...La cessione di Thiago sarebbe un "suicidio", l'acquisto dell'alternativa una necessità
Arrivano notizie rassicuranti sul fronte cessioni, il Barcellona che si tira fuori dalla corsa a Thiago Silva (almeno così parrebbe per ovvi motivi economici) apre il cielo sul mercato del Milan, allontanando nuvoloni blaugrana minacciosi di pioggia di critiche per la possibile partenza del numero 33.
Con il City che si è defilato da tempo (almeno nelle dichiarazioni), a Galliani non resta che resistere alle ricche tentazioni che giungono dalla Francia, da quel PSG pigliatutto che sembrerebbe voler portare il Mostro all’ombra della Tour Eiffel, anche se le parole di Carlo Ancelotti, uomo che non si nasconde dietro dichiarazioni di facciata, sembrano lasciare ai tifosi del diavolo la possibilità di dormire sonni tranquilli.
La cessione di Thiago Silva, senza dubbio la più remunerativa fra le possibili operazioni in uscita, sembra quasi del tutto scongiurata, come rimarcato da quel 99,99% di possibilità che resti indicato da Adriano Galliani. Nei fatti, vendere il brasiliano sarebbe un vero e proprio suicidio calcistico per la squadra rossonera, già orfana di un campione del calibro di Alessandro Nesta, dopo 10 anni di serenità arretrata garantita dal marchio del numero 13.
Se il centrocampo è la zona che ha sofferto di più gli addii dei senatori così come gli infortuni nella stagione passata e, dunque, appare il primo reparto da rinforzare, la retroguardia di Allegri non sembra poter far dormire sonni tranquilli al popolo rossonero. Anche mettendo in conto che il mostro numero 33 non parta (speranza e convinzione di chi scrive), resterebbe da appurare l’affidabilità del suo più stretto collaboratore, al momento individuato nella figura imponente di Philippe Mexes.
Il centrale transalpino, giocatore splendido e dotato di qualità fisiche e tecniche importanti, sembra un eterno incompiuto. Imperioso ed impetuoso quand’è in stato di grazia, l’ex romanista è stato provvidenza ed allo stesso tempo tempesta funesta per le sorti del diavolo nella stagione appena conclusa.
Nel fare una media delle prestazioni di Mexes il voto alla sua stagione non può che essere positivo, impeccabile per lunghi tratti, rasentando la perfezione nella gran parte delle sfide, è apparso una mina vagante in alcuni dei match chiave dell’annata appena conclusa. Se guardiamo alle tre sfide rivelatesi fondamentali nella corsa agli obiettivi rossoneri, il francese è stato una vera e propria calamità per la porta difesa da Abbiati ed Amelia. Sia chiaro che non si vogliono addossare tutte le colpe a lui, per di più rientrato dopo un lunghissimo stop, ma a ben vedere a Torino, in semifinale di Coppa Italia, Mexes è praticamente “svenuto” dopo essere stato sfiorato da Del Piero, aprendo la strada al vantaggio bianconero. Si è ripetuto, facendo ancora peggio, al Camp Nou nei quarti di finale di ritorno di Champions League, regalando la ripartenza a Messi con una gestione inspiegabile di un pallone semplice con una prateria davanti per controllarlo e fare la cosa giusta, regalando così ancora una volta il vantaggio agli avversari. Disastroso in campionato a San Siro contro la Fiorentina, in quella che si è rivelata la partita della svolta, in negativo, della corsa scudetto rossonera, cercando un inspiegabile anticipo, costringendo Bonera a salire con la palla scoperta, e lasciando un’autostrada al gol del pari viola, bissando con un intervento goffo di testa cha ha spianato la via al raddoppio siglato da un redivivo Amauri.
Da valutare, dunque, l’affidabilità del francese che non sembra poter prescindere dall’avere al suo fianco Thiago Silva (con la speranza e la convinzione che ci sia ancora), prendendo in considerazione l’idea di acquisire una valida alternativa. In questo contesto ben s’incastra l’affare Acerbi, ancora lontano dalla conclusione, ma ben avviato a portare il centrale del Chievo in rossonero con la speranza che sappia ripetere quanto di buono ha fatto vedere nella stagione appena conclusa.
Da quanto sopra esposto risulta palese come il diavolo non possa fare a meno di Thiago Silva, e di questo Adriano Galliani e Massimiliano Allegri sembrano esserne coscienti, e quanto possa essere importante investire tanto in mediana (reparto che garantisce equilibrio e copertura difensiva, alleggerendo in maniera decisiva il compito dei difensori), quanto nella linea arretrata, potendo così sopperire al pesantissimo addio di Nesta ed ai cali di concentrazione (per nulla sorprendenti perché ripetuti negli anni) di Philippe Mexes che resta pur sempre l’uomo su cui puntare.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
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