato l’ennesimo passo formale. Niente chiacchiere, fatti: il Milan ha presentato una proposta di Variante Urbanistica per l'area denominata "San Francesco", preliminare a un possibile successivo sviluppo del progetto definitivo (qui il comunicato ufficiale con tutti i dettagli). In soldoni, il comune di San Donato ha ricevuto dal Milan una bozza di progetto per il nuovo stadio.

Tra i punti salienti:
-Capienza: 70 mila posti circa
-Obiettivo prima partita nel 2028
-Investimento: 1 miliardo di euro circa
-Oltre lo stadio: museo, store e nuova sede del club, hotel e un distretto per l’intrattenimento
-Approccio sostenibile e ad alto risparmio energetico: obiettivo ottenimento della certificazione LEED Gold (qui per i dettagli)
-Grande attenzione alle aree verdi fruibili
-Possibilità di accogliere altri eventi sportivi
-Design Architect: studio Manica
-Project management e strategic advisory: la società CAA ICON

Volumetrie, progetti, utilizzo degli spazi, un primo rendering, aziende e personalità in gioco: il Milan ha messo sul tavolo da gioco una mano forte ma soprattutto chiara. Chiara con i suoi tifosi, con il comune di San Donato e con l'Italia intera.

Dall'altra parte del naviglio invece di progetti neanche l'ombra, ma solo molte chiacchiere, interviste e poca concretezza.
A dirlo è proprio il sindaco di Rozzano, area dove il club nerazzurro avrebbe individuato la giusta area per la costruzione dell'eventuale nuovo impianto. A dirlo è proprio il sindaco, Giovanni Ferretti, che ne ha parlato sul canale Youtube di Diego Ligorio: "A marzo fui informato dalla proprietà, ma mi fu chiesto di mantenere riserbo fino alla ufficializzazione. Ho mantenuto l'impegno preso, senza dire niente. E' diventato concreto quando hanno firmato il patto di prelazione fino al 30 aprile 2024, una data in cui dovranno presentare lo studio di fattibilità. All'inizio di settembre sono venuti a trovarmi, ci hanno chiesto quale fosse la nostra posizione, noi abbiamo detto che siamo disponibili. Ora ci sarà tutto l'iter per arrivare a concretizzare uno studio che porti a un progetto vero e proprio. Voglio rimanere coi piedi per terra, parliamo di un'idea. Qui atti non ce ne sono".

Ancora il sindaco di Rozzano, in un intervento video sulla pagina Facebook del comune di Rozzano: "Si suppone che la società stia lavorando allo studio di fattibilità che dovrà essere presentato entro il 30 aprile 2024, quando scadrà la prelazione sull’area. Su quel sito esistono già dei diritti edificatori maturati a partire dal 1993. Qualora non si realizzasse lo stadio, ci sarebbero residenze, uffici, attività commerciali e alberghi. Tra le due opzioni, lo stadio è preferibile per una serie di motivi, a partire dall’indotto che si creerebbe già nelle fasi di costruzione della struttura".

Com'è normale che sia Ferretti è aperto alla possibilità di un investimento di questa portata, occasione incredibile che il comune di Milano si è lasciato sfuggire, ma in modo molto onesto parla con il condizionale: ad oggi non esiste nulla di formale da parte dell'Inter. 
Uno stallo che viene naturale collegare alla difficile situazione che sta vivendo Zhang (e Suning, che ha chiuso il bilancio del 2022 con un rosso da 2 miliardi). Il presidente nerazzurro si trova a dover far i conti con il ticchettio dell'orologio. A maggio 2024 ci sarà il momento della verità con Oaktree: Zhang riuscirà a ripagare il fondo per il finanziamento avuto negli scorsi anni, pagando interessi altissimi, troverà il modo di rifinanziare oppure sarà costretto, a malincuore, a perdere l'Inter a favore del fondo americano come fece Yonghong Li con Elliott? Situazione davvero delicata che fisiologicamente si riversa anche sullo stallo, perché di stallo si tratta, del club di viale della Liberazione sul tema stadio. Le intenzioni su Rozzano potranno anche essere sincere, ma ad oggi non esiste niente di concreto se non un patto di prelazione che scade tra pochi mesi. Le difficoltà economiche di Suning avevano già influito sul tema stadio, anche quando si portava avanti il progetto San Siro condiviso. Nel mese di giugno infatti il New York Times (qui l'articolo) scriveva di come "ci sono stati momenti in cui la liquidità è stata così scarsa che il club non è stato aggiornato sulla sua parte di pagamenti per gli architetti e i progettisti che lavorano allo stadio che intende costruire, insieme al Milan, non lontano da San Siro".

Quindi da una parte comunicazioni ufficiali, proposte formale, architetti e studi definiti, piani concreti. Dall'altra invece tante parole, un "render" che sembra fatto su Paint, la classica rincorsa mediatica per non rimanere mai indietro e poco altro. A parlare però, come sempre, sono i fatti. E ci dicono che RedBird sta facendo di tutto, anche lottare contro una parte di sistema politico che ha come obiettivo mettere i bastoni tra le ruote, per regalare al Milan e ai suoi tifosi uno nuovo stadio ambizioso, sostenibile, all'avanguardia e degno della storia del Club.