...Thiago-Psg bis: bomba mediatica o poco più
L’estate rossonera, come ampiamente preannunciato, si presenta tribolata come mai prima.
Il caso Thiago Silva sembrava ormai alle spalle, è stata una sofferenza stare dietro a tutte quelle notizie che arrivavano da Parigi, immaginarlo già con una maglia diversa, poi il “colpo di scena” (secondo alcuni annunciato anche quello) ed un enorme sospiro di sollievo.
Pochi giorni, poi di nuovo lo spauracchio Leonardo, alimentato da una presunta richiesta esorbitante dell’agente del calciatore, combattivo come mai prima già nell’immediato post-veto presidenziale, quando chiedeva che lo stipendio del difensore fosse allineato al suo status di giocatore più costoso del Milan. Gli esperti di mercato non hanno perso l’occasione, pronti a prendere al balzo una notizia del genere in un periodo piuttosto avaro di notizie.
Chiuse le comproprietà la scorsa settimana, infatti, poco o nulla si è mosso, come al solito gli operatori si sono presi un attimo di respiro, rimandando le trattative di un certo peso al mese di luglio, dopo un Europeo che a dir la verità ci ha detto poco, di fatto senza lanciare alcun nome nuovo.
In un contesto del genere, ogni indiscrezione, ogni singola sensazione è buona per riempire le cronache di mercato che a cavallo fra giugno e luglio risultano sempre piuttosto scarne di contenuti. Ecco il perché di questo nuovo filone legato al brasiliano. Adriano Galliani in merito ha preferito non esprimersi, visibilmente scocciato e senza alcuna voglia di vedersi sbattere in prima pagina il remake del tormentone Thiago-Psg.
Certo la situazione non è serenissima, quantomeno non è priva di movimenti, nel senso che senza alcun dubbio il giocatore ed il suo entourage “pretendono” un adeguamento dell’ingaggio.
Dall’altro lato, tanto Adriano Galliani, quanto e soprattutto il presidente Berlusconi, sono sempre stati coscienti di questa evenienza, avendo ribadito sin da subito che un ritocco ci sarebbe stato, ma senza martoriare oltremodo le già esangui casse rossonere.
Thiago Silva ha un contratto fino al 2016, il che in un mondo normale sarebbe già sufficiente a far dormire sogni tranquilli, ma nel pazzo universo pallonaro i contratti sembrano lasciare il tempo che trovano, essendo sottoposti a continui ritocchi (pressoché esclusivamente in rialzo) per venire incontro alle esigenze delle parti (per la verità la parte soddisfatta è sempre una).
Il Milan cercherà, come ha sempre fatto, di ascoltare le richieste e di aumentare un ingaggio già importante (4,5 milioni all’anno circa più bonus), sicuramente non arrivando a quell’offerta monstre di 7,5 più bonus (ad arrivare a 9) paventata dai vertici parigini. Sembra pressoché certo che le parti s’incontrino a metà strada, magari intorno ai 5,5 o ai 6 milioni di euro, cifra quantomai congrua soprattutto quando si parla di un difensore (anche se il più forte al mondo).
D’altro canto Thiago Silva sarebbe lo stesso che “l’altro giorno” riferiva di non voler lasciare il Milan, di voler ripercorrere le ombre di mostri sacri come Baresi e Maldini, di voler indossare la fascia di capitano del diavolo, di non aver mai dato peso all’aspetto economico nelle sue scelte, privilegiando le questioni “sentimentali” e di vita quotidiana. Andare al Psg per guadagnare di più, quindi, non sarebbe propriamente in linea con questo pensiero, e di questo il numero 33 dovrebbe rispondere alla propria coscienza ed ai tifosi.
In conclusione sembra proprio che questo nuovo caso Thiago Silva sia più mediatico che concreto, un’impressione (magari fondata) che diventa notizia, in un periodo di naturale stanca del rocambolesco mondo del calciomercato. Un’ottima occasione per lavorare a fari spenti su altri obiettivi magari, lasciando che l’opinione pubblica si fiondi come un branco di piranha sulla sanguinolenta “bistecca” di mercato condita con dell’ottimo vino francese, mentre gli uomini di mercato rossoneri cucinano il piatto forte di una campagna acquisti già ricca, ma ancora tutta da scoprire.
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