Un rimpianto di centrocampista

Un rimpianto di centrocampistaMilanNews.it
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sabato 11 dicembre 2010, 09:40Terza pagina MilanDay
di Milan Day

Trattasi di uno dei più grandi rimpianti della storia milanista, uno di quei casi in cui pensi a “quello che poteva essere ed invece non è stato fino in fondo”, soprattutto guardando la storia a posteriori, soprattutto guardando quello che il destino stava per riservare ai suoi compagni di merende!

Della nidiata del ’63 che alla fine degli anni Settanta sbarcò a Milanello forse (anzi, sicuramente) era il più forte, ma proprio questa, paradossalmente, è stata la sua sfortuna.
Eh sì, perchè all’immediata vigilia dell’era berlusconiana, sotto la presidenza Farina, può succedere che il pezzo pregiato della collezione venga sacrificato per fare cassa, e che poi da lontano lo stesso debba assistere ai trionfi di quelli che fino a ieri erano stati i suoi compagni (Baresi, Tassotti, Evani e Paolo Maldini).
Questa è la storia di Sergio Battistini, ragazzo di Massa, che grazie all’occhio lungo di Italo Galbiati entrò a far parte delle Giovanili rossonere insieme al suo “gemellino” Alberigo Evani (anche lui classe 1963, anche lui di Massa) nella seconda metà degli anni settanta.

Battistini di ruolo fa il centrocampista, ma le sue immense qualità lo rendono un giocatore molto duttile.
Nel corso della sua esperienza rossonera ricoprirà tutti (ma proprio tutti) i ruoli del centrocampo, ma all’occorrenza sarà impiegato, con ottimi risultati, anche da difensore, per non parlare delle sue spiccatissime doti di inserimento che lo renderanno un centrocampisti dalle ottime qualità realizzative: saranno ben 37 i gol che Sergio realizzerà con la nostra maglia in 201 partite ufficiali disputate (in tutto 6 stagioni, anche se in realtà sono 5 di piena militanza).

Per cercare di descriverlo ai più giovani, si può dire che Sergio Battistini ricorda molto Massimo Ambrosini per la duttilità e per le capacità di inserimento in zona gol, con delle qualità tecniche superiori all’attuale capitano rossonero ma con delle qualità fisiche e di interdizione inferiori.
Comunque la si pensi una cosa sembra certa: aveva tutte le potenzialità per diventare un punto di riferimento importante anche per il Milan dell’era Berlusconi.

Sergio è un ragazzino che si mette in mostra subito, e già a sedici anni (stagione 1979/80) viene aggregato alla prima squadra, anche se l’esordio avverrà solo in Coppa Italia.
Ma l’apprendistato non sarà lungo, ed a seguito delle “disavventure” societarie che spingono il Diavolo in serie B per la prima volta, il suo lancio definitivo tra i titolari avviene già nella stagione successiva (saranno ben 40 le presenze totali con un bottino di 5 gol).
La riscossa di quella stagione viene ancora affidata alla “vecchia guardia” (quasi tutti quelli che hanno conquistato il decimo scudetto della Stella), ma dopo il secondo disastro consecutivo (nuova retrocessione in B) la società decide per la “rivoluzione” che affida un bel manipolo di giovani alle sapienti mani di Ilario Castagner.

Battistini è un giovane di 19 anni, ma ha già 80 presenze con la maglia rossonera sulle spalle, ed ogni volta che il neo capitano Franco Baresi è assente... (continua)