Crisi rossonera: ecco i responsabili
Sono cambiati solo i colori, ma le scene (o sceneggiate) sono rimaste le stesse di alcuni anni fa. Stessa città, Milano; stesso teatro, San Siro. La chiamano "La scala del calcio" e, se prima sul palco ci saliva il Milan, adesso è l'Inter a prendersi gli applausi, lasciando ai rossoneri il posto in ultima fila. I fischi della domenica e le contestazioni con Maldini che zittisce i propri tifosi. Dalle prestazioni in campionato alla mancata qualificazione in Champions, dall'obiettivo Uefa andato in frantumi ad un mercato fallimentare. Perché è sempre da lì che nasce tutto. Dalle operazioni, dalle strategie, dagli acquisti/non acquisti, dai progetti ridimensionati per mancanza di investimenti. Come in amore, anche nel calcio, quando si sbaglia la colpa è da dividere al 50%. Forse, però, nel caso del Milan sarebbe giusto allargare la torta ed attribuire le responsabilità in maniera più equa. Non è elegante nei confronti di coloro che hanno riscritto la storia in rosso e nero, ma oggi qualcosa è cambiato, si è rotto ed è giusto che adesso scenda dal palco chi finora ci è salito. Adriano Galliani "mette tutti spalle al muro". E' stato il titolo della Gazzetta dello Sport qualche giorno fa dopo la disfatta con il Werder (ed ancora dovevano sapere che ci sarebbe stato il bis di Genova). Ma chi mette Galliani con le spalle al muro? I conti si fanno alla fine, ma a trequarti di campionato le riflessioni sono consentite. Ci eravamo illusi a fine novembre che Ronaldinho fosse una scommessa vinta. Non vogliamo ancora ricrederci, ma stai a vedere che il Barcellona avesse ragione a scaricare il brasiliano? Il suo rendimento è calato in maniera drastica, Ancelotti ha perso fiducia in lui e la condizione fisica non l'ha certo aiutato. Su Sheva la colpa di Galliani è minima, di Ancelotti (che non avrebbe mai voluto un ritorno dell'ucraino) è nulla. Berlusconi si è assunto le sue responsabilità e adesso si sarà reso conto che, chi fa il mercato con il cuore, la maggior parte delle volte, resta infilzato dalla freccia di Cupido. E' andata bene al Milan con Abbiati, un po' meno con Dida.
Una riserva da 4 milioni di euro rischia di diventare una barzelletta. Colpa di rinnovi precoci ed immeritati. Le vere responsabilità di Galliani e Braida, però, riguardano soprattutto il mercato di gennaio, quando c'era da riparare e non da programmare. Chi ha notizie di Felipe Mattioni cortesemente ci scriva al più presto. Thiago Silva in rossonero ma a partire da giugno e nel frattempo? La difesa viene umiliata dal primo Pizarro di turno. Maldini avrebbe dovuto smettere almeno un anno fa. Senderos non è da Milan ed il miglior Zambrotta lo hanno visto a Bari e Torino. Ricordi in bianco e nero. C'erano una volta le intuizioni di Braida e Buriani. Adesso il settore giovanile del Milan non produce più nulla. Qualche straniero preso in Sudamerica, tanti italiani ma nessuno di valore ed un Viareggio che finisce ancor prima di iniziare, da sommare ad un campionato Primavera disputato da Provinciale. Le colpe di Berlusconi sono maggiori rispetto a quelle di Ancelotti. Se è vero che la squadra non esprime un bel calcio, è anche vero che il tecnico di Reggiolo ha spesso fritto il pesce con l'acqua. Se i trofei vinti sono arrivati nel periodo in cui Berlusconi ha investito di meno, un piccolo grazie a Carletto sembra doveroso. Un 10% di responsabilità va attribuito anche allo staff medico: il famigerato Milan Lab che prima sembrava la nuova Lourdes del calcio e adesso appare peggio della corsia dell'Ospedale Niguarda. Qualcuno salvi il Milan. Che sia Berlusconi od uno sceicco, che sia Ancelotti o Galliani. Perché i tifosi non vogliono che la squadra più titolata al Mondo passi presto per quella più sbeffeggiata di Milano.
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