“King George”

“King George”MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
sabato 10 luglio 2010, 00:00Terza pagina MilanDay
di Milan Day

“La prima volta che l’ho visto arrivare dissi….”ma chi abbiamo preso? Sembra un cameriere!”. Queste furono le parole che Fabio Capello disse ad alcuni suoi collaboratori quando vide arrivare per la prima volta a Milanello con la sua andatura ciondolante George Weah. Non di un cameriere si trattava, ma di uno dei calciatori più forti che abbiano vestito la nostra maglia, oltre che di un personaggio assolutamente straordinario e fuori dal comune. Weah è stato, sul campo, un centravanti completo: potente fisicamente, abilissimo coi piedi, fortissimo di testa, veloce, rapido ed altruista. Non un bomber da 20 gol a stagione, ma un attaccante capace di fare gol dal peso specifico enorme oltre che capace di mandare regolarmente in gol il partner d’attacco di turno ( il suo amico Marco Simone su tutti). Ma George Weah deve il suo grande successo e la sua notorietà anche alla sua simpatia (celebre il suo “ciao a tutti belli e brutti” che sfoderava ad ogni intervista televisiva), ed alla sua grande umanità manifestata sempre nei confronti della sua terra (la Liberia), a cui è stato sempre profondamente legato. Ricordo che in quegli anni, George mise a disposizione dei suoi connazionali, ridotti in povertà da una sanguinosa guerra civile che durava da anni, gran parte dei suoi guadagni, contribuendo alla costruzione di numerose infrastrutture e centri di accoglienza, ed aiutando la Nazionale di calcio liberiana a poter andare in giro per l’Africa a disputare la Coppa d’Africa e le gare di qualificazione alle fasi finali dei Mondiali. Questo rimase per sempre il suo cruccio dal punto di vista calcistico; e cioè il fatto di non essere riuscito a qualificare la sua Nazionale all’edizione dei Mondiali del 2002 per un solo punto. Lui per la sua squadra fece di tutto, disputando gran parte delle sue 65 partite nel ruolo di libero: cercava con la sua classe e la sua esperienza di costruire da dietro il gioco a favore di compagni meno dotati di lui. Fu per questo che in Nazionale segnò solo 10 reti.
Il suo impegno per la Liberia non è mai venuto meno, al punto che Weah nel 2004 ha tentato di mettere la sua popolarità a disposizione del suo popolo candidandosi alle elezioni presidenziali liberiane. L’elezione non ci fu, ma il consenso riscosso è stato comunque enorme.
George Weah (nome completo George Manneh Oppong Ousman Weah) è nato a Monrovia (Liberia) il 01/10/1966, ed è unanimamente considerato il più grande calciatore africano di tutti i tempi. Dopo una breve parentesi in patria, si trasferì nel campionato del Camerun (Yaoundè) dove si mise subito in mostra. L’anno dopo (1988) si trasferì in Europa, dove cominciò la parte più importante della sua carriera, che lo ha portato a militare in squadre di ottimo livello in Francia (Monaco, PSG e O.Marsiglia), in Italia (Milan) ed in Inghilterra (Chelsea e Manchester City). Durante la sua esperienza in Europa mise in mostra le sue grandi doti tecniche e le sue capacità agonistiche, al punto che nel 1995 fu eletto Pallone d’Oro e FIFA World Player.
Nella stagione 1994/95 con il Paris Saint Germain (campione di Francia 1994) disputò una grandissima Champions League, conquistando il titolo di capocannoniere della manifestazione. Il PSG fu proprio l’avversario del Milan nella semifinale di quell’edizione: George, stritolato dalla mitica difesa rossonera, non riuscì a combinare nulla, ed il Milan eliminò i francesi approdando in finale.
Quando il Milan affrontò i francesi, le voci di un suo trasferimento in rossonero erano insistenti (praticamente certo). La prestazione di George contro il Milan fece nascere in noi tifosi qualche dubbio sulla sua capacità di inserimento nel campionato italiano: “in Italia le difese sono fortissime, se contro la difesa del Milan non ha toccato palla….riuscirà a fare qui da noi quello che ha fatto all’estero?”.
Arrivato da noi nella stagione 1995/96, dopo ottime prestazioni nelle amichevoli estive, ci mise 6 minuti per fugare ogni dubbio. All’esordio in campionato il Milan di Capello affronta in trasferta il Padova, e “King George” si metterà subito in evidenza segnando il gol del vantaggio grazie ad un colpo di testa con un’elevazione straordinaria e fornendo l’assist del gol vincente al Capitano Franco Baresi. Tutti furono conquistati dalle sue doti, ma la certezza che Weah sarebbe stato per noi un campione si sarebbe avuta alla terza giornata: il Milan gioca all’Olimpico di Roma contro i giallorossi allenati da Mazzone. Andiamo sotto per un gol di Balbo, ma il centravanti liberiano ribalterà punteggio e partita segnando una doppietta; il secondo gol, tra l’altro, fu coronato da un dribbling secco sull’ultimo difensore, Aldair, e da un tocco di esterno sull’uscita del portiere Cervone….un capolavoro!
Dopo quattro vittorie consecutive il Milan perde l’imbattibilità a Bari, ed ala sesta giornata affronta a S.Siro lo scontro diretto contro la Juventus. Il Milan vince 2-1 in virtù di un grande primo tempo, e la coppia Simone-Weah andrà a referto con due gol bellissimi. Il Milan da quel giorno prende il volo e non sarà più ripreso dai bianconeri, anche perché Weah continua a stupire. Alla dodicesima giornata all’Olimpico contro la Lazio concede il bis, segnando a 3’ dalla fine un gol che rimarrà nella storia. Weah è solo nella metà campo avversaria, salta un uomo (Marcolin) e con davanti i due centrali laziali butta la palla da una parte e li supera in velocità dalla parte opposta, si presenta davanti al portiere Mancini e con un delizioso esterno destro deposita la palla in rete. Quel giorno capimmo che avremmo vinto lo scudetto, perché con un attaccante così non ci avrebbe fermato nessuno. Il suggello al titolo Weah lo mise a Torino contro la Juve alla giornata numero 23, segnando alla mezz’ora il gol del pareggio (finirà 1-1) con un bel gol di testa su cross di Donadoni.
Alla fine della stagione saranno 15 le reti segnate dal liberiano, di cui 11 in campionato, 1 in Coppa Italia e 3 in Coppa Uefa (usciremo ai quarti contro il Bordeaux di Zidane).
Capello nel 1996/97 lascia il Milan dopo 5 stagioni di trionfi ed al suo posto arriva Tabarez. La stagione sarà un disastro su tutti i fronti, ma non per Weah, che a livello personale farà addirittura meglio dell’anno precedente: 16 gol di cui 13 in campionato.
Eppure l’esordio è promettente. A S.Siro si presenta il Verona ed alla fine del primo tempo perdiamo 0-1. Il Milan si scatena nella ripresa e vincerà per 4-1. All’85’ Weah segnerà quello che sicuramente è il più bel gol che io abbia mai visto segnare dal vivo: un coast to coast di 110 metri dalla nostra area (c’era un corner per il Verona) a quella avversaria. Dopo aver saltato in serie numerosi avversari George si presenta in area avversaria ed in diagonale batte Gregori. Fantastico!
Aneddoto personale: quella domenica andai a S.Siro con mio cugino e la sua signora che era incinta di 9 mesi. Quando Weah prese la palla e si involò verso la porta avversaria il pubblico cominciò a seguire incredulo l’azione. Man mano che saltava gli avversari gli spettatori si alzavano in piedi e sembrava quasi che spingesse George in quell’incredibile cavalcata; quando la palla entrò in rete S.Siro venne letteralmente giù ed io mi ritrovai con mio cugino tre file più in basso. Nel caos totale tutti e due ci guardammo negli occhi e pensammo la stessa cosa: ci girammo di scatto verso sua moglie preoccupati; per fortuna ci fece un segno tranquillizzante…”non vi preoccupate, malgrado la baraonda non ho partorito sugli spalti!!!”. Fu un pomeriggio indimenticabile, ed ogni volta che penso a Weah mi viene in mente quell’episodio.
La stagione dopo (1997/98) torna Capello, ma la musica non cambia. Sarà un anno negativo in campionato, e l’unica consolazione sarà la disputa di una bella Coppa Italia che il Milan butta via in finale contro la Lazio. La finale d’andata il Milan la vince al 90’ (gol guarda caso di Weah), ma in quella di ritorno, in vantaggio di un gol, subimmo 3 gol in dieci minuti ed addio trofeo.
Weah farà comunque il suo dovere, e segnerà 13 gol in stagione.
La stagione 1998/99 sarà quella della rivoluzione zaccheroniana. Il Milan vincerà uno scudetto in rimonta incredibile sulla Lazio, e George, pur segnando meno del solito (8 gol in campionato), sarà grande protagonista della conquista del 16° scudetto. Grande la doppietta segnata a Torino contro la Juve alla terz’ultima giornata nella vittoria per 0-2. Rimarrà indelebile l’immagine di Weah che preso per mano con Boban, corre ad esultare sotto la curva stipata di tifosi rossoneri in delirio!
Qualche domenica prima, ad Udine, George aveva festeggiato la sua centesima presenza con la maglia rossonera segnando un gol ed esibendo la maglia celebrativa “100 partite, grazie amici”!
Nel 1999/00 Weah comincia la sua quinta ed ultima stagione in rossonero. A 34 anni comincia a faticare nella conquista di un posto da titolare e da protagonista, e così a gennaio si trasferirà in Inghilterra al Chelsea. In quello spicchio di stagione George giocherà 10 gare, ma farà in tempo a regalare l’ultima gioia ai suoi tifosi: segnerà al 90’ il gol decisivo della vittoria nel derby contro l’Inter (2-1) con uno splendido stacco di testa su corner battuto da Boban.
Fu l’ultima perla di una splendida ed indimenticabile esperienza di Weah con la nostra Maglia. Il bilancio complessivo sarà di 147 partite e 58 gol, di cui 46 in campionato, 5 in Coppa Italia e 7 nelle Coppe europee.
Un’avventura di cui non smetteremo mai di ringraziarti, caro George, sia per le tue prodezze sul campo, sia per il buon umore e la simpatia che ci hai trasmesso fuori dal campo!



di Gianpiero Sabato

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