Grandi (esperto advisor): “Milan ai cinesi? Dietro Yonghong Li potrebbero esserci i reali investitori”

Grandi (esperto advisor): “Milan ai cinesi? Dietro Yonghong Li potrebbero esserci i reali investitori”MilanNews.it
martedì 14 marzo 2017, 19:25Le Interviste
di Enrico Ferrazzi

Marco Grandi, esperto advisor residente a Londra con 10 anni di esperienza in investment banking e commercio di materie prime, ha commentato così ai microfoni di pasqualecampopiano.com la trattativa per la cessione del Milan ai cinesi:

1 - Partiamo dalle M&A, operazioni di solito molto elaborate e molto segrete. Nel caso del Milan c’è di mezzo un fondo di private equity trasformatosi poi in una società di capitali off shore. Siamo di fronte ad un’operazione inedita secondo molti esperti di economia, considerato anche che l’oggetto trattato è un club di calcio. Qual è la sua opinione?

Confermo, l’operazione e’ inedita per quanto riguarda il calcio. Non ho mai visto, ne’ nella Premier League, ne’ nei principali campionati di calcio in Europa una transazione simile. E’ anche vero che secondo me la valutazione del Milan fissata a 740 miilioni e’ assurdamente alta. E’ un punto di vista personale, ma ritengo che il prezzo abbia “spaventato” gli investitori veri (o value investors come li chiamano qui a Loondra). A queste cifre guardare al Milan come investimento è molto difficile. Mi sembra ovvio che in questa ottica Yonghong Li stia provando a fare un deal “rischioso”, che porti fama e fortuna, ma di certo non e’ un deal economico, non nel senso letterale del termine. Per quanto riguarda altri mercati (real estate, immobiliare, finanziari e soprattutto oil & gas ) per regioni come Russia, Ucraina, Cina, Nigeria etc. questo tipo di operazioni finanziarie sono familiari e diffuse. Siamo di fronte a un broker che finanzia una parte dell’investimento e si affida a nomi della finanza cinese ed investitori oscuri per completare la seconda parte. Ma un’acquisizione del genere viene fatta soprattutto su asset fisici, non su asset intangibili o difficili da valutare come una squadra di calcio.

2 - L’operazione di acquisto del Milan da parte di SES è stata da molti definita un’operazione “a debito” con il chiacchieratissimo Yonghong Li che presenta ai suoi investitori/finanziatori una scatola vuota da riempire con capitali che saranno rivalutati dai flussi di cassa e dall’eventuale quotazione in borsa. C’è anche una parte di equity, di contante investito. È una strategia usuale e corretta secondo la sua esperienza?

Strategia completamente inusuale per il calcio. Non ho tutti i dettagli della transazione, faccio solo una considerazione personale, ma credo che il tipo di operazione adottata ci dirà solo quando conosceremo tutti i dettagli se farà il bene del Milan e dei suoi tifosi. Il Milan e’ una squadra con un cash flow (flussi di cassa) limitato in questo momento e in costante diminuzione. L’ unica cosa che può salvare il club di fronte a una transazione “a debito” è avere una grande liquidità alle spalle e puntare da subito alla qualificazione in Champions League. Il fatto che l’italia avrà quattro posti dal 2018 è la via di uscita più vicina, perché la Champions porta entrate miliardarie. Altrimenti come fa Yonghong Li a pagare il debito. Presumo che il debito sara’ di circa 500 milioni di euro, il che significa dover pagare, se le cifre fossero queste, circa 50 milioni di euro di interessi all’anno. Sono cifre che puoi contenere soltanto a fronte di entrate all’altezza. Per i settori extra calcistici, questa operazione messa in piedi dai cinesi e’ una transazione molto usuale, in inglese e’ definita “leverage finance”. Quando, cioè, hedge fund o private equity (fondi di investimento) usano circa il 10-15% di capitale proprio e ottengono il resto come prestito, indebitandosi. (Per chi volesse approfondire questa e’ una guida base Giddy: What Is Leveraged Finance?). Torniamo al nostro Yonghong Li. Ha di certo adottato la tattica giusta, o la sola tattica percorribile per comprare il Milan, perché di sicuro Yonghong Li non ha 800 milioni da investire nell’acquisto del Diavolo e perciò deve finanziarsi in qualche modo.

3 – Il caso Manchester United, il paragone più vicino a quanto sta accadendo in casa Milan in ottica futura. Lei vede analogie con quanto ha in mente Sino Europe per mettere a frutto la sua operazione finanziaria? La linea è: mi indebito perché i fatturati in aumento mi consentono di farlo. Possibile anche per il Milan?

Molto ma molto rischioso. A dirla tutta in questo momento è impossibile, sarebbe tale soltanto con un aumento dei fatturati continuo e costante a breve termine. Lo United fattura 800 milioni l’anno e la cifra è in crescita,; il prestito concesso ai proprietari, i Glazer, richiede circa 70 milioni di interessi all’anno, si evince che il tipo di operazione messa in piedi è decisamente sopportabile. Il Milan in questo momento fattura si e no 200 milioni di euro andrebbe fatta una politica economica espansionistica importante. I Glazers sono entrati al momento giusto ad occuparsi dello United. Yonghong Li (ed il Milan ) avrebbe due speranze: 1) il quarto posto che dà la qualificazione in Champions League (dal 2018) e garantisce entrate maggiorate di circa 50 milioni di euro
2) Rivendere le azioni una volta quotato il club in borsa. Ma al momento mi sembra un’ipotesi remota e decisamente lontana. Inoltre il Milan è una societa’ italiana e non può essere quotata in Cina, nella borsa di Shanghai. Forse il fondo che acquisirà il club, la Rossoneri Hong Kong potrebbe quotarsi, ma così le azioni sarebbero in un fondo, non nel Milan. Diverso è il discorso di una eventuale quotazione ad Hong Kong.

4 – Il mancato closing del 3 marzo, il giorno della storia si è trasformato nel giorno della rabbia per i tifosi del Milan che hanno inserito la retromarcia giudicando approssimativo e inaffidabile il progetto cinese. La motivazione ufficiale di SES è che a poche ore dalla firma qualche investitore/finanziatore si è sfilato dall’investimento per cause di forza maggiore. È plausibile, non esistono lettere di impegno e penali in questo caso? Perdere quei soldi significherà per Yonghong Li doversi rituffare sul mercato a caccia di capitali esportabili? Si parla di una cifra di circa 80 milioni, quanto tempo ci vorrà per chiudere di nuovo il cerchio secondo la sua esperienza?

La Cina al momento e’ piena di liquidità e capitale, non e’ difficile trovare investitori per cifre simile. Secondo me il difficile e’ convincerli ad investire nel Milan. La domanda che mi pongo è: perché un investitore dovrebbe entrare in una cordata che vuole acquistare il Milan come socio di minoranza di Yonghong Li?  Onestamente non credo alle storie di capitali inesportabili. Compagnie e società cinesi hanno compiuto miliardi e miliardi di transazioni all’estero nei mesi scorsi. I meccanismi per esportare il capitale ci sono, e questo tipo di operazioni possono essere compiute senza problemi (anche se Sole 24 ore e Financial Times confermano le recenti restrizioni, ndr). Mi sembra anche normale che non ci siano penalità per i soggetti potenzialmente coinvolti . In questi deal investitori e finanziatori firmano “memorandum of understanding”, “letters of interest” etc. ma tutti questi documenti non sono mai ufficiali, o non hanno mai penali, o come dire “rimedi” a risarcimento di un’eventuale rottura. L’idea che mi sono fatto è che tutti i capitali pagati o promessi fino ad ora dai possibili investitori a Yonghong Li, sono “subject to closing”, cioe’ vengono rimandati indietro, o mai prelevati se il deal non si completa definitivamente.

5 – La tracciabilitá dei capitali e le norme antiriciclaggio. Di norma la due diligence in un affare del genere la svolge chi compra sul venditore, in questo caso Fininvest deve assolvere solo gli impegni antitrust dopo la firma? Molti tifosi si chiedono, come mai si chiede trasparenza e visibilità dei capitali soltanto alla vigilia della possibile terza caparra?

E’ una domanda interessante che sotto certi aspetti mi preoccupa. La tracciabilità dei capitali versati da Yonghong Li, in questo caso, e’ una responsabilità degli avvocati e delle banche legate a Fininvest (come sappiamo sono Lazard, Unicredit e studio Chiomenti, ndr). Ci sono banche e studi legali di primo livello coinvolti in questa operazione, ma se il pagamento arriva direttamente sul conto Fininvest da banche di Lussemburgo non c’è più niente da controllare. L’ obbligo legale e’ confermare che i pagamenti partano dalle stesse compagnie per i quali sono stati fatti i controlli. E’ impossibile per me dare un’opinione senza sapere che documenti sono stati richiesti, che documenti sono stati dati, e che conti sono stati usati. Quindi preferisco sospendere il mio giudizio sulla tracciabilità dei capitali.

6  – Le voci sul rientro dei capitali, quelle sullo scorporo del Milan da Fininvest con Berlusconi che fa da garante e quella sul diritto d’opzione da parte di Yonghong Li comprato da Fininvest per poi andarsi a rivendere le quote del Milan a qualche investitore traendone un margine. Mi dice il suo pensiero su questi tre aspetti?

No comment sul rientro dei capitali. Sono sicuro che in Italia esistono controlli per garantire il rispetto delle leggi. E banche come Lazard o Rotschild (banche globali e non il banco risparmio di Silvio Berlusconi) hanno i sistemi ed i processi per garantire la necessaria trasparenza. Sullo scorporo, onestamente la ritengo un’ipotesi remota. Ecco, sul diritto di opzione forse ci siamo, è quella più probabile. E’ possibile che Yonghong Li stia facendo un’operazione alla Thohir, così come è stato fatto per l’Inter. Lui fa l’investimento principale adesso e poi prova a rivendersi le quote in Cina, ad investitori decisamente più grandi di lui. E’ molto probabile che sia così. Se posso aggiungere ho un’idea particolare sull’origine di tutta questa storia: secondo me questa e’ un operazione partita in Italia, studiata da adviser italiani che hanno individuato l’opportunità (negli ambienti finanziari si sapeva già da tempo che Berlusconi voleva vendere) ed hanno cercato in tutti i modi di suscitare interesse nei loro circoli (gli adviser guadagnano commissioni e salari importanti) , finché non hanno raggiunto Yonghong LI in Cina. Da quel momento in poi Yonghong Li ha poi svolto il suo ruolo e dato il là all’operazione coinvolgendo advisor del calibro di Sal Galatioto. Questa, è una mia idea, non e’ un’operazione partita in Cina. Non c’era un cinese che si è svegliato pensando di comprare il Milan. Da qui, dall’Italia, l’idea e’ stata esporta in Cina.

7 – Chiudiamo con una lettura: i fatti dicono che al momento della firma mister Li si stava presentando come unico investitore di SES con una serie di finanziatori alle spalle? Come si interpreta questa struttura finanziaria? Privati alle spalle dei finanziatori? Closing e cessione immediata ai finianziatori delle quote del Milan? Qual è la sua opinione?

Partiamo dall’ipotesi “closing e cessione immediata ai finanziatori delle quote del Milan”. Ipotesi non facile e teoricamente nemmeno legale se non tramite degli escamotage. La formula dell’unico investitore con alle spalle finanziatori (capitale di debito) e’ invece diffusissima ed in simbiosi con questa transazione e tipica delle M&A. Faccio tre considerazioni arrivati a questo punto:
1) Fininvest non avrebbe mai creduto allo Yonghong Li di turno come unico investitore. Nessuno ha mai sentito parlare di questo misterioso signor Li, e di sicuro Fininvest non avrebbe creduto che Yonhghong Li avesse un miliardo di liquidità; per questo motivo Li ha dovuto trovare dei finanziatori che soddisfacessero anche le richieste di garanzie economiche del venditore.
2) Esporsi come unico investitore con dei finanziatori alle spalle è l’unico modo con il quale Yonghong Li può racimolare tutto il capitale.
3) Esporsi come ha fatto Yonghong Li e’ una struttura molto impiegata quando si vuole nascondere chi c’è veramente dietro alla transazione. Nelle acquisizioni oil & gas (il mercato del quale mi occupo) spesso serve a nascondere interessi di ministri/politici o alti funzionari. Qui potrebbe nascondere l’interesse di qualche altro uomo cinese, molto forte imprenditorialmente. Fininvest potrebbe esserne al corrente, ma molto probabilmente soltanto Yonghong Li sa chi c’è dietro. E si spiegherebbe anche l’enorme segretezza dell’operazione. Ma mi sembra chiaro che Yonghong Li arrivati a questo punto è sicuro di rivendere e/o di avere il finanziamento ed il supporto di questa figura imprenditoriale cinese. Che non è detto che sia una soltanto.

8 – Chiusura con domanda da un milione di dollari. Come andrà a finire questa incredibile storia? Lo chiedo all’esperto economista in base alla sua esperienza.

Faccio due ipotesi:
1) Non succede niente , ed i capitali ritornano indietro a Yonghong Li in qualche modo
2) I finanziamenti di Yonghong Li, o il supporto di uomini della finanza cinese per Li si materializzano e Li riesce a chiudere la transazione. Ma, i fatti dicono che al momento mancano i soldi per chiudere l’operazione, e ci sono almeno 320 milioni che dovevano essere versati il 3 marzo e che devono essere trovati in qualche modo.

9 – Svesta i panni dell’advisor e vesta quelli di “tifoso del milan dal 1989”, come lei stesso si definisce. Al punto in cui siamo arrivati, terza caparra e nuova data per il closing tra un mese, il tifoso Marco Grandi che cosa si augura?

1) Che il closing si completi, e che quando tutto il clamore di questa operazione si spegnerà si verrà a conoscenza che dietro questi cinesi ci sia un investitore tipo Suning per l’inter. Un’azienda seria, moderna e con fondi per garantire investimenti al Milan. Come ha già fatto Suning all Inter .

2) Che Galliani e Berlusconi spariscano completamente dalla società Milan (o da cariche rappresentative)

3) Che la struttura societaria sia semplice e diretta. Un unico azionista , un amministratore delegato dal mondo business/marketing (responsabile di fare soldi e di far crescere il marchio) un direttore tecnico/sportivo di valore. Curioso di vedere Fassone e Mirabelli all’opera, il tempo ci dirà se saranno gli uomini giusti.

4) Che la societa’ non sia oggetto di ricatto dei molti advisors che stanno facendo/seguendo questa transazione , che capiscono poco di calcio . Una societa’ forte, independente, capitalizzata. Senza legami con procuratori, advisor e altri uomini d’affare. Una società libera.