Ripartire dalla difesa: Theo, Kjaer, Tomori e Calabria, le fondamenta del Milan che verrà
Tra novità e cambiamenti, la quotidianità dell’essere umano ha bisogno di porti sicuri e certezze su cui basare il presente e le strategie future. Questo concetto filosofico è applicabile anche al mondo del calcio che, come la vita di tutti i giorni, è contraddistinto da cambiamenti continui. Tra partenze e nuovi arrivi, infatti, una squadra calcistica è sempre al centro di addii e accoglienze: questo inevitabilmente porta a perdere certezze per allenatore e tifosi che tuttavia possono contare sulle fondamenta del gruppo. Nel Milan, in particolare, la base per la ricostruzione è rappresentata da una serie di giocatori ma anche da un intero reparto, la difesa, che insieme al duo di centrocampo Bennacer-Kessiè dovrà rappresentare il porto sicuro da cui la squadra di Pioli ripartirà nella prossima stagione.
GIOVENTU’ E ESPERIENZA - Tre giovani talentuosi e affidabili guidati da un condottiero di grande carattere e esperienza: questo, in un certo senso, potrebbe essere il riassunto per definire la difesa del Milan. Gli incastri della retroguardia rossonera formata da Calabria, Kjaer, Tomori e Theo non solo hanno dimostrato di essere una pietra angolare della stagione rossonera ma hanno dato prova di un perfetto equilibrio. L’esplosività incontenibile e inarrestabile di Theo Hernandez a sinistra, infatti, è bilanciata dall’attenzione maniacale di Calabria per il dettaglio difensivo. La prorompenza e la spettacolarità degli interventi di Tomori, al tempo stesso, trovano un equilibrio nelle chiusure silenziose e efficaci di Kjaer. Così diversi, così simili per una serie di differenze e similitudini che rendono la difesa rossonera equilibrata e affidabile.
L’INCASTRO CON MAIGNAN - La retroguardia rossonera, nella scorsa stagione, era formata dai quattro citati più Donnarumma. L’addio del portiere classe 99’ e l’arrivo di Maignan, in particolare, cambiano un pezzo di puzzle nel ‘reparto difensivo’ ma non quelli che sono i meccanismi della squadra. La grande personalità del portiere francese, in particolare, si dovrà adattare alla comunicazione del reparto, fondamentale nel gestire i rientri e le avanzate difensive. Il talento e il carattere di Maignan, ricordiamo, sono apprezzati e sono stati tra i fattori che hanno convinto la dirigenza rossonera a puntare su di lui per il dopo Donnarumma; in questo senso, quindi, la convinzione è che il puzzle difensivo cambierà un pezzo importante ma non quella che è la strategia del disegno rossonero: confermare il ruolo della difesa come fondamenta del Milan del presente e di quello che verrà.
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