Un terzino era indispensabile: i tifosi ora, altrettanto

Un terzino era indispensabile: i tifosi ora, altrettantoMilanNews.it
© foto di Federico De Luca
giovedì 3 settembre 2009, 00:43Il Punto del Direttore
di Francesco Letizia
Caporedattore di Tuttomercatoweb.com, dove cura la rubrica "Il volto nuovo" in cui individua le future stelle del calcio mondiale. Da marzo 2007 è Direttore di MilanNews.it: esperto di mercato nelle ultime due sessioni per Telelombardia ed Antenna3.

Dopo 5 giorni, la ferita ancora brucia ma si sta rimarginando: in casa Milan c'è voglia di cancellare il Derby, una partita maledetta che ha lasciato insonni diversi rossoneri, intesi come tifosi sì, ma anche giocatori e dirigenti. Il compito, oneroso ma non impossibile, è quello di dimostrare che sia stato un episodio e non la regola: va dato ovviamente atto all'Inter di avere una maggior completezza nella rosa e di essere una spanna avanti, ma il cratere spalancatosi sabato sera forse non rende neanche onore al Milan. L'infortunio di Gattuso prima e l'espulsione poi hanno indirizzato la partita su binari inevitabili: forse il tutto, in 11 contro 11, avrebbe preso la stessa piega, ma non in queste proporzioni apocalittiche. "Non eravamo fenomeni prima, non siamo brocchi oggi" è il ritornello ripetuto a più riprese da Galliani prima e Leonardo poi: pur comprendendo la difficoltà di molti nel digerire delle frasi "fatte" in un momento così delicato, c'è da riconoscere che la disamina ha un suo filo logico. La speculazione sull'episodio del cambio con l'identificazione dell'orco cattivo Seedorf, o l'abominevole massacro mediatico su Ronaldinho fa parte di un gioco che va ben oltre la critica obiettiva per una squadra che va di certo punzecchiata, ma con osservazioni pertinenti e ficcanti, non sparando sul mucchio. Perché non chiedersi ad esempio perché il Milan, dopo un derby perso in quel modo, abbia voluto dare un'altra delusione ai suoi tifosi non acquistando nessuno nelle ultime 48 ore di mercato: l'ho fatto ieri in prima persona, in conferenza stampa, ad Adriano Galliani e la sua risposta non mi ha soddisfatto. Non si può "vendere" Kaladze ed Oddo come nuovi acquisti quando il loro valore è chiaro a tutti: "Ci sono tanti giocatori che potevano arrivare"… Che sia solo una volgare questione di soldi può essere comprensibile quando si parla di giocatori di prima fascia, ma era un obbligo andare a cercare anche una scommessa low-cost, o con qualche contropartita tecnica: così, bisognerà affidarsi alla buona sorte, che preservi in condizioni fisiche accettabili i pochi laterali in rosa e soprattutto a loro, affinché migliorino (si potrà?) il loro rendimento rispetto alle ultime uscite.

Sono convinto che il Milan possa essere, con molte scommesse aperte e dunque rischi, ugualmente competitivo, ma la sensazione è che anche la squadra, nei suoi protagonisti, si senta "monca": programmare un innesto per gennaio sarebbe la giusta cura, sperando di arrivare alla pausa senza troppo distacco. Intanto in Champions la prima sfida sarà già fondamentale: a Marsiglia per vincere, senza disdegnare il pareggio, in un ambiente infernale ma forse troppo sicuro di sé e che sta sottovalutando troppo la voglia di rivalsa dei campioni rossoneri. Un fattore fondamentale per l'annata sarà il pubblico: i Milanisti (e la M maiuscola non è un caso) dovranno stringersi intorno alla squadra, soffrire insieme, lasciare quanti meno spiragli aperti al nemico per polemiche e zizzania. Ho apprezzato la linea della Curva, atta a ricucire lo strappo con il Presidente creatosi in Milan-Roma: ora sta alla controparte, il patron rossonero per l'appunto, ricambiare "l'amore" che forse ultimamente era scemato reciprocamente. Che non fosse questa la vera causa prima dei problemi degli ultimi anni? E' una domanda legittima, dalla risposta difficilmente appurabile: l'importante è aver risolto o essere sulla via di farlo. E che tutti remino nella stessa direzione, senza lasciar partire il fischio facile contro i capri espiatori (Seedorf, Ronaldinho o chicchessia): un invito di cuore da rivolgere a tutto lo stadio, qualsiasi settore, dal primo al terzo anello. Solo cori ed applausi, ed un particolare appoggio a Leonardo, un uomo che con grande personalità si sta mettendo in gioco, avendo tutto da perdere probabilmente: si diceva così anche di Capello, la storia ci ha insegnato che "Don Fabio" invece ha avuto… Solo da vincere.