La Champions che non c'è
Game Over: non vorremmo mettere dei limiti alla provvidenza del Dio del Calcio, ma la Champions League sembra ormai un miraggio. Ripartire è obbligatorio, e Ronaldinho è di certo un bel ripartire. Ma poi? Zambrotta e Shevchenko non sono di certo due elementi su costruire una squadra con un futuro, specie in base al loro valore attuale. Ci sono da fare considerazioni importanti sui giocatori attuali, e non solo sui "vecchi" da cedere: senza fare nomi, che sono forse sotto agli occhi di tutti, c'è chi andrebbe quantomeno messo in difficoltà con un acquisto di livello che possa togliergli il posto. Verrà fatto? Difficile per una società che, in barba alla logica aziendale, odia la concorrenza.
E' lecito però sperare che innestando giocatori di grande qualità, tornino a risplendere anche quelli arruginiti: sempre che Carlo Ancelotti resti ovviamente. Altrimenti, anche in quel caso, largo ad un ribaltone ancora più complicato da fare. Ci vuole un mercato chirurgico, in cui non è permesso sbagliare, che si vada con decisione su giocatori come Daniel Alves, Mexes, Diarra senza calcolare le loro fotocopie discount nella qualità oltre che nel prezzo. L'affare Ronaldinho bilancia la delusione della Uefa ed è un buon augurio per il prosieguo: speriamo di non sbagliarci anche perchè altrimenti anche R10 stesso diventerebbe una ciliegina su una torta dalla qualità estremamente scadente.
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