MOMENTI DI GLORIA

MOMENTI DI GLORIAMilanNews.it
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sabato 5 dicembre 2009, 00:00Terza pagina MilanDay
di Milan Day
MilanNews collabora con LA TERZA PAGINA, "storica" rubrica del blog MilanDay.it.

E’ notizia di poche ore fa l’assegnazione del Pallone d’Oro 2009 al fuoriclasse argentino del Barcellona Lionel Messi. Un successo annunciato da tempo, un trionfo meritato, ma soprattutto un plebiscito senza precedenti: pensate che “la pulce” ha ricevuto la bellezza di 473 punti sui 480 possibili. Nessuno aveva mai ottenuto tanto. E’ il trionfo personale di Messi, ma nello stesso tempo è il trionfo di una squadra, il Barcellona, in grado di dominare la stagione su tutti i fronti: sono ben tre gli azulgrana ai primi quattro posti della classifica (oltre a Messi anche Xavi ed Iniesta, rispettivamente terzo e quarto), mentre l’unico “intruso” è il portoghese Cristiano Ronaldo (arrivato secondo e vincitore uscente). La classifica di quest’anno (come quella del 2008), si è caratterizzata per la totale assenza di calciatori italiani in grado di arrivare nelle prime posizioni, così come sono praticamente assenti i calciatori che militano nelle squadre del campionato italiano (attualmente ci giocano solo Julio Cesar, Maicon Eto’o e Diego).
Questa “latitanza” non è una cosa usuale, dal momento che l’Italia è in testa alla classifica per nazionalità del club dei vincitori, vale a dire che per ben 17 volte e mezzo il Pallone d’oro è stato vinto da calciatori che appartenevano a club del campionato italiano. Viene equamente diviso ( ½ e ½ ) tra due club il trofeo vinto da un calciatore che ha militato in due club durante l’anno solare. Si tratta di una chiara dimostrazione dell’importanza del nostro calcio nella storia di questo trofeo, molto ambito e prestigioso ma nello stesso tempo discusso e discutibile.
Ed allora è proprio alla storia che vogliamo dare un’occhiata, soprattutto perché in questa storia il nostro Milan occupa un posto importante.
Cominciamo con il dire che il Pallone d’Oro è stato istituito nel 1956 dalla rivista francese France Football, con l’intento di premiare annualmente il calciatore europeo che più di ogni altro si è distinto durante tutto l’anno solare. Successivamente, a cominciare dal 1995, si decise che potevano concorrere alla vittoria del trofeo anche calciatori extra europei. Addirittura, a partire dal 2007, possono concorrere alla vittoria anche calciatori che militano al di fuori dei club associati all’Uefa, quindi a qualsiasi club della FIFA. A decidere la classifica generale sono 96 giornalisti sportivi di tutto il mondo che nel mese di dicembre scelgono il vincitore. I criteri per l’assegnazione del premio tengono conto delle prestazioni individuali e della squadra di appartenenza, il talento ed il fair play del calciatore, oltre alla carriera ed alla personalità.
Diciamo subito, che molto spesso la scelta del vincitore ha lasciato qualche perplessità, dal momento che i giurati hanno spesso privilegiato i calciatori che ricoprivano ruoli dal centrocampo in su, trascurando calciatori dediti alla difesa che erano altrettanto meritevoli. Che Franco Baresi e Paolo Maldini non abbiano mai vinto questo trofeo negli anni in cui trascinavano, con la fascia da capitano, il Milan ai trionfi in giro per il mondo è un autentico scandalo.
Nonostante questa grave mancanza, i calciatori del Milan si sono sempre ben comportati nella storia del premio. Il primo calciatore rossonero (ed anche italiano) a conquistare il trofeo fu Gianni Rivera; il capitano rossonero lo conquistò nel 1969, anno in cui trascinò il Milan alla conquista della Coppa dei Campioni (vinta contro l’Ajax) e della Coppa Intercontinentale (contro l’Estudiantes). Nella classifica finale, il Golden Boy con 83 punti battè in volata un altro italiano, “Rombo di tuono” Gigi Riva che di punti ne conquistò 79.
Dopo un lungo digiuno, è con l’avvento dell’era Berlusconi che i giocatori del Milan cominciano a monopolizzare “il premio”. Un po’ a sorpresa, il primo a portare a casa il riconoscimento fu l’olandese Ruud Gullit nel 1987. Giunto al Milan dal PSV Eindhoen, Ruud si guadagnò il premio grazie ad una prima parte di stagione strepitosa col Milan di Sacchi. Sicuramente influì sui giurati anche la grandezza del personaggio, ed il suo costante impegno nella lotta contro l’apartheid al fianco di Nelson Mandela.
Da un olandese ad un altro. Dopo Ruud Gullit, cominciò l’epoca del grandissimo Marco Van Basten, capace di vincere per ben tre volte. Nel 1988 a spingere Marco verso il trionfo furono le spettacolari prodezze con cui trascinò la nazionale olandese alla conquista del Campionato Europeo per Nazioni. Col Milan aveva vinto lo scudetto, ma bisogna onestamente ammettere che fu il trionfo con la Nazionale ad assegnargli la vittoria. A riprova di ciò, oltre a Van Basten, gli altri due gradini del podio furono occupati dai suoi compagni Gullit e Rijkaard. Van Basten concesse il bis nel 1989, anno in cui trionfò col Milan in Coppa dei Campioni. Van Basten, oltre a realizzare due reti nella finalissima di Barcellona, fu anche il capocannoniere di quell’edizione della Coppa. Sarà ancora Marco Van Basten a trionfare nell’edizione del 1992. Furono le prodezze di Coppa a spingere al successo il centravanti rossonero, nonostante la prima parte dell’anno non proprio brillante. Van Basten ebbe la capacità di influenzare molto i giurati verso la fine dell’anno (in prossimità dell’assegnazione del premio), soprattutto grazie ad un poker di gol rifilato al Goteborg in una fredda sera di Novembre. Se non fosse stato per un ritiro prematuro, probabilmente Marco avrebbe potuto incrementare il suo bottino di Palloni d’Oro. Nonostante ciò, con tre trionfi, Van Basten è il giocatore, insieme a Cruijff e Platini, ad aver vinto più volte il premio.
Nel 1995 a trionfare è George Weah. Il liberiano fu il primo calciatore non europeo a vincere il premio, oltre ad essere l’unico calciatore africano ad esserci riuscito. Big George fece una grande prima parte di anno col Paris Saint Germain, e completò l’opera con un ottimo inizio di stagione con la maglia del Milan. Nonostante l’assenza di trofei internazionali vinti, Weah riuscì ad impressionare i giurati grazie alla grande visibilità che gli offrì il Milan di Capello. Non c’è dubbio che anche “l’aspetto politico e simbolico” ebbe il suo peso.
Passano 9 anni, e finalmente arriva il tanto atteso trionfo di Andry Schevchenko. Dopo essere già arrivato sul podio negli anni 1999 e 2000, nel 2004 centra il meritato successo. Forse l’avrebbe già meritato prima (ad esempio nel 2003), ma dopo aver trascinato il Milan alla conquista della Champions nel 2003, alla vittoria dello scudetto nel 2004 ed aver trascinato a suon di gol la nazionale ucraina, la giuria non potè non assegnargli la vittoria.
L’ultimo della serie, nel 2007, è stato Ricardo Kakà, autentico trascinatore del Milan alla conquista della sua settima Coppa dei Campioni. Kakà realizzò in quella edizione ben 10 reti, mettendo a segno delle autentiche perle, soprattutto nella doppia sfida contro il Manchester United. La vittoria in Supercoppa Europea (con 1 gol) e nel Mondiale per Club (con 1 gol) legittimarono il suo successo.
Oltre a questi, c’è da sottolineare che hanno indossato la maglia del Milan anche altri vincitori del più ambito trofeo individuale d’Europa. Hanno giocato, infatti, col Milan anche JP Papin, Paolo Rossi, Roberto Baggio, Rivaldo, Ronaldo e Ronaldinho. Da menzionare, inoltre, che oltre ai 7 trionfi, i giocatori rossoneri hanno conquistato “il podio” altre 9 volte: 1 con Rivera, 1 con Gullit, 1 con Baresi, 2 con Rijkaard, 2 con Maldini e 2 con Shevchenko.
Segnaliamo che il primo vincitore del trofeo è stato l’inglese Stanley Matthews (del Blackpool) nel 1956, che Franz Beckenbauer e Michel Platini sono stati i calciatori a conquistare il maggior numero di podi (5), che Messi è il primo calciatore Argentino a conquistare il premio, che Ronaldo è stato il più giovane vincitore (a 21 anni e 3 mesi) e che Lev Yashin è stato l’unico portiere premiato.
Ricapitolando, il Milan è al terzo posto assoluto nella classifica delle squadre che hanno conquistato più Palloni d’Oro: a precederci solo la Juventus (8 e ½) ed i Barcellona (7 e ½). Staccate tutte le altre. Una ulteriore e chiara dimostrazione della conclamata vocazione internazionale del nostro club. Un potenziale vincitore in squadra ce l’abbiamo anche ora; sta a lui, nel futuro, trascinare il Milan verso nuovi trionfi e sé stesso sotto l’Arco di Trionfo di Parigi.
Vai Pato, il futuro di questo premio è tuo!



di Gianpiero Sabato

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