Io e il divano. Falsa Partenza. Mission Impossible. Milan, viva la libertà!!

Sono seduto sulla mia scrivania di noce, comprata da un antiquario, qualche anno fa. Ha origine svizzera, come conferma una piccola bandiera rosso crociata. Mentre scrivo, ogni tanto mi volto a destra. In salotto, domina davanti al televisore un bel divano grigio relax, con una “penisola” per allungare le gambe e stare più comodi. Sembra parlarmi: “Non hai intenzione di passare tutti i martedì, mercoledì e i giovedì sdraiato qui, a vedere gli altri giocare, spero?!".
“A me lo dici?!?!“, avrei voglia di rispondergli, urlando. Se mi avessero detto, l’agosto scorso, alla vigilia della prima giornata di campionato, che il Milan non sarebbe stato quasi mai nelle prime quattro posizioni, precipitando al nono, ripeto NONO, posto, mai e poi mai, lo avrei immaginato. Come solo tre mesi fa, che non mi sarei qualificato agli ottavi di finale, perdendo contro la Dinamo Zagabria. Sono state imprese da Tom Cruise, in “Mission Impossible” Quando si aggrappava al lato di un Airbus A400M in fase di decollo, raggiungendo i 5000 piedi. Con la qualità di questa rosa, anche Ethan Hunt avrebbe risposto “No, non arrivare fra le prime quattro, è troppo anche per me!”.
Mancano sette partite alla fine più una o due in Coppa. La stagione quindi potrebbe ancora riservare buone soddisfazioni, a patto che l’allenatore trovi finalmente uno schieramento base e non lo modifichi più. Parole che affermate, a un mese e mezzo dalla fine della stagione, appaiono paradossali.
Vogliamo ora l’attenzione al futuro, dopo questi due anni turbolenti, che non oso ancora definire fallimentari perché, nella scorsa stagione, il Milan è arrivato secondo e questa non è ancora terminata. Solo il tempo, il vero padrone della verità, ci aiuterà a usare gli aggettivi giusti il 25 maggio. Poi però liberi tutti!! La partenza comunque è stata già falsa. Dopo aver trovato la figura giusta, nel ruolo fondamentale di DS, cioè Fabio Paratici, in una notte tutto è cambiato, clamorosamente cambiato. Giovedì sera, 3 aprile, si diceva che contratti fossero già pronti per la firma, già fissate le prime call di lavoro, quando improvvisamente alle 10.30 di venerdì 4 aprile, puff... tutto è svanito. Come in un tremendo e insopportabile gioco dell’oca: “Ritornare alla casella 0”.
Sulla trattativa saltata, nascono subito pesanti rumors. Si ipotizzano pressioni di chi e di quale genere non ci sono ovviamente sicurezze. Non credo invece a un ripensamento dovuto agli impedimenti legati alla squalifica di Paratici, perché erano chiari dal primo giorno della trattativa. Oltretutto il Milan non aveva commesso nulla di irregolare perché, come recita l’articolo 9, in attesa della fine della inibizione, Fabio Paratici avrebbe potuto andare in sede e lavorare con i dirigenti dettando le strategie di mercato e addirittura andare a Milanello per assistere agli allenamenti. L’articolo parla chiaro, non poteva trattare con agenti e giocatori.
E allora chi ha minato alla libertà del Milan di scegliere un suo nuovo dirigente bravo e preparato? Perché? Sono tutte domande senza una risposta precisa ovviamente. Proprio perché qualcuno avrebbe interferito, uso sempre il condizionale, nelle libere scelte del Club, io avrei cambiato strategia.
Giorgio Furlani e i suoi collaboratori sarebbero in grado di portare avanti le trattative per allenatore e giocatori in maniera totalmente autonoma, fino al 20 luglio. Piuttosto che darla vinta ai presunti autori delle pressioni, sarei partito anche con una campagna rafforzamento ad handicap. Con un nuovo allenatore, con una differente gestione del Club, con una nuova figura esperta di campo e scrivania, non servono infatti grandi ritocchi. Sarebbe come vincere un titolo, annunciare a mezzanotte del 20 luglio, l’assunzione di Fabio Paratici e vederlo entrare in sede con un metaforico red and black carpet. Quanto sarei felice nel vedere tremare in tanti. Per il Club sarebbe un grande upgrade per buona pace dei presunti “PRESSIONANTI”.
Con un Milan libero, che non deve sottostare a ipotetiche costrizioni , che sceglie le figure che lo possano migliorare .
Lasciate che io mi illuda, augurandomi che sorprendano con un geniale “coupe du theatre”. Insomma io ci voglio credere, fino a quando non ci sarà l’ufficializzazione di un nuovo DS o Paratici avrà firmato per una nuova società. Questa proprietà e questi dirigenti hanno raggiunto, visti i risultati, il punto più basso della loro gestione.
Una mossa di orgoglio, di forza, di coraggio avrebbe potuto essere vista finalmente come il primo gesto da grande Club. E ne ho tanta nostalgia!

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati