Marchetti sul derby di Coppa Italia: "È stata una serata magica, trionfale, perfetta per il Milan"

Marchetti sul derby di Coppa Italia: "È stata una serata magica, trionfale, perfetta per il Milan"
Oggi alle 18:30News
di Lorenzo De Angelis

Nel corso del consueto appuntamento con il suo editoriale per TMW, il giornalista di Sky Luca Marchetti ha parlato di Milan ricollegandosi all'importante vittoria nel derby di ieri sera che gli ha consentito di staccare il pass per la finale di Coppa Italia in programma il prossimo 14 maggio allo stadio Olimpico di Roma contro (verosimilmente e molto probabilmente) il Bologna: 

"366 giorni più tardi il Milan si prende una piccola grande rivincita. Se un anno e un giorno fa l’Inter, vincendo proprio nel derby, si assicurata il 20esimo scudetto della sua storia, oggi i rossoneri strapazzano i “cugini”, volano in finale e limitano i sogni di gloria dei nerazzurri, togliendo dalla scena il sogno del triplete. 
E’ stata una serata magica, trionfale, perfetta per il Milan. Che ha trovato un nuovo assetto, nuove certezze e anche nuovi protagonisti. 
La copertina non può che essere di Luka Jovic: un oggetto quasi misterioso, dimenticato, fino a un mese fa. Autentico protagonista in questo finale di campionato, con una delle migliori serate della sua carriera proprio nella notte più importante (finora) di una stagione (sia a livello personale, che di squadra) avarissima di soddisfazioni. Fino a stasera Jovic non aveva mai giocato in coppa Italia: era il suo esordio. Non ha fatto neanche un minuto in Champions. In campionato era relegato al ruolo di terza punta: solo tre partite da titolare in campionato e una (questa) in coppa Italia. 4 gol nelle ultimo mese. Uno a Napoli, nel finale, che non era servito a far rimontare il Milan. Uno contro la Fiorentina, in casa, decisivo per raggiungere i viola e agguantare il pareggio. E poi stasera: una doppietta che regala al Milan la finale di coppa Italia. Ha lavorato, si è rimesso in forma e ha ripagato la fiducia, praticamente incondizionata, di Coincecao. Ha approfittato del momento poco brillante di Gimenez, ha scavalcato Abraham e è diventato l’eroe della serata di coppa. Un protagonista praticamente a sorpresa, nella stagione rossonera. Che forse ne fotografa proprio la natura. 
Dall’inizio della stagione i rossoneri sono stati alla ricerca dell’equilibrio, senza mai trovare una soluzione definitiva. Ci sono state le partite, anche sotto la gestione Fonseca, in cui le stelle avevano brillato. Ma sono stati troppi i momenti negativi, le partite storte, i momenti di confusione. Ci hanno provato in tutti i modi i due allenatori portoghesi a rimettere a posto le cose e certamente non sempre è andata bene. Ma ora Coincecao sembra aver trovato la chiave giusta: obiettivamente il clima derby aiuta a tenere alta la concentrazione, ad avere le giuste motivazioni. Ma trovare un protagonista così non è semplicemente un caso: il fatto di essere inatteso non significa che sia casuale. Jovic era stato titolare nelle due precedenti, aveva praticamente giocato quasi tutta la partita contro la Fiorentina (sostituendo un Musah disorientato): Coincecao aveva creduto in lui. E contemporaneamente il Milan è passato alla difesa a 3, per avere più equilibrio. 

Trovando un altro protagonista: Jimenez, ma Alex, determinante a destra. A farne le “spese” in questo nuovo assetto tattico poteva essere Reijnders, che si allontanava dalla zona più pericolosa del campo: ci ha pensato lui stesso a rimettere le cose a posto. Non solo ha sfoderato una grande prestazione in mezzo al campo, riuscendo a disorientare i suoi colleghi nerazzurri, ma andando a mettere la ciliegina sulla semifinale, con il 15esimo gol stagionale che lo certifica come miglior marcatore rossonero. 
Una serata perfetta dicevamo: attenti in difesa, concreti a centrocampo, efficaci in attacco. Il Milan non ha mai barcollato, non è mai andato seriamente in difficoltà. Questo non significa che l’Inter non abbia avuto le sue occasioni (pensate alla traversa di Dimarco nel primo tempo o alla parata di Maignan nel secondo): le sliding doors della partita, gli episodi che possono indirizzare una gara in un verso o nell’altro. Ma di fronte a una squadra che ha provato a reagire e a creare difficoltà il Milan è rimasto ordinato, compatto, combattivo. Su ogni palla, su ogni respinta, pronto a chiudere spazi e a non farsi irretire dal palleggio e dal cambio campo dell’Inter. 
Un’Inter che non esce ridimensionata ma sconfitta. Il peso delle partite si fa sentire, forse si è fatta sentire anche la sconfitta subita a Bologna all’ultimo minuto. Ora i nerazzurri non avranno neanche il tempo di smaltire questa doppia delusione perché le prossime partita (come peraltro era il derby) non si possono sbagliare. In campionato arriva la Roma ed è obbligatorio tornare alla vittoria per mantenere il primo posto. Poi c’è la semifinale di Champions contro il Barcellona, partita ancora più complicata, in un momento in cui la difesa sembra meno impenetrabile del solito. Quest’anno l’Inter non solo non è riuscita a vincere neanche un derby (su 5, di cui uno è costato la Supercoppa), ma non riesce ad avere la meglio negli scontri diretti, in generale (in Italia ovvio). Come se nelle partite decisive mancasse qualcosa: soprattutto per “colpa” della tenuta difensiva. Ora, fino a fine stagione, di scontri diretti (con squadre di alto profilo) ce ne sono almeno due in campionato e almeno due in Champions League, con la speranza di farne tre. La concentrazione e i dettagli faranno la differenza. L’Inter non è scoppiata, è stata in partita fino alla fine. Ma non ce l’ha fatta a recuperare. Non c’è tempo per recuperare brillantezza, si gioca sempre. Deve solo aggrapparsi alla convinzione e alla concentrazione. Alle virtù che ha dimostrato di avere in questo periodo lungo 4 anni. La possibilità di fare il triplete è svanita, ma questo non può mettere in discussione una stagione di alto livello. Che può diventare, ancora, bellissima. O addirittura straordinaria".