Il terzino dei sogni

Il terzino dei sogniMilanNews.it
© foto di Alberto Fornasari
sabato 4 dicembre 2010, 08:00Terza pagina MilanDay
di Milan Day

Facciamo un gioco, e cominciamo a costruire il Milan dei sogni pescando tra tutti i giocatori della storia rossonera.
Concentriamoci sul ruolo del terzino sinistro: se spostassimo Paolo Maldini nel ruolo di centrale, senza ombra di dubbio la maglia numero 3 verrebbe affidata a Karl Heinz Schnellinger, uno dei migliori interpreti della storia a livello europeo del ruolo di fluidificante.
Proprio come il suo erede Paolo, Schnellinger era un destro che si adattò a giocare a sinistra, dotato di una buona tecnica ma, soprattutto, di ottime qualità fisiche ed atletiche.
Tutte queste qualità, unite ad una spiccata personalità, gli garantirono una duttilità tattica che gli permise di ricoprire nell’ultima parte della sua carriera il ruolo di libero, peraltro con ottimi risultati.

Nonostante sia un tedesco tutto d’un pezzo, Karl Heiz è molto legato al nostro paese, tanto da aver scelto di vivere e lavorare nel nostro paese anche dopo il suo ritiro dall’attività agonistica.
Ma la cosa da sottolineare è il grande attaccamento che ancora oggi sente nei confronti della nostra squadra e dei suoi colori.
Sentite cosa ha dichiarato Carletto (come lo chiamava il Paron Rocco) in una intervista di Germano Bovolenta alla Gazzetta in occasione del suo settantesimo compleanno (il 31 marzo 2009) alla domanda se sia rimasto o meno milanista: «E me lo chiede? Il Milan lo porto dentro come una maglia. Mia moglie Ursula va sempre a San Siro. Io non ce la faccio, soffro troppo .Sto male io quando non segnano, quando non vincono. Comincio ad agitarmi e a sudare. Dalla mia faccia non si direbbe, io sono sempre uguale. Ma dentro sto malissimo. Ed allora me lo vedo alla tv e quando sento la difficoltà vado in cucina, mi faccio un caffè e mi fumo una sigaretta. E spero...».
Vecchio cuore rossonero, sono queste le frasi che fanno entrare i calciatori nel cuore di un tifoso, per sempre!

Tutto questo feeling col nostro paese ha rischiato di andare in frantumi una notte d’estate del 1970, quando al 90’ della semifinale del campionato del Mondo di scena in Messico tra l’Italia e la Germania Ovest segnò in spaccata il gol dell’1-1 che poteva infrangere sul filo di lana il sogno degli azzurri di arrivare alla finale contro il Brasile di Pelè.
Ed invece gli italiani ed i milanisti non se la presero con Schnellinger, prima di tutto perché alla fine l’Italia vinse lo stesso, ma soprattutto perché quel gol trasformò quella che poteva essere una semifinale di routine, come tante altre (in fin dei conti, riguardandola, fino al 90’ era stata una partita anonima), nella “partita del secolo”, la stratosferica Italia-Germania 4-3 che rappresenta forse la più bella ed affascinante partita che si sia mai vista nella storia della Coppa del Mondo per Nazioni.
Quel gol rimandò tutto ai supplementari, ma senza quel gol non si sarebbe mai dato avvio ad una “giostra” di cinque gol in mezz’ora di altalenante e palpitante extra-time: «E’ stato un regalo di Dio. Se mi ricordano ancora è per quel gol...E' un ricordo splendido che mi ha accompagnato per tutta la vita».

E pensare che fare gol non è mai stato il suo forte...(continua)