Jet-lag ed immobilismo, i mali del Milan di luglio. Presidente, mi consenta: gli under23 costano...

Jet-lag ed immobilismo, i mali del Milan di luglio. Presidente, mi consenta: gli under23 costano...MilanNews.it
giovedì 30 luglio 2009, 00:02Il Punto del Direttore
di Antonio Vitiello
fonte di Francesco Letizia per Tuttomercatoweb.com

Scrivere all'indomani di una sconfitta così secca come quella subita dal Milan all'Allianz Arena dal Bayern Monaco, è compito assai increscioso: se poi si pensa che quello in terra di Baviera è stato il quarto ko consecutivo, è evidente che la situazione è ancora più amplificata. Questa squadra sta denunciando palesi lacune in determinati ruoli: Leonardo prima e Gattuso poi, non l'hanno di certa mandata a dire. Penso però che il periodo rossonero sia un po' da ridimensionare: leggo ed ascolto colleghi parlare di un Milan disastroso, di un allenatore allo sbaraglio, di giocatori finiti, di una frattura tra la società e Leo, di un mercato che non vedrà il suo happy-ending. Mi pare onestamente un'analisi troppo figlia degli umori, dell'onda mediatica e soprattutto delle speculazioni sulla pelle dei tifosi, ancora scottati dall'addio di Kakà e da una campagna acquisti inesistente: intendiamoci, il Milan, inteso come vertice societario, ha le sue colpe. Ma sottovalutare in primis il clamoroso stress a cui i giocatori sono stati sottoposti nell'ultima settimana è un errore imperdonabile: gli americani hanno organizzato un torneo a ritmo NBA, con back-to-back continui, forse dimenticando che si gioca a calcio e non a basket, e con esseri umani e non atleti alieni come Bryant e soci. L'Audi Cup poi non ha fatto che peggiorare le cose: nel 2009 però, determinate tappe sono di certo indispensabili per gli sponsor e per valorizzare in mercati in espansione il brand Milan, come spesso ricorda Adriano Galliani. I risultati, specie quello di ieri, sono impietuosi: mai quanto quelli dell'anno scorso per la verità, ma questo è una scarsa consolazione. Qualche passo avanti nel gioco intanto si è visto ed entrando nei singoli, voglio spendere due parole per Thiago Silva: straordinario il difensore brasiliano, il titolare indiscusso di un reparto che ha evidenziato problemi enormi sulle fasce. I terzini dovevano essere la delizia del gioco di Leonardo, ma sono diventati prevedibilmente la croce: tra Zambrotta, Jankulovski, Oddo ed Antonini, difficile immaginare una coppia competitiva ad altissimi livelli, in barba a quanto detto da Galliani dopo la fumata nera dell'affare Cissokho. Serve un laterale, senza discussioni: a proposito, in porta urge maggior chiarezza sulle condizioni di Dida... Il 30 agosto (data da ieri scolpita su tutte le pietre di Milanello) incombe e presentarsi con Kalac vorrebbe dire abbandonare ogni sogno di gloria prematuramente: meglio Storari, ma fino ad un certo punto. A centrocampo uno splendido Mathieu Flamini ha accompagnato questa prima parte di ritiro, meritando maggiore considerazione per il ruolo da titolare al fianco di Rino Gattuso: assolutamente da lodare anche le prestazioni di Ignazio Abate, motorino instancabile, e di Davide Di Gennaro, sprazzi di vera classe...

Di loro Leonardo dovrà tenere considerazione per dare freschezza ad un gruppo affaticato: in attacco, piace il piglio di Ronaldinho, mentre Marco Borriello è tornato prevedibilmente imballato ma sempre generoso e voglioso come nel suo temperamento, da vero leone. Dal punto di vista tattico, il fraseggio rapido intravisto con Club America e Chelsea ha entusiasmato: preoccupa invece l'aver preso tre gol assurdi in contropiede, con azioni concretizzate in 3 passaggi (Chelsea, Inter e Bayern) dalla metà campo difensiva avversaria alla rete. Un problema di linee e di piazzamenti su cui Leonardo dovrà chiaramente lavorare a partire da lunedì, non prima però di aver concesso, finalmente, due giorni di riposo alla squadra. Fin qui, tutto ciò che di bene o di male il Milan ha fatto sul campo: luglio ed agosto sono però, volenti o nolenti, i mesi del mercato e non del calcio giocato, e la tremenda attesa che sta dilaniando i supporters milanisti non agevola di certo il compito anche sul rettangolo verde. La squadra, in senso estremamente pratico e non più sui giornali o sulla carta, si sente incompleta, "debole" per usare un termine forte: Galliani non può fare spallucce di un urlo assordante che non è più un semplice malumore dei tifosi, ma un'emergenza concreta per garantire la competitività presente e futura. Inutile e controproducente ormai fossilizzarsi sui nomi, conosciuti anche dai muri: in molti mi scrivono ovunque, da Facebook agli sms a Milan Channel il lunedì sera... "Chi prediamo?", "Arriva Dzeko/Bale?", "Riusciremo a fare una squadra competitiva?", "Pirlo va via?": quesiti comprensibili che nascondono una sofferenza che tutti sperano di tramutare in gioia e liberazione agli annunci ufficiali dei rinforzi, quelli giusti. Intanto una domanda, retorica ma significativa, vorrei rivolgerla anche io: qual è l'annata in cui il Milan ha registrato il peggior passivo di bilancio? Quella dei mercati dispendiosi (ed a volte un po' approssimativi, non sempre impeccabili) ma con piazzamenti finali sempre in zona Champions in campionato e quantomeno ai quarti di Coppa, o quella con il quinto posto e la condanna a giocare nell'Europa di un Dio minore nella stagione dopo? La risposta insomma, la conosciamo tutti: ecco perchè ritengo che il Milan abbia troppo ben chiaro a cosa può portare un non rafforzamento di questo organico, in termini di risultati ma anche di bilancio, per non intervenire in tempi brevissimi. Inoltre, presentarsi al primetime della rete di punta Mediaset con un 1-4, non è di certo il modo migliore per confermare le parole del Presidente che non si sentiva inferiore all'Inter: ora le ultime dichiarazioni parlano di un Milan giovane, under 23... Affermazioni sacrosante, che vanno esattamente nella direzione di cui necessita il Milan: bisogna prendere però coscienza che il mercato degli under 23 chiama, almeno in termini di cartellini, cifre importanti, come l'acquisto di Pato nel 2007 ha dimostrato. Certo, riducendo il monte ingaggi si rientra nell'investimento: ma prima, l'investimento, occore farlo, senza nascondersi, e soprattutto su nomi di livello mondiale, come Dzeko e Bale appunto. Benissimo i Beretta e compagnia, ma attenzione: in quel caso si parla di ritocchi per il settore giovanile, una politica sicuramente altrettanto nobile, ma da far crescere in parallelo e di certo non in alternativa a quella di un Milan giovane ma già competitivo oggi.