Welkom Klaas, perfezionista del gol

Welkom Klaas, perfezionista del golMilanNews.it
giovedì 6 agosto 2009, 19:10Il Punto del Direttore
di Francesco Letizia

Klaas Jan Huntelaar è sbarcato in Italia: è lui il bomber del "Quinto Ciclo", il nuovo corso che tutti sperano di aprire a Milanello e che i tifosi stavano aspettando. In molti mi avete scritto per conoscere la mia opinione sull' "olandese": non avevo mai nascosto la preferenza per Dzeko in primis, e Luis Fabiano in seconda battuta, che forse avrebbe dato un contorno più "spumeggiante" ad un attacco tutto verdeoro. Accolgo KJH però con l'entusiasmo che merita, non come una "seconda scelta": perchè il pedigree di razza che il tulipano porta con sè, merita considerazione seppur maturato nell'Eredivisie e non in un campionato "top"... Passatemi la battuta, ma non è colpa di Huntelaar se è nato in Olanda e dunque ha calcato i campi di Enschede piuttosto che Nimega o Waalwijk: non è un disonore nè una diminutio, soprattutto se consideriamo quanti grandi campioni sono passati per il vivaio Oranje. Huntelaar la stoffa del campione l'ha sempre avuta e da appassionato di calcio internazionale lo scoprii solo "di nome" nel 2001: internet viaggiava ancora a 56K ad essere fortunati, ma la "Coppa del Mondo Giovanile" (nome "ufficiale" che la Fifa dà al Mondiale Under 20) che si svolgeva in Argentina raccontava le gesta di Saviola (miglior giocatore del torneo) e D'Alessandro, di Adriano e Kakà, del Ghana di Essien arrivato in finale, ma anche dell'Olanda del "mago" Louis Van Gaal. Gruppo interessante, con Heitinga, Van der Vaart ed in panchina un giovanissimo Robben: in attacco spiccava questo ragazzino che alcuni all'epoca paragonavano al "Moro" Morientes, centravanti in voga in quegli anni. Due centri per Klaas nella competizione, sfortunata per la squadra, eliminata ai quarti dall'Egitto: da allora nacque la sua carriera tra Psv (che lo scaricò all'Heerenveen per soli 100mila euro, un'autorete che ancora oggi non si perdonano), De Graafshap e soprattutto AGOVV Apeldorn. Huntelaar non è un attaccante qualsiasi ed i boxscore parlano per lui, ma non è neanche un ragazzo qualsiasi: grande cultore del lavoro, maniacale nei dettagli, appassionato ed intenditore d'arte moderna. Questo profilo da "ragazzo della porta accanto", schivo ma determinato, timido all'apparenza ma predatore, ha sempre fatto sognare i suoi tifosi: pensate, ad Apeldoorn, dove "Hunter" si è affermato laureandosi capocannoniere della Eerste Divisie nel 2004, una tribuna dello Sportpark Berg&Bos porta ufficialmente il suo nome.

Un'onore riservato a pochi, che ha inorgoglito papà Dirk-Jan e mamma Maud, che a 5 anni iscrissero il piccolo KJ con i fratelli Niek e Jelle alla scuola calcio del "v.v.H. en K." di Hummelo: i tifosi del Milan, a distanza di 21 anni, ringraziano sentitamente. Nel 2004 il passaggio all'Heerenveen ed i gol a grappoli, finalmente in Eredisivie, campionato trasmesso da Sportitalia: la partita di cui conservo però gelosamente il ricordo più caro è datata 30 dicembre 2005, un match in cui ho preso coscienza che quel "ciuffo" l'avremmo rivisto a lungo. Era l'Heerenveen, manco a dirlo, di Gert-Jan Verbeek, ma soprattutto della coppia dei sogni Huntelaar-Samaras, 42 anni in e 379 centimetri in due: il greco, bruciato dal Manchester City qualche anno dopo (oggi al Celtic si sta riprendendo), fungeva da prima punta, il "nostro" da seconda colpiva, ben 16 volte in 14 partite in quell'inizio di torneo. Ma alla vigilia di Capodanno, in un Abe Lenstra completamente innevato ed al limite dell'impraticabilità, arrivava l'Ajax: lo stesso Ajax che poche ore prima aveva messo nero su bianco proprio il suo acquisto per 9 milioni più una serie di bonus. Le ultime 28 ore in biancoblu, gli occhi della stampa su di lui, la cultura del sospetto: in Italia qualcuno avrebbe trovato la contrattura muscolare diplomatica, ma Huntelaar, olandese vecchio stampo, contribuì al 4-2 con cui i suoi imminenti compagni di squadra si schiantarono in Frisia, marcando anche il gol del 2-0. "Se non hai segnato, non hai giocato bene" è il motto su cui ha costruito la sua carriera, di tanti gol e poche chiacchiere: Welkom Hunter, olandese volante col vizietto della rovesciata. E' il momento di far innamorare anche San Siro, magari all'esordio in gara ufficiale: la data, c'è da giurarci, la conosci già.