Poche cose, fatte bene, ma di fondamentale importanza

Poche cose, fatte bene, ma di fondamentale importanzaMilanNews.it
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Ieri alle 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Cosa lascia Milan-Parma? Niente di più facile risponde, no? C'è la sostituzione dopo quarantacinque minuti di Theo e Leao, un San Siro muto per tutti i novanta minuti, l'ammonizione del diffidato Fofana che gli farà saltare il derby, le punte che fanno maledettamente fatica a segnare e ovviamente la rissa sfiorata tra Conceiçao e Calabria a fine partita. Facilissimo, ma già ampiamente sviscerato. La sensazione è che da qualche tempo a questa parte nel Milan succedano così tante cose, che vanno dall'incredibile all'inspiegabile, durante l'arco di una partita che non si finisce mai a parlare della partita. O meglio, si parla del contorno di un partite. Di reazioni, di carattere, di gioia o di delusioni.

È vero che da quando è arrivato a fine dicembre Conceiçao ha avuto pochissimo tempo per plasmare la squadra in allenamento visto che il Milan tra Supercoppa, Serie A e Champions League ha giocato praticamente ogni tre giorni, ma è altresì vero che, e l'allenatore non si nasconde, ci sono errori e situazioni da risolvere troppo grandi per non essere analizzate. Il Milan è tornato sia a pressare alto e sia ad essere lungo. La squadra ha difficoltà nel rimanere compatta. Il 4-3-3 invocato da tanti, anche addetti ai lavori, ad inizio stagione rende gli 11 in campo piatti, leggibili, senza spunti e senza ancora uno schema mentale preciso su come scardinare le difese avversarie.

Da qui il titolo: servirebbero poche cose, fatte bene, ma di un'importanza fondamentale. Ci riferiamo a situazioni veramente basilari, come la sovrapposizione del terzino quando si attacca in fascia senza dover rientrare ogni volta e crossare a rientrare con risultati spesso rivedibili. O ancora, i tempi di inserimento dei centrocampisti: oggi contro il Parma i due gol da rimonta, per quanto possano sembrare casuali e figli di una voglia quasi animalesca di ribaltare il risultato in 5 minuti dopo la calma piatta dei precedenti 90, arrivano per un'imbucata per l'inserimento perfetto di una mezz'ala e su una situazione arrivata su un cross dal fondo del terzino (con l'avversario che va a chiudere e poi tiene in gioco Chukwueze!), con Pulisic che ha chiamato la sovrapposizione di Bartesaghi sulla fascia.

Semplice, vero? A parole sicuramente. Ma è l'ennesima dimostrazione di come questa rosa, almeno contro avversari "sulla carta" inferiori, debba "limitarsi" a giocate semplici ed efficaci, quasi scolastiche: la qualità degli interpreti fa la differenza. Conceiçao comunque non smette di dire che giustamente sul piano del gioco c'è da lavorare molto e siamo assolutamente convinti che non è questo il Milan che lui ha in mente, soprattutto guardando il suo Porto: una squadra corta, cattiva, compatta, che faceva cose semplici ma di fondamentale importanza.

C'è però da ammettere una cosa: vedersi annullare il gol del pari al minuto 88 in un ambiente già abbastanza depresso avrebbe tagliato le gambe a tantissime squadre. La reazione finale, per quanto poi si debba capire come mai ci si è ridotti in quella situazione, è stata fuori dall'ordinario. Non semplice sicuramente, ma anche questa di fondamentale importanza.