Due "Cavalieri" per un Milan stellare pronto ai box per il mercato che lo riporterà protagonista in Europa
Nel calcio la scaramanzia è dilagante e lo dimostrano le parole, ma soprattutto la pronta smentita, affibbiate a Silvio Berlusconi “Scudetto? Ormai è fatta”. Così come Galliani ha proibito di organizzare qualsivoglia festeggiamento ai suoi giocatori: non prima di aver alzato in alto i calici ormai traboccanti e aver brindato con la vittoria sul campo.
Eppure la scaramanzia non sembra colpire minimamente le agenzie di scommesse che da ieri hanno iniziato a pagare chi ha consegnato virtualmente e da tempo lo scudetto ai rossoneri. Ma questo è solo un aspetto di quello che si preannuncia il weekend calcistico più atteso del campionato.
Perché oggi scendono in campo, la sorte è proprio cieca, entrambe le avversarie dei rossoneri, che giocano in anticipo perché la quartultima giornata consente ancora lo spezzatino calcistico tutto italiano. Napoli e Inter avranno gli occhi di tutto il panorama calcistico italiano, e non solo, puntati addosso. Un motivo in più per essere carichi e rovinare la festa al Milan? O magari un elemento di disturbo nella delicata concentrazione pre-gara che accompagna ogni singola partita? Sapere che potrebbe essere sol questione di tempo, perché se il Milan vincesse contro il Bologna a S.Siro, lo spiraglio di luce che ancora tiene vive le fantasie degli avversari, potrebbe essere assolutamente deleterio nella prestazione delle squadre di Mazzarri e Leonardo.
Fatto sta che i rossoneri partiranno comunque con un vantaggio domenica: quei punti che li separano dalle concorrenti appaiono una distanza incolmabile. Questo è ciò a cui bisogna pensare. Il resto lo racconterà il campo, anzi un prologo presenterà con esattezza tutti gli scenari possibili della S.Siro rossonera che ospita il Bologna.
E in quella che si preannuncia una bolgia indiavolata scenderanno in campo i ragazzi di Allegri, fieri di aver ricevuto l’onore di poter affrontare proprio questa partita che, in ogni caso, sarà trascritta negli annali.
Qualcuno purtroppo la guarderà dalla tribuna, chi con le “pive nel sacco” da squalificato, chi perché pur sperando in un miracolo non sarà riuscito a recuperare l’infortunio.
Di certo le distanze tra tribuna e panchina saranno azzerate, così come quelle tra campo e area tecnica: una squadra compatta, che ancora una volta porterà alto il vessillo rossonero.
Anche perché proprio questa partita, contro il Bologna del traballante Malesani, potrebbe essere il punto di svolta per la prossima stagione rossonera.
Ormai il mercato rossonero è in fermento, i tifosi aspettano con ansia il loro regalo, l’ennesimo, dopo un anno passato in curva a sostenere a gran voce i propri beniamini. E sembrano non bastare i nomi di Ganso e Taiwo, che ormai sembrano ormai parte della famiglia rossonera, anche nei pensieri dei supporters, qualcuno spera davvero nel sogno Ronaldo, perché non si può sempre parlare di boutade presidenziale per accaparrare consensi. E se non dovesse essere il talentuoso portoghese l’oggetto del desiderio, ma “por què” no, per dirla alla Mourinho, allora si potrebbe pensare a qualche carismatico compagno che tanto fa ricordare tempi felici, Oppure senza allontanarsi troppo dal divin Mourinho, “por què” non il mattatore di Europa League, il colombiano Falcao, il cui nome evoca già ricordi di calcio italiano che fu: la sua prestazione ha sicuramente fatto alzare il prezzo al botteghino.
Ed inoltre la sua età anagrafica è interessante.
Il Milan sta sfoltendo la rosa dei senatori, attendendo il finale di stagione prima di mettersi al tavolo per il rinnovo dei contratti. Obiettivo ringiovanire: ma a scapito della qualità? Sarò noiosa, ma in questo momento l’idea di avere due Cavalieri in rossonero illumina la mia mente: perché Clarence, “il professore” Seedorf è stato insignito del medesimo titolo del Presidentissimo, e sfido chiunque ad avere un organigramma istituzionale così ricco di medaglie. La mia lancia a favore dell’eterno Clarence va spezzata però in senso tecnico: privarsi di un giocatore che sembra aver raggiunto, vuoi per il modulo di Allegri, vuoi per orgoglio dopo i fischi ricevuti a S.Siro, una seconda giovinezza ancora una volta la definisco una eresia.
Ma se di rinnovamento bisogna parlare, allora non ho altri argomenti da opporre a quella che però mi sembra solo una soluzione estrema.
Ma ancora una volta si corre troppo con la fantasia, quando invece è bene rimanere con i piedi per terra e cercare di saltare l’ultimo ostacolo prima della consacrazione reale di una squadra che è stata stravolta da un tecnico che a molti stava per giunta antipatico. Quel Massimiliano Allegri schivo e schietto, attento soprattutto a lavorare sul campo, che si è inventato giocatori in ruoli che nemmeno loro potevano immaginare di poter ricoprire. Quel tecnico che è riuscito ad imporre il suo pensiero in così poco tempo, che potrebbe entrare nel novero dei vincenti al primo colpo, che dopo anni sta tentando di portare una cosa che al Milan, in via Turati, attendono con ansia. E si pensa già ai prossimi obiettivi, soprattutto a quell’Europa che conta da cui il Milan è stato estromesso con troppo anticipo anche questa volta. Lo diceva Ibrahimovic ad inizio anno: il progetto del Milan è ambizioso, ma non si può raggiungere tutto subito. E se per ora lui ha contribuito in modo decisivo in questa stagione, proprio da lui ci si aspetta il salto di qualità che aveva promesso e che deve soprattutto a se stesso. Lui, come Robinho, Cassano, Boateng tanto affezionato ormai al gioco di Allegri da aver già strappato il riscatto dal Genoa di Preziosi. Si delinea dunque la squadra per la prossima stagione, che oltre ai titoli italiani avrà il dovere di ricambiare l’affetto presidenziale riportando in bacheca quel trofeo dalle grandi orecchie che fa sempre sorridere di gusto anche il buon Galliani. Ma andiamo con ordine, un passo alla volta senza per forza correre con la sfrenata fantasia.
E allora, pur non nominando più quella parolina che però è pronta ad essere urlata a squarciagola, caro Milan concludo dicendoti che domenica è il mio compleanno. E citando una canzone ti confesso che vorrei fossi tu “il regalo mio più grande”.
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