Provaci ancora Pazzo
Torna il campionato, torna il Milan, possiamo dire finalmente vista una parentesi della Nazionale che è stata molto più grigia che azzurra.
Dall’impegno con la squadra di Prandelli torna Giampaolo Pazzini, galvanizzato dopo Bologna dalla tripletta, ridimensionato dopo un’esperienza breve in azzurro, fatta di panchina con la Bulgaria e di una prestazione dalle tinte fosche contro la piccola Malta.
Nonostante un piccolo problema al ginocchio (nulla di preoccupante per fortuna), il Pazzo sarà in campo dal primo minuto a San Siro contro l’Atalanta, voglioso di riprendere il fil rouge tirato al Dall’Ara due settimane orsono e ritrovare gli onori della cronaca. Allegri punta forte su di lui, unica vera prima punta di un diavolo tutto da scoprire, sembra agevolarlo al massimo schierandogli al fianco quello che sembra il suo compagno ideale, quel Bojan Krkic tutto fantasia e movimento che può liberare spazi importanti e servire assist decisivi.
Pazzini contro il suo passato, contro quell’Atalanta che l’ha lanciato nel grande calcio, una delle sue esperienze migliori da giovanissimo, una squadra che evoca ricordi splendidi nella mente del numero 11 rossonero che, tra l'altro, ha già segnato 6 volte in 10 sfide agli orobici. Tutti in attesa della prestazione dell’ex Inter, in lui vengono riposte le speranze dell’attacco rossonero. In attesa di rivedere Pato, aspettando la definitiva consacrazione di El Shaarawy e valutando l’impatto di Bojan, il Pazzo è l’unico attaccante che si è mostrato affidabile, giocatore abituato alla Serie A ed alle pressioni del calcio che conta. La tripletta al Bologna ne ha riscattato l’immagine in rossonero dopo un arrivo accolto con una certa freddezza e con lo scetticismo di molti. La speranza è che il bomber sappia ritrovare la vena realizzativa dei tempi della Sampdoria, che trovi continuità e sappia ripetere prestazioni maiuscole come quella offerta contro il Bologna.
Provaci ancora Pazzo, prova a sorprendere di nuovo, prova a diventare leader vero di questa squadra che ha bisogno di certezze e trascinatori, tenta di regalarci un’altra gioia, conquista San Siro, quello vero, quello rossonero.
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