Kyle Walker stupisce anche se non dovrebbe
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"Per me è una normale giornata inglese, sono abituato". Con tanta semplicità Kyle Walker si è calato nella sua nuova realtà calcistica e di vita. La pioggia di Empoli è la normalità, così come arrivare a metà stagione in un nuovo campionato, in una squadra che sta riscontrando diversi tipi di difficoltà e in tempo zero diventare già un pilastro per i compagni.
Un ragazzo che è stato per anni il capitano del Manchester City fagocita titoli di Pep Guardiola non dovrebbe di certo stupire, ma nel calcio non si può dare mai niente per scontato. E così Walker nella sua semplicità sta già spostando molto. Senza voler togliere nulla a Calabria, Emerson&co., era evidente a tutti che sulla fascia destra il Milan avesse un deficit portato dietro ormai da anni: arriva Walker e sembra che sia rossonero da una vita.
Ibrahimovic, che in carriera si è ritrovato a ricoprire anche questo tipo di ruolo, ha ammesso: "Non era nei nostri piani, ma quando si presenta un'occasione del genere non puoi non coglierla. Walker è meglio averlo che non averlo". Il mercato di gennaio è sembrato quello del famoso post Atalanta, quando Maldini, Massara e Boban portarono in rossonero Ibrahimovic e Kjaer. Se da una parte può far nascere qualche interrogativo capire che il Milan abbia bisogno ancora di figure del genere, dall'altra la speranza è che il terzino possa avere lo stesso impatto di Zlatan e Simon. E questa volta niente low cost, sono arrivati a Milano anche due pezzi da 90 come Santi Gimenez e Joao Felix.
I dubbi che circondavano Walker erano fisici e motivazionali. Nel derby contro l'Inter ha dimostrato di reggere il passo e la velocità di Thuram, per il secondo aspetto basta guardare con che passione e dedizione guida i compagni e li scolarizza sui movimenti e le posizioni da occupare. È un caso che i centrali si siano riscoperti più sereni con l'inglese a guidare la linea difensiva? Evidentemente no.
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