L'Araba Fenice Milan deve rinascere

L'Araba Fenice Milan deve rinascereMilanNews.it
lunedì 15 settembre 2008, 00:11Lettere al direttore
di Francesco Letizia
Nato a Novara 23 anni fa, inizia in testate locali per poi approdare a Tuttomercatoweb.com, di cui oggi è caporedattore, nel 2005: direttore di Milannews.it e Novantesimo.it, collabora come esperto di mercato con Telelombardia ed Antenna 3

Zero punti in due partite, ultimo posto in classifica, Inter e Juventus già scappano via: che sia crisi Milan lo dicono i fatti, ma più che la sconfitta di Marassi in sè, è il modo in cui è maturata, in maniera nettamente più preoccupante di quella di quindici giorni fa con il Bologna. Squadra abulica, sterile e confusa, non esattamente quello che ti aspetti dal Club più titolato al Mondo, nonchè Campione del Mondo ancora in carica, come ama ricordare Adriano Galliani: il fatto che in Serie A cadano anche Fiorentina e Roma, l'Inter vince senza segnare un gol (caso unico nella storia) e la Juventus pesca un jolly, è solo un'aggravante per la disparità tra ciò che il Milan potrebbe essere (la capolista indiscussa di questo torneo) e ciò che è (il fanalino di coda, al pari con il Cagliari). Mi aggiungo allora all'elenco dei giudici della società rossonera, con una grande premessa: una società come il Milan non ha bisogno nè dei miei consigli nè sinceramente di quelli di altri colleghi (specie se mirati a creare solo polemiche, magari in maniera interessata), visto che è un club (con il Real Madrid, IL club) di assoluto prestigio mondiale, al di là di quante partite con le provinciali si possano perdere in questo campionato.

I problemi però ci sono e partono proprio dall'attegiamento collettivo, dal primo tifoso (Berlusconi) all'ultimo, passando per giocatori, allenatore e dirigenza: troppo nervosismo, troppe parole non dette e malcontenti rimasti sotto traccia, troppi sassolini da togliersi dalle scarpe un po' per tutti. "Sarà ora che si inizi a vincere" diceva ieri infaustamente Galliani: preferiamo pensare sia una battuta più che una minaccia, perchè pensare che un grande comunicatore come lui applichi il principio del "Vinciamo-perdono" sarebbe davvero sorprendente. Restando estremamente aderenti alla realtà calcistica, ritengo che gli ultimi match abbiamo presentato due problemi ed un alibi che però non può coprire totalmente i precedenti: ci vuole chiarezza nel modulo che dovrà essere usato e sui suoi interpreti, anche se questi hanno lavorato tutti insieme per soli sei giorni dal giorno del raduno ad oggi tra Nazionale ed infortuni. Una delle migliori armi per una squadra è la duttilità tattica? Vero, ma questo vale per una squadra rodata, sicura, programmata al centimetro: in una massa, seppur di materiale preziosissimo, senza forma  come il Milan di oggi, c'è bisogno di decidere assolutamente se è l'albero di Natale con due trequartisti il modulo da applicare sempre e comunque, o le due punte con l'unico trequartista, se i terzini dovranno essere sempre di spinta, oppure uno di copertura e l'altro offensivo, se i centrocampisti dovranno essere necessariamente legati alla figura del regista basso oppure addirittura si può varare il 4-2-3-1. Basta equivoci, il tempo di prendere le decisioni è questo: scelte le varie opzioni, saranno da mantenere fino a quando non si infilerà un filotto di 10-15 partite positive.



 In porta, Abbiati ormai ha battuto la concorrenza, mentre la difesa dovrà necessariamente schierare sempre Jankulovski e Zambrotta sulle corsie laterali, visto che eventuali soluzioni come Favalli e Bonera restano improponibili a questo livello: l'ex Parma poi, può essere l'uomo in più a centro difesa, il quinto, il "Rivas" del Milan... Ma viene da chiedersi dove sono i Samuel, Chivu, Cordoba, Materazzi e Burdisso prima di lui: preso Senderos (tanto per prendere qualcuno?), confermato un Kaladze particolarmente scostante, rinnovato il contratto ad un Maldini che dovrebbe dire basta probabilmente per rispetto a sè stesso prima ancora che ai tifosi ed alla maglia, resta, scusate il gioco di parole, Nesta, le cui condizioni fisiche, assieme a quelle di Emerson, sono probabilmente note solo nell'Area 51 degli USA. A centrocampo, Flamini, Gattuso ed Ambrosini hanno la sfortuna di essere probabilmente i tre migliori giocatori per volontà ed orgoglio della rosa, ma di essere troppi già in due in campo, pensate in tre: magari potessero prestarne un po' allo spento Pirlo, forse la delusione maggiore di questa squadra nonostante in pochi lo sottolineino.

Riciclato, con scarsi risultati, "dieci" da Lippi in Nazionale, ora Pirlo è direttore di un'orchestra di primi violini dal pedigree nettamente più pregiato del suo: Seedorf, Kakà e Ronaldinho sono assolutamente autosufficienti nel creare gioco per sè stessi e per la punta, specie l'olandese che, il ruolo del regista, lo ha svolto splendidamente con la maglia del Real Madrid in carriera. E qui si arriva appunto ad un altro equivoco: si può davvero fare a meno di un giocatore dal carisma, la qualità, il palmares ed il genio di Clarence Seedorf? Croce e delizia dei tifosi milanisti, sul centrocampista di Paramaribo io prendo posizione in maniera provocatoria: Ronaldinho, Kakà (entrambi da recuperare fisicamente), Seedorf, un portiere e sette maglie lanciate a caso. Attenzione, che una delle sette però eviti attentamente uno Shevchenko che non fa notizia, nel senso che solo chi non lo ha visto negli ultimi 750 giorni londinesi può meravigliarsi della lentezza, la prevedibilità e la sterilità dell'ucraino, che ricorda il peggior Vieri visto a Milanello: meglio Pato, massacrato senza ragione dalla stampa (a meno che i giornalisti italiani non pensino che Dunga sia un genio: in tal caso, sarebbe curioso discuterne coi colleghi brasiliani), oppure un Borriello che scalpita e che merita spazio anche per quanto fatto vedere nei 45 minuti di ieri.

 Infine, una riflessione sul mercato: urge assolutamente trovare un centrale ed un terzino nel mercato di gennaio, ma l'acquisto di Shevchenko, oltre a non aver portato degli evidenti benefici tecnici in campo, ha guastato anche il possibile arrivo di giocatori extracomunitari.  Certo, pensare che il tutto sia ancora in mano a chi è stato artefice di successi decennali, dovrebbe mettere fiducia e buon umore per i tifosi del Milan: ma per evitare un clamoroso buco nell'acqua, tutto dovrà essere pianificato al millimetro, con magari qualche piacevole novità tattica (il 4-2-3-1?) che dia nuovo ossigeno ed azzeri la prevedibilità. Carletto, "Special" perchè umano, un Supereroe alla Spiderman più che alla Superman-Mourinho, è pronto: l'Araba Fenice è pronta a rinascere... Perchè se il Milan dimostrerà di non essere completamente ko dopo questi match, le avversarie dovranno preoccuparsi: se non uccide, fortifica.