Lo Monaco su Theo: "Colpa della società. Si pittura i capelli e fa le sceneggiate? Ma io lo devo mettere per strada!"
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Intervenuto negli studi di Sportitalia, il dirigente Pietro Lo Monaco ha parlato duramente delle responsabilità del Milan, inteso come società, nei risultati deludenti di questa stagione, a partire dal Senior Advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic:
"È una grande mancanza di rispetto verso il calcio pensare che dall'oggi al domani io mi possa svestire dei panni di calciatore, grande, per l'amor di Dio, e vestire quelli del dirigente di una grandissima squadra, che è da considerare al pari di una multinazionale nel calcio, perché è una squadra di grandissimo livello in campo europeo ed un'azienda importantissima. Dall'oggi al domani non ci si inventa dirigenti. Per fare il direttore bisogna avere conoscenza della materia, la giusta esperienza per poter gestire le cose, e non la s'inventa. Perché se la invento significa che non rispetto il calcio. Vuol dire che penso che il calcio è una cosa irrisoria, e questa non è una cosa giusta.
Al Milan succede di tutto e di più. Conceiçao che va al funerale, gli è concesso dalla società. È la società che detta le regole, e non può consentire prima di una partita di Champions, importantissima, che il suo allenatore lasci il gruppo e se ne va. È una cosa che non ci sta. Che il morto mi perdoni, per l'amor di Dio, ma purtroppo ci sono dei doveri che vanno assolutamente assecondati. Quindi fino ad un certo punto. Il giocatore che si pittura i capelli di rosa e fa le sceneggiate, ma io lo devo mettere per la strada, gli devo indicare la strada maestra, non posso permettere che lui vada a briglia storta. Il giocatore che a una presentazione ufficiale della società si presenta in gonnella, devo vigilare, affinché tutto questo non avvenga. Questo significa fare il dirigente, far rispettare le regole e fideilizzare i giocatore, far si che si sentano fieri di appartenere ad un grande club".
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