Il Milan domina a Roma, ma per tutti ruba e ha culo. Maresca: sempre tu, speravo di non vederti più. Ibra immortale
Far passare la vittoria del Milan sulla Roma come un ladrocinio è una cosa aberrante. Perché il signor Maresca di Napoli ha fatto l’ennesimo show personale (è scarso, lo è dai tempi della Can D e di quando arbitrava la Primavera. Speriamo di non vederci più), ma Mourinho non ci ha capito nulla in undici contro undici, con la partita che gli è stata impacchettata da Stefano Pioli e dai suoi uomini, che hanno saputo essere leader e decisivi nelle diverse fasi della partita. Zlatan Ibrahimovic ha chiarito, ancora una volta, perché dovrà essere ricordato ai posteri come l’uomo che ha saputo mantenere un tasso di incisività così alto al cospetto di una carta d’identità ingiallita solo a livello anagrafico. Ibra ha ancora colpi, visioni, giocate e leadership che nessun altro ha. La punizione con cui abbatte la porta di Rui Patricio viaggiava a 101 chilometri orari, il rigore che si è procurato è netto (rosiconi passate alla cassa, grazie) e gli sono stati annullati altri due gol – giustamente – con il VAR. Ma ha tenuto in ansia una squadra intera, con Mancini e Ibanez che sono andati a ripetizioni. In parità numerica, il Milan è stato più forte della Roma e delle decisioni di Maresca. Con Theo espulso (unica pecca della lettura di Pioli, che poteva pensare di toglierlo prima) c’è stato un arretramento fisiologico, che ha portato i rossoneri a fare le barricate in area di rigore con la Roma che ha messo le tende, accorciato le distanze, recriminato per un contatto Kjaer-Pellegrini e sbattendo su Tatarusanu.
Però guai a dire dei cori razzisti verso Ibrahimovic e Kessie, sia mai eh, il Milan ieri sera ha rubato la partita, ha fatto “il sacco” con il passamontagna e altre amenità simili. Troppo complicato ammettere che Pioli, il tanto vituperato e bistrattato Pioli, sia diventato un ottimo allenatore da vertice. Troppo complicato dire che chi ha saputo attendere i giovani talenti, adesso ne raccoglie i frutti. Che i “vecchi” stanno rendendo ancora perché entrati in un contesto a loro congeniale. Tutto troppo, estremamente, complicato. Meglio frignare e attaccare il Milan, perché il Milan lassù dà fastidio, il Milan lassù toglie milioni di euro ad altre squadre, il Milan lassù non lo volevano più. Eppure rieccolo lì, dove gli compete e lo sta facendo con merito. Nessuno, nelle scorse settimane, ha fatto l’elenco dei rigori a favore del Napoli mentre l’anno scorso, ogni giornata di campionato, c’era l’analisi spirometrica di ogni penalty concesso al Milan. È diventata una lotta vera e propria, siamo pronti a combatterla.
L’espulsione di Theo Hernandez apre, nuovamente, un’emergenza tecnica in vista del derby. Il capolavoro di Maresca, che non vede il fallo su Krunic da cui nasce l’azione che porta al rosso del francese, è roba da cineteca degli orrori. Toccherà a Ballo-Touré, ripresosi dalla botta di Bologna, e per lui sarà un gran banco di prova. Il Milan ha ormai dimostrato di essere una squadra da scontri diretti e sono i punti a dirlo: 3 contro la Lazio, 3 contro la Roma, 3 con l’Atalanta e un pareggio amaro contro la Juventus. Tre partite su quattro giocate fuori casa. Ma per tanti si tratta sempre e solo di “Culo Milan”.
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