...Il momento di cambiare pelle: "Paul Newman" cerca il suo regista

...Il momento di cambiare pelle: "Paul Newman" cerca il suo registaMilanNews.it
© foto di Markus Ulmer/PhotoViews
lunedì 16 luglio 2012, 22:30Focus On...
di Emiliano Cuppone

La rivoluzione è partita, via i senatori, svecchiamento della squadra, partite (o quasi) le due stelle, il Milan deve cambiare pelle e filosofia.
Massimiliano Allegri è arrivato alla prova del nove, adesso starà a lui dimostrare che il suo Milan non è Ibradipendente (o Thiagodipendente che dir si voglia). Il diavolo non perde solo le due stelle più luminose del suo firmamento, perde soprattutto due colonne portanti del gioco espresso negli ultimi due anni, due fonti di gioco preziosissime nella manovra del tecnico livornese.
La rinuncia a Pirlo (più o meno condivisibile) è scaturita dalla possibilità di avere un regista arretrato, il brasiliano, ed un colosso cui scaricare il pallone quando si è in difficoltà, lo svedese, permettendo ad Allegri di imbastire un centrocampo tutto muscoli con una diga in mediana più tattica che tecnica (Mark Van Bommel per intenderci).
Il tecnico toscano ha avuto l’onore (e l’onere) di poter allenare un Milan che aveva in squadra un giocatore unico come Ibra, l’atleta che più catalizza il gioco al mondo, per molti una manna dal cielo, per altri una condanna tattica che non ha permesso al Milan di esprimere un gioco armonioso e coinvolgente. Allegri ha sempre potuto contare sulle capacità geometriche di Thiago Silva, bravissimo a smistare il pallone grazie ad una tecnica superiore alla media, ottimo a trovare il compagno più avanzato con lanci millimetrici, degni del miglior regista. Spesso e volentieri Zlatan si abbassava a raccogliere il pallone in mediana, facilitando il compito degli uomini che gravitavano in mezzo e proponendosi come ispiratore della manovra oltre che finalizzatore.


Ad oggi, con un parco attaccanti differente, fatto di uomini bravissimi a trovare la profondità, ma meno a tenere il pallone ed imbastire la manovra, con un trequartista poco tecnico, ma molto incisivo, come Boateng e senza un regista basso nella linea difensiva, gli scenari cambiano radicalmente.
Il Conte Max dovrà cambiare filosofia e fisionomia della squadra, dovrà ritornare al suo gioco in verticale, avrà bisogno di un cervello in mezzo al campo oltre che di muscoli pronti a proteggere la linea a quattro di difesa. In un contesto del genere, diventa fondamentale (ancor più di prima) l’innesto di un mediano/regista, un metronomo di centrocampo capace di dettare i tempi, gestire la manovra e pescare le punte in profondità.
Azzardare nomi al momento appare difficile, sono tanti quelli accostati al Milan e tutti con caratteristiche differenti, certo quello che ci vorrebbe sarebbe un giocatore capace di abbinare tecnica e senso della posizione, doti fisiche e qualità con i piedi. Certo non un profilo semplice da scovare, sicuramente difficilissimo a prezzi contenuti, il nome che più stuzzica è quello di Xabi Alonso, ma parliamo di voci, nulla di fondato.
Non resta che attendere e guardare l’evoluzione del mercato rossonero, attendendo che la rosa si completi, confidando nelle capacità di Allegri di cambiare pelle a questa squadra, magari venendo incontro a chi vorrebbe un Milan più spettacolare. Max l'acciuga, da molti accostato ad Paul Newman per una neanche troppo vaga somiglianza, cerca un regista per il sequel del suo film in rossonero.