Il punto del Non Evoluto - Falliti, sfrattati e con una rosa di pacchi. Poi ci si sveglia e si scopre che...
A leggere le notizie sul Milan di questo inizio anno, questo potrebbe essere l'ultimo mio editoriale sulle pagine di Milannews. Non perchè io sparisca nel nulla, sia chiaro. Ma solo che una volta falliti, cosa che a detta di alcuni benpensanti dovrebbe accadere molto presto, dubito che l'editore abbia la voglia di continuare a spedire i suoi bravissimi collaboratori nei campi dilettantistici. Ve lo immaginate l'amico Antonio Vitiello in collegamento da Borgosesia per la trasferta dei ragazzi? Da giornalista no, da milanista vero qual'è, forse. La vorrei buttare in vacca perchè con l'inizio d'anno, come in molti fanno al concludersi del precedente, avevo promesso di fare il bravo. Ma chi mi conosce bene aveva preventivato durasse poco, e così leggendo questo editoriale, domani busserà alla mia porta per esigere quella pizza scommessa non più di due settimane fa. Ma veniamo a noi. Oggi abbiamo scoperto nell'ordine che: Non esisteremo più perchè nessuno ci vuole rifinanziare; Che qualora sopravivessimo, saremo costretti a giocare nei campi di periferia chiedendo ai parroci milanesi il favore di poter giocare il restante delle gare nei campi di oratorio, ovviamente solo dopo la lezione di catechismo; Che Suso ha una clausola di 50 milioni perchè a CasaMilan non hanno le calcolatrici e al momento della firma sul rinnovo, l'unica cosa in possesso della dirigenza era un paio di dadi; Ed infine l'ennesimo calcolo "ad catsum" sui milioni "sperperati" da Mirabelli nella sessione estiva. Tanta carne sul fuoco, ma andiamo con ordine, ma visto che siamo "beceri", dubito ci segua. Tranquilli, se non la capite. Fallimento Milan. Sto lavorando mentre mi arriva un'improvvisa telefonata di un amico. "Ale, hai letto l' AGI? Dicono che stiamo vicini al fallimento". Il segnale è scarso ma non faccio in tempo a realizzare che non si parli del distributore AGIP, che mi arrivano centinaia di messaggi in privato da parte di tifosi milanisti terrorizzati. Smetto per un momento di lavorare e mi immergo nella lettura dell'articolo inoltratomi, salvo poi scoprire che non contenga nulla se non provocatorie teorie da bar celate dietro una fantomatica istituzionalità. Si cerca sponda con l'articolo del New York Times, dimenticando che la firma dell'articolo è la medesima che riporto' in "esclusiva" la notizia dell'acquisto del Milan da parte di Sonny Vu. Il NYTimes rimane autorevole, la notizia però fu un buco nell'acqua. Così come l'interpretazione della decisione dell' Uefa, ma di questo ne abbiamo già parlato diverse volte. Più che notizie sul fallimento, mi è sembrato di ascoltare un remix di un disco già sentito fin troppo. Leggetelo senza panico, ve ne renderete conto tutti. Non me ne voglia l'autore, ma chi semina deliberatamente terrore tra i tifosi per il solo gusto di farlo, deve ancora spiegarmi se quando ha "chiamato la Cina" per verificare che i cinesi fossero reali, questa abbia risposto "Plonto? Sono la Cina". Dai su... Questione San Siro. Che il Milan non abbia gli occhi azzurri, che i suoi cinesi siano quelli poveri e che i nostri top player siano dei costosi pacchi mentre in casa nerazzurra il peggio accada in perfetto silenzio, è cosa nota ai più oramai. Ma che la massima istituzione milanese, il sindaco Sala, si lasci sfuggire virgolettati dalla dubbia imparzialità e che lo faccia con una costanza non più giustificabile, beh questo proprio non va bene. San Siro è patrimonio della città e dei milanesi, gran parte di questi milanisti. La dirigenza lo sa bene come è ben consapevole circa l'esigenza di rivedere gli accordi vicini alla scadenza ottimizzandoli e ridurre i costi e ritrovare un equilibrio che dia più serenità ai bilanci futuri. Che al primo cittadino non piaccia questo, lo trovo comprensibile; Che non riferisca che l'altra squadra di Milano abbia mandato medesima disdetta, lo trovo politicamente scorretto; Che abbia dubbi sulla proprietà e la gestione del Milan, vista sua la gestione economica di Expo e le condizioni della mia cara città, lo trovo beneaugurante. Clausola Suso. E' di poche ore fa la notizia dell'interessamento del Liverpool per il nostro amato Jesus Suso. Sorpresi? Io no. In Premier League stanno acquistando di tutto, spesso anche dei veri e propri bidoni. Perchè quindi non cercare di riportare a casa un talento lasciato scappare con troppa superficialità? In inghilterra non si fanno problemi a riguardo, mentre in Italia molti salterebbero sul carro del "le minestre riscaldate non son buone". Che il Milan rimandi al mittente la missiva contentente la lettera d'amore, non viene sottolineato quasi da nessuna parte. Mentre veloci e pronti a sottolineare l'esistenza della clausola da 50 milioni, sono stati in tanti. Curioso come il leit motiv fosse improntato a punzacchiare la dirigenza per aver messo nero su bianco una clausola ritenuta bassa. Eppure mi risulta sappiano tutti del fatto che sia stata richiesta dall'entourage del giocatore, pena il giungere a scadenza senza rinnovare. Perchè non dirlo? Cosa avrebbero detto se una presa di posizione dell'ac milan avesse fatto saltare l'accordo? Lascio alla vostra fantasia le eventuali risposte. Mercato estivo. Il caso Suso mi fornisce l'assist per toccare l'argomento "mercato estivo" e concludere questo mio ennesimo sfogo vomitato sulla tastiera per tranquillizzare i tanti milanisti che hanno chiesto il mio intervento. La teoria di Rino Gattuso per la quale chi vince ha gli occhi azzurri e sembra essere alto, bello e profumato, si può tranquillamente affermare che valga anche per le figure dirigenziali. Quale milanista, vedove in cravatta gialla a parte, non era entusiasta delle operazioni messe in piedi dal duo Fassone/Mirabelli alla fine dello scorso luglio? Tifosi in delirio e produzione di magliette con impresso lo slogan "passiamo alle cose formali", diffuse in ogni dove. Ma se al tifoso possiamo perdonare il fatto di cambiare velocemente opinione e tono dei suoi tweet in base ai risultati sportivi, questo non si può fare per chi fa dell'informazione il suo mestiere e che ad alcuni dati potrebbe accedere facilmente. D'altronde se ce l'ho fatta io. Leggo infatti troppo spesso una scorretta analisi circa il patrimonio tecnico di cui la società rossonera è in possesso. Sull'onda delle delusioni sportive, risulta facile far passare il messaggio che gli acquisti estivi rischino di perdere il loro valore sui banconi delle prossime sessioni di mercato. Ragionamento logico se si trattasse di prodotti ortofrutticoli, impraticabile se parliamo di giocatori. Quello che è stato spesso descritto come un tesoretto buttato in gran parte nel camino di Milanello dal direttore sportivo senza esperienza e proveniente da Rende, manco fosse una colpa, conti alla mano risulta essere invece un patrimonio in grado di riportare ai giusti livelli il valore della rosa e di rendere il Milan prodotto appetibile per finanziatori e investitori, presenti e futuri. Non un euro perso ma tanti milioni guadagnati. Sì, avete capito bene. Perchè in questo terrorismo mediatico intorno ai colori rossoneri, troppo spesso ci si è dimenticati di sottolineare quanto possano valere oggi i giocatori portati al rinnovo da parte della dirigenza rossonera. Cinque patate bollenti lasciate in eredità da chi non aveva più vantaggi nel siglare contratti e corrispondenti ai nomi di Gigio Donnarumma, Davide Calabria, Alessandro Plizzari, Jesus Suso e Patrick Cutrone. Quando si pensava non rinnovasseso in nome di una diffidenza verso il "nuovo Milan", facile era trovare titoloni su giornali cartacei e digitali. Ora che sono patrimonio del Milan e che tutti abbiamo decuplicato il loro valore da Luglio scorso, nessuno ne parla. Eppure in questo caso si tratta di numeri, non di teorie tattiche. Basterebbe avere l'onesta intellettuale di parlare di Milan senza ambire ad altro che non al rispetto dell'informazione. Basterebbe che sia dia spazio alle notizie positive, quanto lo si fa con quelle negative che in sede di ricostruzione fisiologicamente ci possono stare. Basterebbe davvero poco e la speranza che questo accada un giorno, è coltivata in me nonostante tutto. Sarei pronto a perdonare tutti ed accoglierli sul carro dal quale saltan giù con troppa frequenza, promettendo loro di non dire a nessuno che sapevano che tutti quei rinnovi sono costati in commissioni per una cifra vicina ai 2 milioni di euro... circa il costo di una gamba di un "campione" recentemente transitato per i campi di Milanello, Rodrigo Ely per intenderci.
Alessandro Jacobone
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