REWIND & ZOOM: Killer camaleontici. Viola: manca il colpo di grazia...

REWIND & ZOOM: Killer camaleontici. Viola: manca il colpo di grazia...MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
giovedì 25 febbraio 2010, 12:00Rewind & Zoom
di Francesco Somma

Alla Fiorentina gli applausi e i meriti. Al Milan i tre punti. Merito ai viola di aver giocato una gara perfetta quasi al 100%, impedendo ai rossoneri di ragionare ed esprimere con tranquillità tutto il proprio valore tecnico. Il Milan è stato letteralmente surclassato dalla grinta, dal carattere, ma soprattutto dalla corsa degli uomini di Prandelli, sempre pronti a raddoppiare e determinati ad arrivare per primi su ogni pallone. Sulle fasce, ad Abate è toccata la grana peggiore, quel Vargas risultato alla fine il migliore in campo: letteralmente imprendibile il peruviano, per rapidità, precisione e forza esplosiva, la sua gara risulta tanto più eccezionale se consideriamo che queste doti certo non mancano al diretto avversario, distratto in occasione in occasione del gol di Gilardino, e costantemente in difficoltà sull’out destro. Dall’altra parte, Bonera era chiamato a ripetere il turno di guardia sull’ala di passaggio, che stavolta era Marchionni, risultato alla fine altrettanto imprendibile. Con la complicità di una difesa a tratti cloroformizzata dal fraseggio gigliato, Gila si è tolto lo sfizio di sviolinare contro i suoi vituperati ex colori, e di confezionare, alla fine, una prestazione di assoluto spessore fisico e tecnico.

In mediana, Montolivo e Donadel hanno mostrato una sincronia quasi sempre perfetta: uno a costruire, l’altro a demolire, hanno reso complicatissima la vita ai centrocampisti rossoneri, Pirlo in primis. L’ingresso di Flamini ha prolungato la discreta opera di sacrificio e copertura portata avanti da Ambrosini – molto più che da Gattuso – finché il capitano è rimasto in campo, mentre in zona d’attacco Pato e Dinho hanno ostentato ancora una volta una pericolosità di stile camaleontico: si nascondono, dando l’impressione di non saper e poter far meglio di quello che fanno, ma appena li perdi di vista, ti puniscono senza pietà. Imbarazzante fino al 92’, il Papero è redento dalla zampata micidiale chiamata a ridare verve e animo ad un campionato che solo cinque giorni fa era morto e sepolto. Restano tre punti fondamentali, insperati, e francamente ingenerosi nei confronti di un avversario eccellente, che ha avuto il merito di cercare la vittoria dal primo all’ultimo secondo, imbattendosi in uno strepitoso Christian Abbiati, e in una serata più che storta, stregata, che sarebbe stata diversa se solo gli uomini di Prandelli fossero riusciti ad infliggere il colpo di grazia al match. Invece, pur giocando benissimo, non sono riusciti a segnare più di un gol, e questo – nient’altro – dovrebbe essere il primo spunto di riflessione. Finché si rimane sull’1-0 e non si riesce a chiudere i conti, nessuna partita può considerarsi chiusa e nessun avversario domato. Poteva starci il rigore su Montolivo, può darsi che Rosetti - essendo un comune mortale - abbia sbagliato, ma può darsi anche di no. In ogni modo, attribuire tutte le colpe al direttore di gara, tralasciando i meriti del portiere avversario e/o il demerito degli artiglieri viola, incapaci di metterla dentro legittimando la prestazione maiuscola, è un esercizio fuorviante e semplicistico.