Luca, è nata una stella (azzurra?). Bentornato, Puma!
E va agli archivi anche Milan-Siena, pericoloso turno infrasettimanale che con un po' di sofferenza regala altri tre punti ed il tanto atteso sorpasso all'Inter: nel match contro il Napoli di domenica ci si giocherà addirittura la vetta, visto che i Partenopei sono primi con un punto in più dei ragazzi di Carlo Ancelotti. Non fanno più notizia due protagonisti della serata di San Siro, che ormai da otto anni sono diventati forse i maggiori beniamini del pubblico rossonero: parliamo chiaramente di Gennaro Gattuso e Pippo Inzaghi, ancora decisivi, ancora trascinatori di una squadra rimasta un po' senza faro, visto le opache prestazioni di Kakà e Seedorf. Più interessante fare un focus sulle due sorprese di questa prima parte di stagione, due ragazzi che ad inizio stagione non rientravano neanche nei primi 18 della distinta "virtuale" di tifosi e giornalisti, ma che stanno a suon di impegno conquistando la stima di tutti: Luca Antonini ed il "Puma" Emerson hanno storie diverse, ma che finiscono sullo stesso sentiero. Il milanese dopo anni di settore giovanile a Milanello, aveva lasciato la casa madre con tanti sogni ma poche certezze in tasca, affrontando anni a fortune alterne tra Prato, Ancona, Genova, Modena, Pescara, ed ancora Siena ed Empoli: il centrocampista gaucho, dopo due stagioni vincenti ma sofferte a Madrid, aveva voluto fortemente il ritorno in Italia, incappando però in una stagione, la scorsa, sfortunata e negativa. Per i più cattivi, o semplicemente per chi ama guardare più la carta che il campo, per entrambi si prospettava un'altra annata da spettatori, con apparizioni in Coppa Italia e poco più: Carlo Ancelotti, sapiente e convertitosi al turnover, ha invece puntato sia sul difensore che sul centrocampista, apprezzando le persone prima ancora che i giocatori. Luca infatti è un ragazzo timido ed umile, come traspare ad ogni intervista fatta ad occhi bassi, quasi a disagio difronte a flash e telecamere: quello del Puma poi è sempre il primo nome fatto da tanti compagni, da Seedorf a Kakà, quando si parla della splendida armonia che regna a Milanello, e sta da un anno svolgendo un ruolo importantissimo nell'ambientamento del suo corregionale Pato. Ma il Milan, nonostante sia tanto attento ai valori ed agli uomini, non è un oratorio, ma una squadra di calcio dove il campo vuole la sua parte: ma alla prima occasione, "Anto" e il "Puma" non hanno tradito, ripetendosi poi alla seconda, alla terza, e speriamo ancora a lungo.
Per Antonini, se le prestazioni in campo valessero ancora qualcosa per meritarsi la convocazione in Nazionale (e ne avremmo dei dubbi, visto l'ostracismo per Ambrosini), la chiamata dovrebbe essere un obbligo: tolto il compagno Zambrotta, l'Italia naviga, con tutto il rispetto, nella mediocrità con giocatori come Oddo, Dossena, Maggio... "Fenomeni" in Lazio, Udinese, Sampdoria e Napoli, ma assolutamente privi di spessore internazionale: se Dossena sta faticando ad avere la meglio su Fabio Aurelio al Liverpool, Oddo ha chiaramente fallito qui a Milano ed in Germania è premiato dall'infortunio cronico di Sagnol. Nessuno dunque che abbia dimostrato in una squadra come il Milan di saper mettere grinta, corsa, impegno ed anche qualità come il numero 77 rossonero, per altro indistintamente sia a destra che a sinistro, proprio come Zambrotta. A 26 anni (è peraltro il più giovane dei sopra citati concorrenti), la maglia azzurra sarebbe una bella soddisfazione per chi l'ha lasciata, ormai quasi 10 anni fa, nell'under 18. Lo stesso discorso volendo potrebbe valere anche per Emerson, la cui età (32 anni) è sì meno indicata per tornare ad affrontare gli impegni internazionali, ma attenzione: nella Seleçao di Dunga, i "volanti" sono Josuè (29 anni), Mineiro (33), Gilberto Silva (32)... Gente che, quando il Puma era il numero 1 e solo per sfortuna non alzava la coppa del Mondo da capitano, poteva al massimo pulirgli gli scarpini: chissà che, ritrovando una continuità fisica, non si possa rifare nel 2010. Intanto, sia Luca che Emerson, può coccolarseli Carlo Ancelotti, così come tutti i tifosi rossoneri, che ad entrambi hanno tributato una standing ovation a San Siro: se il problema del Milan in Campionato è sempre stato quello di aver il fiato corto in certe partite, con due elementi così, potrebbe davvero essere risolto.
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