Dal prestito a Yonghong Li alla cessione: Elliott lascerà un Milan vincente e più solido

Dal prestito a Yonghong Li alla cessione: Elliott lascerà un Milan vincente e più solido
martedì 31 maggio 2022, 14:10News
di Antonello Gioia
fonte Ivan Cardia per tuttomercatoweb.com

Cinque anni e uno scudetto dopo, Elliott Management Corporation è pronto a lasciare le redini del Milan. Il comunicato ufficiale sulla cessione del club rossonero a Redbird, atteso nelle prossime ore dopo la firma del preliminare, chiarirà se il fondo guidato dalla famiglia Singer rimarrà in controllo, come diverse indiscrezioni suggeriscono, di una quota minoritaria - ma non piccola: si parla del 30 per cento - delle azioni milaniste. In ogni caso, però, è la fine di un'era: il potere decisionale passerà infatti a Gerry Cardinale.

Il primo approccio nel 2017, il passaggio un anno dopo. Volendo tracciare una cronistoria del rapporto fra Elliott e il Milan, bisogna tornare indietro a Li Yonghong. Ad aprile 2017, Elliot presta 303 milioni di euro per consentire all'imprenditore cinese di completare l'acquisto del club da Fininvest. Nel giro di un anno - arriviamo a luglio 2018 - il passaggio di mani: a seguito dell'inadempimento di Li Yonghong, il fondo statunitense comunica di aver assunto il controllo della società. A quel punto, la rivoluzione tecnica: il primo ad arrivare è Paolo Maldini, richiamato in società il 5 agosto 2018. Seguono Ivan Gazidis e poi Zvone Boban: proprio per divergenze col CEO, il croato durerà poco, mentre Maldini resterà. Nel mezzo, altre due figure dirigenziali chiave come Frederic Massara e Geoffrey Moncada. L'ossatura che ha (ri)fatto grande il Milan campione d'Italia, non soltanto sul campo.

Cosa lascia Elliott. Non un nuovo stadio, l'obiettivo a cui dovrebbe continuare a lavorare Paolo Scaroni, in CDA già con Li Yonghong e poi passato al ruolo di presidente. È la ciliegina che manca a una torta comunque piuttosto ricca: scudetto a parte, sono i conti a far brillare di propria luce il lavoro di Elliott a l Milan. Che, per la cronaca, con l'addio di Kessié in estate saluterà l'ultimo pezzo delle non propriamente fortunate "cose formali". Basta prendere i bilanci: quello 2017-2018 fu chiuso con un fatturato consolidato da 255 milioni di euro, corredato da un rosso di 126 milioni e un patrimonio netto al 30 giugno 2018 negativo per 36 milioni di euro. Le proiezioni per il 2021/2022 parlano di un fatturato oltre i 300 milioni di euro, ma soprattutto l'ultimo bilancio racconta di una perdita ridotta a 96,4 milioni di euro - con una pandemia di mezzo - e un patrimonio netto consolidato arrivato a 67,3 milioni di euro. Un Milan più solido, ma anche vincente sul campo: non è un'eredità da buttare.