Il Foglio - Il mondo del calcio ha bisogno di mettere un freno ai procuratori

Dove sono finiti tutti quelli che erano scesi in piazza per protestare contro la Super Lega? È la domanda, volutamente polemica, che si fa oggi Umberto Zapelloni nel suo pezzo odierno per “Il Foglio Sportivo”. Il giornalista fa notare come un problema come quello degli agenti che chiedono commissioni milionarie per i propri assistiti, in un momento storico in cui tutta la società, e ovviamente calcio compreso, è in forte crisi economica: gli introiti sono diminuiti a causa della chiusura degli stadi e dei musei, ma le richieste milionarie di giocatori e procuratori rimangono le stesse. Una situazione ovviamente insostenibile per i club, che però iniziano a reagire: si veda l’esempio del Milan con Donnarumma, che dopo aver visto rifiutarsi l’offerta da 8 milioni di euro l’anno fatta recapitare al portiere ha deciso di non rilanciare e non cedere quindi alle richieste abbastanza anacronistiche del giocatore che fa capo a Raiola.
Una scelta forte, che può far cambiare il trend. È giusto che un calciatore si affidi ad un professionista che gestisca i suoi interessi economici - conclude Zapelloni - è meno giusto che questi agenti pensino unicamente ai propri interessi moltiplicando i movimenti dei propri assistiti solo per gonfiare a dismisura il loro conto in banca a suon di commissioni.

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