A Bergamo derby d'Europa. Fonseca e il tempo che serve. Mercato, porte aperte ma servono i rinnovi. Maldini alla festa del 125° compleanno

A Bergamo derby d'Europa. Fonseca e il tempo che serve. Mercato, porte aperte ma servono i rinnovi. Maldini alla festa del 125° compleannoMilanNews.it
venerdì 6 dicembre 2024, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

È l'Europa il filo conduttore della sfida con l'Atalanta: lo spessore dei nerazzurri dopo la brillante conquista dell'EL e la tradizione, la storia rossonera, ma anche la rincorsa dei bergamaschi a uno scudetto storico o comunque a una nuova qualificazione in Champions, e quella del Milan a un piazzamento utile per parteciparvi anche nella prossima edizione. Si tratta del sottofondo di una sfida che ha in realtà un sapore italianissimo, vista la classifica in serie A che bussa per l'ultima volta alla porta di Fonseca, altrimenti il podio (quanto meno) chiude i battenti e sarà una rincorsa ai piazzamenti di rincalzo. 
L'allenatore portoghese ha esaurito il tempo che serve per trovare bilanciatura e assetto della squadra. Ormai è acclarato - molti lo hanno sostenuto da tempo - che serva un giocatore meno offensivo a dare una mano a Fofana, proteggere Emerson Royal e in generale la difesa, lasciare Reijnders più libero di scorrazzare. In un articolo pubblicato giovedì 5 sul blog di Filippo Galli, "La complessità del calcio", ho fatto un parallelo tra Musah e Krunic nelle vesti degli equilibratori. Rade fu determinante nella volata scudetto del 2022 e da allora divenne quasi inamovibile sulla scacchiera di Pioli, sfidando la lettura e la comprensione degli opinionisti e dei tifosi. Ho azzardato un accostamento sulla carta improponibile tra Real Madrid ed Empoli, accomunate solo dal Milan che le ha battute rifilando 3 gol a entrambe e subendone solo uno su rigore, utilizzando lo stesso impianto, lo stesso sistema con l'americano pronto a offendere, arretrare, accentrarsi. Una duttilità che deve ancora definitivamente fiorire in un ragazzo di 22 anni, ma che costituisce una risorsa immediata.

Fonseca in questi mesi ha dimostrato duttilità (forse persino troppa), potrà adattare formazione e struttura a seconda degli avversari riproponendo qualche volta anche quella fila avanzata a 4 con Leao, Abraham, Morata e Pulisic, ma dopo le imbarcate di Cagliari e Bratislava che hanno evidenziato una volta di più limiti soprattutto nell'attenzione dei singoli, è stata imboccata una strada volta a raggiungere coperture, equilibrio, continuità che rappresentano le falle più ampie della nave.

Non ci sono dubbi che Theo e Fofana abbiano bisogno a gennaio di qualche sostituto affidabile, non ci sono dubbi che ci si stia muovendo in questa direzione: avanzando in Coppa Italia e casomai in Champions, con la Supercoppa alle porte, sarà più che mai necessario individuare due acquisti che completino il mosaico della rosa colmando i vuoti evidenti a centrocampo e sulla sponda sinistra della difesa. Parallelamente, a proposito di Hernandez ma anche degli altri, Reijnders capofila, diventa importantissimo anche sveltire i tempi dei rinnovi. Ibra aveva detto in estate di conoscere le richieste di tutti e che la società è in grado di soddisfarle: è l'ora delle firme.

Alida, meravigliosa presidentessa del Milan Club Podenzano (Piacenza) e ospite assidua sul canale YouTube di Milancommunity, mi ha chiesto su whatsapp se Paolo Maldini sia stato invitato alla festa del 125° compleanno in occasione della partita con il Genoa e se - nel caso - parteciperà. D'acchito, la memoria è andata al 100° compleanno quando fu invitato Gianni Rivera, a suo tempo allontanato da Berlusconi, e Rivera presenziò. Sono convinto che a Paolo l'invito sia stato esteso senz'altro, non voglio credere il contrario. La sua è una decisione personale, ma è una questione che riguarda certamente anche la storia, l'ambiente, i tifosi che lo accoglierebbero probabilmente con ancor più calore rispetto allo scudetto del 2022. Evitando abbracci, sorrisi e strette di mano, forse si può fare. Fossi Maldini sì, parteciperei, ma sfortunatamente non lo sono. Mi piacerebbe vederlo, ma mi rendo conto che non sia un uomo avvezzo alle ipocrisie. 

Nella mia vita sono andato al matrimonio di una ex fidanzata che avevo amato moltissimo e con la quale il finale era stato molto turbolento. Ci andai anche per accontentare i suoi, i quali avrebbero preferito me al marito, ma non fu una vendetta: solo un ultimo estremo atto d'amore. La differenza è che io quel giorno persi definitivamente la speranza di riaverla, per Paolo non si può mai dire.