E anche oggi, vinciamo domani
Veniamo subito al dunque, senza giri di parole e senza prenderci in giro. Sono poche le cose che funzionano in questo Milan, se ne sono accorti tutti, nessuno escluso. Tutto appare nero e tenebroso agli occhi dei tifosi. In parte lo è per davvero, spesso ci si aggiunge una mano di fresca tintura corvina, tanto per non farci mancare nulla. Non è facile analizzare con lucidità la situazione, soprattutto quando i problemi sembrano avere più teste. Succede quindi che trovare un colpevole diventa più facile che argomentare sulle soluzioni necessarie per uscire da questo tunnel. Ed e' così che si da vita allo sport più popolare da quando sono nati i socialnetworks, quello degli hashtag #ColpaDi e #IoStoCon. Ma di questo argomento vorrei parlarne più avanti.
Il Milan visto ieri a Benevento ha toccato il fondo ed in parte anche iniziato a scavare. Brutto a sufficienza tanto da essere abbandonato anche dalla fortuna, abbiamo visto palesarsi gli incubi peggiori per un tifoso rossonero, essere chiuso in area dalla neo promossa ferma al palo delle zero vittorie e terminare la partita subendo il goal del pareggio al 94esimo e su colpo di testa di un portiere alto quanto gli gnomi da giardino. Sfortuna? Forse, ma di quella che non ti colpisce per caso, bensì ti cerca, si innamora di te e decide che ti accompagnerà per lungo tempo. Quella insomma che ti vai a cercare inanellando errori e contro errori. E a Benevento ce ne sono stati almeno un paio che Mister Gattuso avrebbe potuto evitare. Sia chiaro, nessun processo ne tantomeno pretese che in 72 ore di allenamenti le cose potessero cambiare. Non sarebbe logico, non sarebbe utile a nessuno. Il nostro Ringhio ha bisogno di tempo, pur non avendone, e di poter lavorare coi ragazzi per alcune settimane.
Sta di fatto che il cambio Suso/Zapata non l'ha capito nessuno, neppure la mamma del colombiano. Inaspettato quanto disarmante, ha permesso al Benevento di vestirsi da Real Madrid e schiacciare il Milan nella sua area per lunghissimi minuti. E così ecco materializzarsi il primo punto del Benevento, quello invocato a suon di pronostici dai vari media e ancor peggio da alcuni tifosi pseudo milanisti che pur di poter dare valore alle proprie teorie, sembrano essere pronti a sacrificare il nostro Milan sull'altare dell'umiliazione. Contenti? "Che fine abbiamo fatto, sembriamo l' Inter di qualche anno fa", twittano in molti. Facile cadere nei ricordi dei nostri anni d'oro dove i ragionieri Fantozzi e Filini vestivano di nerazzurro. Come dimenticare le innumerevoli e costosissime sessioni di mercato andate a vuoto; Le crisi uterine con relative risse in giro per l' Europa; Per non parlare dell'allestimento della festa per lo scudetto perso poi inesorabilmente per mano dei loro "amici di merenda" laziali. Potremmo continuare per giorni e ridere tutti insieme ma voglio invece condurvi ad una riflessione usando proprio i cugini nerazzurri.
Tre soli acquisti, nessuno dei quali vero top player, sono bastati al nuovo allenatore Luciano Spalletti per trasformare la derisa Inter dell'anno scorso, nella principessa prima in classifica di inizio stagione. Eppure meno di 10 mesi fa, i tifosi nerazzurri avrebbero buttato tutto nella discarica più vicina, nessuno escluso. Disperati e senza neppure la consolazione dell' Europa League che li aveva presi a schiaffi umilianti quanto Benevento, insultavano il loro capitano e non vedevano l'ora si vendesse il mercenario Peresic. Cosa c'entra? Forse nulla, ma insegna che a volte il rendimento di una rosa può dipendere dall'alchimia che essa trova con un allenatore piuttosto che un altro. Sarò impopolare ma non c'è uno tra gli acquisti fatti quest'estate che rimanderei al mittente. Ricordo infatti la disperazione sui social all'accostamento di Ricardo Rodriguez e Andrea Conti ai cugini. Stessa storia nel caso di un Kessie vicinissimo alla Roma, cosi' come l'invito a Fassone nell'accontentare Lotito nelle sue richieste per Lucas Biglia. Dimentichiamoci del Top Player Aubameyang non giunto a Milanello per via degli investimenti su Andrè Silva e Nikola Kalinic. Il Borussia esigeva 80 milioni in un solo esercizio e quindi non spalmabile in più sessioni, impossibile per casse societarie. Punto. Detto questo, concentriamoci sul resto della stagione perchè ho l'impressione che la salita non sia ancora finita. Critichiamo sui social networks, ma non facciamolo in maniera distruttiva; Giochiamo a fare gli allenatori prima della gara, ma supportiamo chi verrà scelto dal mister nelle prossime partite. La rete è piena di esperti di tattica, preparatori atletici e direttori sportivi. In verità le certezze non le ha nessuno, neanche i protagonisti che dovranno lavorare molto per uscire da questa situazione. La maggior parte della rosa è composta da giovani e come si dice a Napoli, "Nessuno nasce imparato". Di sicuro pero' siamo nati milanisti e come tali non lasciamo da solo il nostro Milan. Mai.
Alessandro Jacobone Pagina facebook Milanisti Non Evoluti 2.0
Vice Presidente Associazione Milanisti1899
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