"Vogliamo le interrogazioni parlamentari". Il mood dei tifosi sugli infortuni detta legge, ma cosa si sta facendo per salvare la stagione?
“Noi dobbiamo cambiare la metodologia, le intenzioni, la mentalità. Noi dobbiamo misurarci con l’inferno degli infortuni: flessori, polpacci, adduttori, stiramenti, tendini, affaticamenti che si potevano evitare. Voglio interrogazioni parlamentari. Voglio i tifosi sul piede di guerra. Voglio l’ordine dei preparatori atletici inviperito! Voglio che tutto questo sia stimolo, che sconquassi! Voglio che i giovanissimi inondino i social di riflessioni e ipotesi su come si possa affrontare al meglio il problema. Voglio i giornalisti in ginocchio. Voglio il paginone della Gazzetta. René, voglio che facciamo che svuotiamo l'infermeria!”.
Non siamo impazziti, tranquilli. È solo una parafrasi, prestata al mondo del calcio, del celebre discorso di Claudio di Boris, che nella seconda puntata della terza stagione si infervora con Renè Ferretti, regista e protagonista, per fargli capire che un nuovo modo di fare televisione è possibile. Niente più approssimazione e mediocrità, ma qualità e capacità di arrivare dritti al punto.
Ecco, in modo leggero abbiamo provato a traslare il tutto nel mondo del pallone, con un ipotetico tifoso rossonero, appassionato sia di calcio che di ottime serie TV, che cerca di scuotere il suo amato Milan su un tema che sta facendo naufragare la stagione rossonera già a fine novembre: gli infortuni.
Senza riproporre l'ennesimo listone degli infortuni (nel mese di novembre abbiamo toccato quota 7, ed il mese non è ancora finito) basti dire che nella partita più importante della stagione finora ci si è presentati con una lista di indisponibili difficilmente commentabile: Sportiello, Kjaer, Caldara, Kalulu, Okafor e Leao tra quelli presenti in lista e quindi utilizzabili, a cui si aggiungono Pellegrino e Bennacer. La panchina di ieri sera era la seguente: Mirante, Nava, Bartesaghi, Florenzi, Krunić, Pobega, Jović e Traorè. Due portieri, di cui un primavera. Due terzini, di cui un primavera. Due centrocampisti. Due attaccanti, di cui un primavera. A questo punto sarebbe lapalissiano continuare. L'unica cosa che si può mestamente constatare è che per l'ennesima volta ci si è giocati la vita senza avere minimamente a disposizione le risorse per farlo.
In questo modo si fa perdere di valore, economico e sportivo, a tutto: agli investimenti fatti in estate, alla rosa, al lavoro dell'allenatore al di fuori di questo aspetto (perché preparazione fisica e atletica dipendono dall'allenatore). Un patrimonio depauperato così. Pioli, qualche giorno fa, ha assicurato in conferenza che si è approfittato della sosta per attuare dei correttivi. In attesa di capire se funzioneranno o meno, a questo punto non è davvero troppo tardi? Siamo a fine novembre e l'andamento, per quanto riguarda problemi fisici e muscolari, è sempre, tristemente, lo stesso. E nel frattempo ci si è giocati quasi del tutto il passaggio del turno in Champions... Rimane comunque il campionato, che con 25 giornate ancora da giocare è sicuramente aperto. Ma la stagione va salvata, senza fare le cose "a cazzo di cane". Tanto per citare il sempreverde René Ferretti.
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