Dinho, Kakà... e Zidane II: presente e futuro di classe
Avanti tutta con questo Milan, che ha distrutto la Sampdoria 3-0 in 45 minuti visto che, nella prima frazione, sembrava essere scesa in campo la squadra dei cloni scarsi dei nostri campioni: la scossa dell'intervallo, una scossa chiamata Kakà, ha rivitalizzato tutti, in particolare lo spettacolare Ronaldinho, autore di una doppietta. Prima il rigore, poi una magia intinta nel miele che ha addolcito la giornata di tutti i tifosi rossoneri: il Gaucho, il nostro Gaucho, è ancora a mezzo servizio, ma già così vale il doppio di qualsiasi altro giocatore che il Milan avrebbe potuto acquistare quest'estate sul mercato, vari Adebayor inclusi. La chimica calcistica che scaturisce quando l'80 e il 22 si incontrano, è qualcosa di indescrivibile, bisogna vederli per rendersene conto: davanti a loro, Borriello sembra sempre più insostituibile, con un'altra grande prestazione a cui è mancato solo il gol. Pato ed Inzaghi però scalpitano: se il brasiliano ieri è apparso un po' distratto, vivace in campo ma disordinato e poco diligente tatticamente, l'immortale Superpippo ha alzato la voce in vista della trasferta in Frisia, dove punta ad aumentare il suo score europeo. Con l'Heerenveen ritroverà probabilmente Shevchenko, ufficialmente l'ultima scelta di Carlo Ancelotti per l'attacco: di spazio ce n'è per tutti, anche per l'ucraino, ma a giudicare dalle sue prestazioni di certo non si può dare torto al Mister di Reggiolo. Sul resto della squadra, superfluo soffermarsi visto che tutti hanno disputato un buon incontro: una nota di merito va data però a Luca Antonini, sopraffino vice-Zambrotta che fa rimpiangere l'acquisto, e non la cessione, dello sciagurato Oddo (assist nel weekend a Klose a Monaco: buon per tutti). Luca, rossonero purosangue, ha dimostrato di poter essere un valore aggiunto straordinario in situazioni di turnover: gioca a destra, a sinistra, a centrocampo, con la disinvoltura ed il carattere di chi sa quale onere ma anche onore sia indossare la gloriosa maglia rossonera.
Aspettando Sandrino Nesta, sempre più vicino al rientro, vorrei, anche a costo di rendermi noioso, spendere altre due parole su un tema a me molto caro: sabato sera, un 22enne con la maglia numero 8 "marine et blanc" ha incantato la platea dello Stade Chaban-Delmas. Inutile ricordarvi il suo nome, dovreste conoscerlo: ebbene, ieri scherzando ho detto ad amici che non è lui ad essere "Le Petit Zizou", ma Zidane ad essere stato "Le Petit Gourcuff". Provocazione? Certo, ma l'indimenticato "El Magnifico", come era soprannominato al Bernabeu, esplose solo a 22 anni in patria e a 24 alla ribalta internazionale, con tempi quindi più lenti di quelli di YG. Il tacco di sabato ricorda una delle tante veroniche viste dal Pallone d'Oro 1998: se solo avesse la garanzia di poter giocare nel Mondiale sudafricano con i nuovi Thuram, Deschamps, Blanc, Barthez, Henry e Petit che componevano la magica squadra dei Galletti quell'anno, punterei con decisione su Yoann per il trofeo di France Football 2010. Nel frattempo, ovviamente, l'obbligo è quello di riportarlo a Milanello: non mi sono piaciute le dichiarazioni di Adriano Galliani riguardo il diritto di riscatto del Bordeaux a 15 milioni di euro. Il Milan non ha bisogno di soldi ed ha il dovere, prima ancora che il diritto, di trovare un accordo con i Girondini, anche a costo di rimetterci qualche milioncino (anche 7-8) controvoglia: rivedere tra qualche stagione quello stesso maestro d'eleganza darci lezione con a maglia di un'altra big europea o con "Les Blues" sarebbe dimostrare che gli errori Vieira e Davids non hanno davvero insegnato nulla.
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