Milan bello, cinico e spietato. Ma il… ritardo non si scusa. Adesso conta solo la coppa

Milan bello, cinico e spietato. Ma il… ritardo non si scusa.  Adesso conta solo la coppa
Oggi alle 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Mi dispiace ma il ritardo non si può scusare. Non si può scusare il ritardo col quale il Milan firma un derby fantastico, ridimensiona l’Inter, vince il terzo derby del 24-25 rovesciando la tendenza precedente e prenota la finale di coppa Italia del 14 maggio prossimo. Non si può scusare perché è da qualche mese che ripeto un convincimento tecnico, confermato in modo solenne dalla serata della seconda semifinale di coppa Italia: la cifra tecnica del team costruito dalla società è notevole e una guida tecnica autorevole e rispettata l’avrebbe sicuramente lanciata verso una stagione da risultati completamente diversi. Basta un dato su tutti per avere una conferma: nella serata del 3 a 0 all’Inter, in campo ci sono soltanto gli esponenti dl mercato estivo, senza la collaborazione dei 5 arrivati a gennaio. Anche Conceiçaopresenta con grave ritardo una prova di maturità tattica e strategica che non può far dimenticare tutte le prove deludenti. Tipo per esempio l’ultima con l’Atalanta. Al tecnico portoghese va riconosciuto nell’occasione il fiuto d’aver preferito Jovic ad Abraham che sembrava destinato invece a partire dall’inizio. Jovic, con 4 gol in queste ultime settimane, è stato davvero la sorpresa nell’uovo di Pasqua scartato in ritardo. È vero: l’Inter ha giocato bene e meglio il primo tempo ma non si è mai visto il cinismo di questa squadra che ha giocato sapendo di dover cogliere l’occasione giusta per fare centro.

A questo punto uno si chiede anche pensando alle motivazioni del gruppo: come si spiega una partita così, senza subire gol dall’Inter, dopo l’esibizione con l’Atalanta? Anche loro devono dare delle spiegazioni, non solo il tecnico. E vedere Theo Hernandez sfrecciare come un pendolino fa un certo effetto specie paragonandolo al primo Theo della stagione. Ed è questo giudizio che deve far premio anche nella preparazione della prossima stagione a cominciare dalla scelta del ds e del tecnico. Ho sentito le dichiarazioni di Geoffrey Moncada. Ha detto: “Stiamo parlando tutti i giorni con agenti e giocatori”. Ecco: forse è il caso di passare dalle parole alle firme. Così come è forse venuto il tempo di fare una scelta per il ds, quella che convince di più, e chiudere questo capitolo perché ormai è diventato un polpettone e piuttosto che servire a confermare l’idea di un lavoro accurato rilancia le critiche sulle indecisioni e sulla non conoscenza del calcio italiano e dei suoi dirigenti.

Mettiamoci d’accordo subito: dopo questa prova il Milan non può sbagliare la prossima, cioè la finale di coppa Italia se vuole dare un segno positivo a una stagione disastrosa.