Walker e l'importanza del gruppo: "Essere coesi è fondamentale se vuoi ottenere risultati nel calcio di oggi"

Walker e l'importanza del gruppo: "Essere coesi è fondamentale se vuoi ottenere risultati nel calcio di oggi"
Ieri alle 20:51News
di Enrico Ferrazzi

Kyle Walker, uno dei cinque colpi di mercato del Milan a gennaio, ha rilasciato un'interessante intervista a GQ Italia nella quale ha parlato non solo di calcio, ma anche di questioni extra-campo. Ecco le sue parole: 

Sulla sua carriera: "Devo ringraziare i miei genitori, in qualche modo la genetica mi ha aiutato ad avere e a poter sviluppare una certa prestanza fisica, alla mia età continuo a giocare ad alti livelli e non è affatto una cosa scontata. Ricordo che da piccolo mi affacciavo alla finestra di casa e in lontananza potevo vedere lo stadio dello Sheffield United. Per me era un sogno giocare lì e ho fatto il possibile perché si realizzasse, a sette anni sono passato dal giocare in strada all’Academy della squadra per cui facevo il tifo, senza step intermedi. Poi con il lavoro sono riuscito a raggiungere l’obiettivo di arrivare in prima squadra. Da lì è iniziata una carriera che mi ha portato a raggiungerne molti altri, ma sempre con lo stesso modo di fare: guardando al prossimo passo, una partita per volta". 

Sul Manchester City: "Essere coesi è fondamentale, se vuoi ottenere risultati nel calcio di oggi. I giocatori passano più tempo con i compagni che con la loro famiglia, quindi c’è bisogno che vivano in un ambiente in cui si respira un senso di comunione, di collettività. Nessuno può andare in campo e vincere le partite da solo, forse Messi e Ronaldo ci sono riusciti in qualche momento di pura magia, ma se vuoi farlo con una certa continuità serve il contributo di tutti quelli che lavorano nel club. A Manchester ho stretto amicizie per la vita, non solo con i miei ex compagni: i cuochi, gli addetti alle pulizie, i magazzinieri, i fisioterapisti, per me erano tutte persone che facevano parte dello stesso gruppo".