Settimana d'oro, ma bisogna cambiare. Panchina, ds, mercato...

È stata una settimana davvero straordinaria per chi ha il Milan nel cuore, rarità in questa annata difficile e complicata.
I derby vinti, 3 in stagione, con i rossoneri imbattuti in 5 confronti, ci dicono che non dovrebbero esserci 20 punti di distacco in classifica dall'Inter. La differenza tra le due squadre non è così netta e ampia. Eppure i numeri in campionato sono questi: situazione figlia di una cattiva gestione da parte della Società, non ci sono dubbi.
Ecco perché, in ottica futura non bisogna commettere l'errore di pensare che sia tutto da buttare a livello di squadra. Anzi. Serve confermare i giocatori più forti, tagliare quelli non all'altezza e integrare il gruppo con qualche pedina di livello. Ovviamente, consegnando il tutto a un allenatore importante, che abbia già vinto in Italia.
Anche in caso di vittoria del secondo trofeo, non verrebbero cancellate le macchie nella gestione di Conceiçao. In campionato ha fatto malissimo, riuscendo addirittura a peggiorare (a oggi) l'ottavo posto ereditato da Fonseca. In Champions League forse ha fatto persino peggio, non qualificando una squadra che aveva già un piede e mezzo agli ottavi. Senza dimenticare troppi spigoli evidenziati nel rapporto con lo spogliatoio. Il tecnico portoghese pagherà errori personali, ma anche un'inadeguatezza generale riconducibile alla dirigenza che non lo ha supportato a dovere. In questo senso, serve gente di campo, serve inserire il direttore sportivo, ma anche qui, tocca ripeterci: il casting è imbarazzante, lo hanno capito tutti tranne chi lo porta avanti come una passerella personale.
La gara di oggi a pranzo contro il Venezia ha un'importanza davvero ridotta. L'unico vero obiettivo rimasto per il Milan è quello di preparare al meglio la finalissima di Coppa Italia contro il Bologna. Il campionato dev'essere gestito per arrivare nel miglior modo possibile alla gara del 14 maggio. In questo senso, sarà fondamentale far recuperare energie a chi è in riserva (Pulisic su tutti) e gestire come si deve il gruppo, impiegando chi ha giocato meno senza stressare chi ha giocato di più. Insomma, largo al turnover.

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